La scarpa, oltre ad avere una funzione pratica, ha anche una funzione estetica, a ognuna di esse corrisponde una personalità, uno stile e per molti rappresenta una vera e propria passione se non persino un’ossessione, tant’è che negli Stati Uniti, sull’Urban Dictionary, è stato coniato il termine “shoesaholic” per indicare una persona che ne possegga oltre sessanta paia. Una lettura insolita di questo accessorio essenziale, a volte banale, spesso straordinario arriva dalla mostra parigina Marche et démarche. Une histoire de la chaussure che ha aperto i battenti lo scorso 7 novembre al Musée des Arts Décoratifs 107, rue de Rivoli, nella capitale francese e si protrarrà fino al prossimo 23 febbraio.

La rassegna rappresenta un’esplorazione dal Medioevo ai giorni nostri, sia in Occidente sia nelle culture extraeuropee esponendo cinquecento opere tra scarpe, dipinti, fotografie, opere d'arte, film e pubblicità, provenienti da collezioni pubbliche e private in Francia e all'estero e che hanno come protagonista la scarpa. Esplora con erudizione sempre gioiosa qualche millennio di umanità ponendo l’accento sulla questione del gesto e del movimento, sulla scarpa che definisce l’andatura, parte essenziale dello stile che completa una silhouette e dà slancio, perché la moda può abbagliare e sedurre, ma può anche rendere intelligente e permettere di comprendere il mondo circostante.

Il tema della mostra è nato durante lo studio, nelle collezioni del museo, di una scarpa indossata da Maria Antonietta nel 1792. Questo oggetto è sorprendente nelle sue dimensioni poiché misura 21 cm di lunghezza e non più 5 cm di larghezza. Come può una donna calzare una scarpa così piccola? La ricerca nei testi dell'epoca - cronache, memorie, romanzi - rivela che le donne dell'aristocrazia nel XVIII secolo, poi dell'alta borghesia nel XIX, camminavano poco, la loro mobilità era controllata e l'universo urbano era loro ostile. La scoperta è stata quindi sorprendente: le donne di quell'epoca indossavano scarpe per non camminare… Quali scarpe indossavano invece bambini per i loro primi passi? In che modo le donne seguaci del culto del piede piccolo, sia in Europa del XVII secolo sia in Cina dall'undicesimo secolo, furono in grado di conciliare bellezza e mobilità ideali? Quali particolarità delle scarpe di tutti i giorni consentono un’andatura confortevole? Quali sono i dettagli tecnici che, nel corso dei secoli, hanno portato maggiore comfort alle scarpe?

La mostra si apre con un'analisi su come camminare nella vita quotidiana, dall'infanzia all'età adulta, in Europa, Africa, Asia e America. Dal XV al XIX secolo si è notato che alcuni fattori ambientali, come i terreni irregolari e fangosi, hanno costretto a camminare richiedendo l'uso di scarpe adatte. In Francia sotto l'Occupation è iniziata la produzione di suole di legno che hanno provocato un'andatura a scatti e rumorosa. È anche presente la marcia militare, in particolare con la creazione della scarpa essenziale di Alexis Godillot nel XIX secolo. In mostra anche le scarpe da clown e quelle di Charlie Chaplin, oltre alle scarpe magiche come i tacchi Hermès e gli stivali a sette pelli!

Per avvicinarci alla nostra epoca, nel 2007, scarpe e fotografie evocano la collaborazione tra Christian Louboutin e David Lynch: il famoso calzaturiere ha chiesto al regista di fotografare le ballerine del Crazy Horse con tacchi troppo grandi in un mondo deliberatamente feticistico.

Al di là di un approccio alla scarpa come semplice accessorio di moda, la mostra assume un nuovo look, ricco di sorprese. Pochi oggetti di moda hanno l'importanza delle scarpe contemporaneamente nella storia, nell'arte e nel cinema, nella storia culturale e sociale, nella storia politica e anche nella sessualità. Basta menzionare la parola "scarpa" per riprodurre immagini mentali e forme artistiche, per immergersi nella mitologia e vagare nel sistema stellare. È un argomento unificante, inclusivo perché porta significato e riferimenti nella cultura popolare come negli aspetti più elitari della moda.

Leggendo le memorie dell'Ancien Régime, ci si diverte con le scarpette che danno alle donne l'aspetto di un uccellino svolazzante, sfogliando le riviste di moda di oggi siamo sorpresi o infastiditi dall'invasione delle sneaker come nuovo oggetto del lusso contemporaneo.

Décolleté, stivali con plateau, pantofole, ballerine, tacchi a spillo, la profusione semantica è vertiginosa e il panico dei cognomi altrettanto, come i nomi delle persone di Marcel Proust: un paio di Roger Vivier, Christian Louboutin o Pierre Hardy suggeriscono senza indugio che si tratta di scarpe.