Indipendente, personale, diverso: sono questi i tre aggettivi che caratterizzano il brand senza logo di Delirious Eyewear, startup italiana fondata dal giovane piemontese Marco Lanero nel 2012.

Abbiamo incontrato Marco a Milano durante la Settimana della Moda, in occasione di Vogue Talents & Who is on Next, progetto ideato e organizzato da Altaroma in collaborazione con Vogue Italia e supportato da ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, dove Delirious Eyewear è stata premiata per la categoria accessori.

Ci ha colpito subito il self control di questo giovane talento e la sua determinazione e passione per la creazione di occhiali artigianali, realizzati con materiali di qualità, senza rinunciare allo stile e al design. “Per me l’occhiale è un accessorio strettamente personale, che non deve essere identificato come strumento pubblicitario, - ci racconta Marco durante l’incontro, - da sempre sono stato un collezionista di occhiali da sole e avevo in mente di creare qualcosa di diverso, che andasse contro il grande marchio e rispettasse la qualità manufatturiera, la ricerca dei materiali e il design”.

Nel 2012 il talentuoso ventitreenne ha deciso di cercare un artigiano nel Cadore, uno dei distretti d’eccellenza del settore, per avere un paio di occhiali che lo rappresentasse: da questa sinergia è nato il brand Delirious, che anche nel nome, identifica alcuni tratti della sua personalità: “Delirious nasce come collective happiness, ossia felicità collettiva, irrazionalità rispetto al mercato tradizionale dei grandi brand. La gente ha un forte desiderio per i prodotti che garantiscono qualità e un alto livello di manifattura, ma ama anche prendersi non troppo sul serio e riconoscersi in un accessorio che personalizzi al massimo la propria immagine”.

L’unico marchio dell’occhiale è la qualità della lavorazione, rigorosamente made in Italy, che avviene con materiali pregiati importati dall’estero: il corno di bufalo, presente nelle sue diverse colorazioni viene rigorosamente selezionato in India e lavorato in Italia con l’utilizzo di tecniche particolari, mentre per garantire un’alta flessibilità del materiale e un’eccellente resistenza alle alte temperature, sopportate durante il processo di saldatura, viene utilizzato il beta-titanio giapponese, considerato uno dei migliori al mondo. L’unicità del prodotto viene sottolineata anche grazie all’utilizzo dell’acetato a base naturale, più leggero rispetto all’acetato normale, che permette di offrire straordinaria libertà al designer nella fase di produzione ed è ecosostenibile per la presenza di fibre di cotone. Naturalmente la continua ricerca verso l’innovazione richiede anche l’impiego del digitale nella fase di ideazione e lavorazione finale: “Utilizziamo programmi e stampe in 3d che ci permettono di vedere e ricreare gli occhiali in tutte le dimensioni, il disegno tecnico viene poi girato su un file macchina a controllo numerico a cinque assi, per effettuare le successive lavorazioni”.

Ad oggi, Delirious è presente in vari punti vendita a Milano, ma vanta già il settanta percento di clientela estera, essendo presente in diciassette Paesi, ed è in forte espansione e crescita anche nel sistema fieristico internazionale: Parigi, Tokyo, New York, Shanghai, Berlino, Copenaghen, tra le principali sedi espositive. La visibilità del prodotto ha ricevuto un grande supporto dal settore del Fashion, visto che poco dopo il lancio di produzione, gli occhiali incorniciavano il volto delle modelle di famose sfilate: “Una delle nostre prime collaborazioni con un brand conosciuto è stata quella con Stella Jean, fashion designer e stilista italiana, riconosciuta da Giorgio Armani e Christian Louboutin per il suo estro creativo. La nostra collezione in titanio ha fatto il suo debutto nella sfilata invernale di Stella Jean nel 2017 e grazie ai feedback positivi è stata selezionata anche per la sfilata del 2018”.

Alla domanda però su quanto l’arte e la moda sfilino insieme allo stesso passo, Marco non ha dubbi e ci tiene a precisare che mentre nel mondo del fashion tutto si produce e consuma velocemente, nel design vi è un’attenzione e una ricerca più lenta che garantisce qualità e unicità.