Gabrielle Bonheur Chanel nasce a Saumur, sulle rive della Loira, nel 1883. Il padre Albert Chanel è un ambulante e la madre Jeanne Devolle lo segue adattandosi a fare la domestica di fortuna nei luoghi dove si reca con il marito. Avranno un totale di 6 figli.

La madre muore che Gabrielle ha solo 12 anni ed il padre porta lei e le due sorelle all'orfanotrofio femminile del monastero di Aubazine, nella valle del fiume Corrèze. L'abbazia cistercense è di stile romanico ed è stata edificata nel sec. XII da Santo Stefano di Aubazine mentre l'orfanotrofio fu aperto nel 1860 e diretto dalla congregazione delle sorelle del Sacro Cuore di Maria.

Camminare sino al torrente di Coyroux è la pratica che viene imposta dalle suore alle orfanelle, così come la preghiera, la messa, le faccende domestiche e lo studio. Aubazine è essenzialmente austero nella sua imponenza e l'orfanotrofio si trova nel sottotetto del monastero.

Qui Gabrielle apprende i canoni di quella che diverrà la sua cifra stilistica nella moda e pur avendo uno spirito ribelle si assimila al carattere del luogo.

Il corridoio delle monache, le cui porte verniciate del tono delle tenebre fungono da contrasto alle candide pareti laterali ed ancora il bianco e nero delle vesti delle sorelle e delle divise delle orfane divengono espressione del suo stile, così come i toni neutri del grigio e del beige.

La divisa ad Aubazine era camicia e gonna a pieghe e le suore indossavano l'abito nero sotto la candida pettorina con la Cornette, anch'essa bianca, come copricapo.

Certamente il colletto bianco portato sul nero di un tubino arriva da questa indelebile esperienza.

Da qui la creazione di uno dei suoi capi più iconici: “La Petite Robe Noire” (modello #817) che il 1° ottobre del 1926 Vogue definì “la Ford dell'abbigliamento” in quanto rendeva accessibile a tutto il pubblico femminile una sorta di divisa elegante e per tutte le occasioni senza la necessità di diversificarsi attraverso i ruoli e le ore del giorno esattamente come la Ford T aveva messo le 4 ruote agli americani. Tutti avevano l'automobile per viaggiare così come tutte potevano avere un tubino nero nel proprio guardaroba senza sentirsi in competizione.

Lo scalone di accesso al primo piano del monastero, dove vi è ubicato il corridoio, è di ispirazione per la scala che Coco fa realizzare per Villa La Pausa, di fronte al Mar Mediterraneo presso Roquebrune, vicino a Montecarlo, che sarà la sua casa di vacanza e, sempre nel corridoio, la grafica del pavimento, realizzato a mosaico di ciottoli dai frati, sarà d'ispirazione per i temi formali dei suoi gioielli di diamanti che proporrà nel 1932: la stella a cinque punte, la Luna, il Sole, così come per alcuni ricami dei suoi abiti da sera.

Il tema portante dell'intreccio della doppia “C”, emblema simbolo della maison, viene anch'esso, con ogni probabilità, da Aubazine e precisamente dalle vetrate piombate, di gusto cistercense, della basilica dove Gabrielle si recava ogni giorno per la preghiera e la messa mattutina.

Da questa cruda infanzia di regole ed esercizio quotidiano è nata la sua attitudine al lavoro ed allo sport. La sua fisicità asciutta sarà la costante di un mantenimento di quella forma fisica che è marcatore fisiognomico della donna Chanel.

Con il tempo, da Aubazine e dal fiume di Corrèze, Chanel prende le distanze: passando per le acque di Vichy e i Café Chantant di Moulins e le tenute equestri di Royallieu con il suo primo amante Étienne Balsan, un ufficiale di cavalleria dell'esercito francese, figlio di industriali del tessile e grande appassionato di cavalli, attraverso il quale giungerà sino alla Senna nella tanto agognata Parigi.

