Settimana calda, quella della moda a New York, dove la magia della moda decreta gli stili e le tendenze per le stagioni del 2014: il nuovo mantra degli stilisti presenti in Usa è leggerezza… frange, pantaloni, plissè e trasparenze, una femminilità ritrovata e imposta dai guru della moda arrivati da tutto il mondo: è la fashion week più seguita da social network, media e buyer, stilisti e addetti del settore. Il padiglione più visitato e tenuto d’occhio è stato quello italiano, con le aziende selezionate da EMI, l'Ente Moda Italia. Incontriamo gli imprenditori italiani, assai soddisfatti dell’andamento della moda italiana negli Usa e dell’affluenza dei buyer da tutto il mondo; fra questi Simone Vannuzzi, per la sua “prima volta” a Coterie con To Be Think and Wear.

1. Quando ha capito che la moda sarebbe stata così significativa nella sua vita? Cosa o chi ha pilotato questa scelta?
La scelta è stata assolutamente spontanea, certamente la mia origine fiorentino/pratese, sinonimo di arte e imprenditoria, e la voglia di costruire qualcosa con i nostri meravigliosi prodotti italiani e creare un prodotto totalmente made in Italy. Con alle spalle una famiglia nel tessile da generazioni, la mia “avventura” comincia dal tessile, nei paesi dell’Ex URSS, dove ho venduto chilometri di flanella pratese per vestire centinaia di migliaia di persone.

2. Lei è tra i pochi italiani che presenta il suo brand a New York Fashion Coterie, la fiera più importante rivolta espressamente ai buyer di tutto il mondo. Che cosa ha significato per lei questo risultato?
Con oltre 7 anni di esperienza di gestione e vendita al dettaglio, sono riuscito a creare uno showroom specializzato a Manhattan, facendolo diventare un punto vendita di tendenza e fornendo al contempo il valore e l'unicità del prodotto made in Italy al mercato statunitense.

3. Chi è la donna che indossa le sue creazioni?
Una donna che può essere tutto, bella, meno bella, ma una donna vera, ricca di una carica interiore che la rende unica, una donna metropolitana, che vive la sua contemporaneità come riflesso di uno stile di cui oggi è assoluta ambasciatrice. Vedo la mia donna abbandonare le discoteche e sostituirle con eventi culturali, musicali, live. Vive in una città metropolitana, dove tutto si mescola, razze, emozioni, culture. È attenta alla moda, ma in modo ironico, il tipo di ragazza che puoi incontrare in un museo di Parigi e che, fuori, ha lasciato la bicicletta.

4. La crisi ha il potere di uccidere il fashion?
Certamente no. Guardare all’estero non è più un’opzione, ma una strategia di sopravvivenza. La crisi è solo la più grande opportunità che possa capitare. Un esempio su tutti: le migliori 500 aziende al mondo stilate da Forbes sono nate dalla crisi del ’29. La storia è ciclica e ci insegna che quelli che apparentemente sembrano ostacoli, se presi con il giusto spirito, sono opportunità che ci aiutano a guardare oltre. Gli Usa sono uno dei paesi più “amici” degli imprenditori, come dimostrato anche dalle statistiche della World Bank, in quanto non possiedono una burocrazia che appesantisce l’imprenditoria, come in Italia. Se l’imprenditore presenta un business plan solido e credibile, gli Stati Uniti offrono infinite agevolazioni dal punto di vista fiscale, societario, di sostegno all'immigrazione e alla trasparenza. Sto muovendomi anche sul mercato russo e cinese: una cosa stranissima, i ricchi cinesi non comprano made in China, bensì made in Italy!

5. Quali sono le incertezze del fashion nel 2013?
Beh, io parlerei delle mie certezze. Quella di avere un angelo che mi protegge, di avere un know how consolidato del prodotto, la consapevolezza del made in Italy, e inoltre nozioni di marketing... la certezza di avere sani principi e di aiutare il prossimo sempre... Le incertezze? Non so cosa siano.

6. Cosa vuole comunicare con il suo brand? Cosa deve recepire la cliente finale?
Un segnale di ascesa... un percorso fatto di step-on che porterà il marchio a una sempre più serena e consolidata realtà.

7. Cosa ci racconta della capsule collection Green che ha presentato a NY al Fashion Coterie?
Ho fatto mio il concetto di Le Corbusier in cui l’uomo, con le sue proporzioni, è il referente assoluto di qualsiasi creazione artistica, per cui, concretizzando il concetto, ho fatto nascere una linea green philosophy, mediante una ricerca di fibre naturali e rare, che nell’antichità crescevano spontanee, e che oggi utilizzo nella produzione con tecniche tessili all’avanguardia, tutte peraltro prodotte dai nostri tecnici a Prato, secondo un'armonia etica ed estetica con la natura. Fibre come il bamboo, i cereali, la canapa, l’ortica, il loto, l'ananas, il banano, il sisal danno effetti speciali, una texture morbida e lucente come la seta, e servono a moltiplicare le possibilità creative attraverso la ritorcitura, la densità e la finitura del filo filato.

Green Philosophy è una piccola capsule collection, invece, per la collezione base ho rivoluzionato il concetto di felpa adatta solo allo sport: da questa rivoluzione nasce un nuovo indumento, una felpa casual ma non casuale, preziosa perché fatta di materiali nobili come il cachemire, puro o misto a seta, l’abbinamento mohair/felpa, il jersey a taglio vivo, le elaborazioni con il pizzo, anche anticato, le stampe trattate vintage, i materiali naturali, i tessuti misti arricchiti da una pellicola che li rende traspiranti, completamente impermeabili senza trascurare lo stile, classico e contemporaneo; una nuova donna dunque, una nuova cultura del vestire, l’intelligente progetto della felpa sostenibile, attenta alla filosofia green; e poi metropolitana, consapevole del suo fascino ma attenta alla comodità che un capo come la felpa garantisce: un trend al quale la donna To Be si adatta al nuovo concetto di sportswear, un must per sviluppare i nuovi confini dello stile.

8. Che cosa ha presentato a Coterie?
La linea Spring/Summer 2014 presenta una donna ironica e allegra, ma soprattutto romantica, una donna che va oltre... L’elemento più genuino della creatività si trova nel rilancio dei toni grigi e bruciati, mixati al bianco, un mood raffinato, per un patchwork elegantissimo nei tagli e nei tessuti. Il leit motiv di tutta la collezione sono le perle, le protagoniste di un sogno svelato e leggerissimo, accessorio affascinante diventato bijoux tutta luce per ornare le giacchine che si sposano a lunghe gonne di seta, pantaloni aderenti per un casual slim. Perfetti, sia di giorno che di sera, si prestano a numerose combinazioni di outfit, giacche e felpe preziose rifinite in seta che rimandano nei tagli il look androgino del fashion contemporaneo di una fascinosa sirena.

www.tobethinkandwear.com

TO BE
Show room NY
469 W. 7th avenue
New York, NY 10001
Unite States