Il senso dell'Alta Moda è la creazione del “Sensazionale” per il corpo.

A pochi creatori di moda si può attribuire una simile applicazione d'arte all'abito e certamente tra questi spicca il nome di Iris Van Herpen: olandese, classe 1984. Al termine “Sensazionale” Van Herpen dà significato attraverso l'applicazione della tecnologia nella realizzazione dei suoi capi con tecniche sartoriali e progettuali che appartengono allo spirito del mondo sperimentale della Haute Couture. Durante la settimana dell'alta moda di Parigi (dal 30 giugno 2019 al 4 luglio 2019) questa couturière, proveniente dal paese dei mulini a vento, ha presentato Hypnosis.

Fin dalle sue prime collezioni si è espressa attraverso l'applicazione del computing per il modellato, ma anche della chimica cromatica e dei giochi di neutralizzazione e ricomparsa del colore e del segno grafico sul corpo fisico di chi lo indossa.

Per l'autunno inverno 2019/20 Van Herpen si è avvalsa della collaborazione dell'artista cinetico Anthony Howe che lavora con il vento per azionare le sue sculture e porle in movimento.

L'arte di Howe utilizza la tecnologia CAD (Computer-Aided Design) abitualmente impiegata per progettazione, realizzazione prototipi, prodotti finiti e linee di produzione. Howe modella le parti metalliche delle sue sculture aeree con una taglierina al plasma per poi applicare il finissaggio con tecniche tradizionali.

Iris Van Herpen sceglie la scultura Omniverse, di Howe, come centro della scena di questo suo futuribile mondo oscillatorio e muscolarmente semovente atto a rappresentare l'azione naturale, di espansione e contrazione, dell'universo e di noi con esso in un unico respiro.

I 19 pezzi proposti da Iris hanno l'apparenza evanescente dei pensieri nel sonno. Fluidificazioni che si avvalgono delle stampe su satin duchesse, incollato a caldo e tagliato al laser con la tecnica del plotter cut, che applicato sulle forme di un abito dona una percezione del movimento quasi ineffabile per l'occhio del fruitore.

Queste creazioni respirano di variabili espressive che si addizionano all'antica tecnica nipponica del Suminagashi: l'arte dell'inchiostro sull'acqua. Il segno e il volume si compenetrano come fibre di corpi votati alla flessione e all'apparenza effimera dell'attimo in cui l'occhio ne può catturare la semantica. La seta di queste creazioni è tinta e termosaldata al tulle trasparente e si materializza e pigmenta tra aria ed epidermide.

Il suminagashi è una tecnica artistica che nasce intorno all'anno mille, nella Terra del Sol Levante. Si poneva dell'acqua in una bacinella larga e piatta e attraverso l'uso dell'Hude, un pennello dalla punta bombata, si prendeva l'inchiostro e lo si poneva sulla superficie liquida del contenitore. Dal pelo dell'acqua emergeva così la macchia di colore che veniva a sua volta modificata dall'intervento di un altro pennello. Quest'ultimo, immerso in una sostanza oleosa e posto in relazione con il primo tocco pigmentoso, andava a creare una nuova forma e così via sino alla realizzazione di linee e figure non governabili ma che venivano impresse su fogli sottili di carta di riso posti in appoggio immersivo sul profilo della bacinella.

I disegni che nascevano erano il frutto dell'azione e della meditazione di chi governava i pennelli e dal respiro che muoveva le macchie in quello che possiamo definire un “agire senza sforzo”: wu wei.

Il subconscio dell'autore, unito all'aspetto motorio, ne determinava la casuale resa grafico-cromatica: vero processo di riflessione in movimento.

Il suminagashi da allora è giunto sino ai nostri giorni ed è ancora vivo nella tradizione giapponese e solo da questi luoghi e da questo spirito poteva emergere.

Iris Van Herpen dice di questo suo ultimo lavoro:

Questa collezione è una visualizzazione ipnotica dell’arazzo che costituisce la natura, i cicli simbiotici della nostra biosfera che intrecciano l’aria, la terra e gli oceani. Riflette anche la continua dissezione dei ritmi della vita e risuona con la fragilità esistente all’interno di questi mondi intrecciati.

Il finale della sfilata vede protagonista Infinity un abito che prende movimento attraverso una struttura cinetica di alluminio, acciaio inossidabile e piume sospesa sul corpo della modella che ruota creando un'aura parallela alla figura femminile, un gioco di infinita illusione ottica tra spirito e materia, couture e ipnotica tensione.