È al n. 21 di Rue Cambon che aprirà la sua prima modisteria, nel 1910, con il supporto del suo più grande amore Boy Capel (ricco inglese che commerciava carbone in tutta Europa dal Regno Unito), dopo un breve passaggio in Boulevard Malesherbes, nel pied-à-terre di Balsan. Nel 1918, Chanel, si sposterà definitivamente al n. 31 di Rue Cambon dove aprirà ufficialmente la sua Maison de Couture per realizzare abiti. Celebre diverrà la scalinata a specchi (sua grande passione) da dove scendevano le modelle con indosso le sue creazioni.

In questi frangenti aveva aperto, nel 1913, nella località turistica di Deauville in Normandia, sulle coste della Manica, una modisteria dove accanto ai suoi caratteristici cappelli dalle proporzioni contenute vendeva anche alcune creazioni di abbigliamento legate al tempo libero e allo sportswear.

La vera prima apertura di una sua Maison di Haute Couture a nome Chanel avviene nel 1915, a Biarritz, località marittima francese della costa basca, fronte all'Oceano Atlantico, presso Villa Larralde,

A Biarritz lancerà la sua celebre collezione, in Jersey di Rodier, denominata “Collezione Biarritz”, del 1916, che nel periodo della Grande Guerra risulterà la soluzione più idonea alla quotidianità marittima dell'aristocrazia in fuga da Parigi. Dal Jersey Chanel trarrà uno dei materiali iconici della sua produzione e questo, come è noto non sarà il solo suo cavallo di battaglia.

Il genio di Chanel fu quello di costruire un'eleganza con ciò che veniva considerata una privazione.
Inventò lo scadente costoso, la miseria ricca,
la povertà affascinante.

(Maurice Sachs)

Altra località d'elezione nella vita di Chanel sarà Venezia che scopre attraverso l'inseparabile amica Misia Sert. È nella città lagunare, bagnata dall'Adriatico che Chanel si presenta al mondo in pigiama maschile di seta bianca, sulla spiaggia del Lido, contravvenendo alle regole dell'epoca, ma è anche a Venezia che incontra l'arte bizantina e gli ori dei mosaici di San Marco e il Leone simbolo della Serenissima e suo segno zodiacale che influenzeranno il gusto della sua ricca bigiotteria.

Coco supererà la chiusura forzata dei suoi laboratori, dovuta alla Seconda guerra mondiale, attraverso la vendita del profumo N. 5 e la conoscenza di un altro corso d'acqua che per la limpidezza e pescosità di salmone era molto caro agli scozzesi, il fiume Tweed.

È a contatto con gli uomini dell'alta società che Chanel incontra questo tessuto, così come gran parte delle sue espressioni stilistiche, poiché da essi si lascia ispirare rubando i pezzi del loro guardaroba.

Già con Boy Capel ma ancor più con il ricchissimo Duca di Westminster, di cui s'innamorerà e con il quale avrà una proficua relazione (1923-1930) Chanel scopre il Tweed e ne apprende l'arte costruttiva. I suoi processi produttivi passano attraverso l'immersione nel letto del corso d'acqua per il previo lavaggio della lana. Chanel riusciva a percepirne l'immersione a seconda della sua morbidezza al tatto. Il fatto che per produrre 5 metri di stoffa ci volessero 3 giorni di lavoro la mandava letteralmente in visibilio ed utilizzava queste informazioni per raccogliere consensi nelle sue clienti, sempre alla ricerca di nuove emozioni.

È con il Tweed che Chanel torna alla ribalta, dopo la Seconda guerra mondiale, nel 1954, con il suo celebre tailleur, con giacca a 4 tasche profilato di passamaneria, che prendeva le mosse dalla giacca del “lift boy”. Anch'esso si manifesta al mondo come una divisa per ogni momento della giornata, così come era stato il pantalone, il tubino nero o il blazer.

Partendo dalla Loira e giungendo alla Senna, passando dalle coste atlantiche di Biarritz, Chanel ha saputo trarre le esperienze di ciò che è divenuto il costrutto formale del suo lessico nella couture ed oltre, specchiandosi e riconoscendosi in un concetto moderno di femminilità perché come Lei ci ha insegnato:

La moda passa lo stile rimane.

(Coco Chanel)