Emiliano e Romagnolo, con la parlata calda di quella terra, Franco Lipparini ha fatto il commercialista fino a quando, in un giorno caldo di luglio del 2007, sommerso di lavoro tra calcoli di IVA, registrazioni di fatture, versamenti di contributi previdenziali e di ritenute, decise che ne aveva abbastanza di stare chiuso in un ufficio tutto il giorno e che la sua vita doveva cambiare. Accese la televisione e capitò su un documentario sulle Hawaii e sulle danzatrici con le gonne di paglia che indossavano collane di orchidee. Gli tornarono in mente le estati trascorse a Rimini e la rosa che aveva regalato alla prima fidanzatina: “Peccato che i fiori non resistano e non si possano indossare, sarebbe bello poter regalare un ornamento fatto di fiori veri ma che non si sbricioli nel giro di qualche giorno”.

Come ha iniziato?

I fiori sono da sempre usati come ornamento della donna. Le antiche egiziane usavano adornarsi con fiori di loto bianchi, blu e rosa e li inserivano nelle loro pettinature in modo che pendessero dalla fronte e potessero inalare il loro profumo. I popoli delle isole del Pacifico indossano collane e diademi fatti con orchidee e plumerie mentre a tutte le latitudini è tipico gioco di bimbe infilare margherite per formare collane e braccialetti. Il fiore è anche l’oggetto a cui si sono ispirati i grandi gioiellieri, dagli Etruschi ai grandi dei nostri tempi come Cartier, Buccellati, Boucheron, Bulgari e Van Cleef & Arpels, hanno sempre realizzato fiori spettacolari nei materiali più preziosi. Ho pensato che sarebbe stato bellissimo se fossero esistiti dei gioielli di fiori veri che durassero nel tempo ma dessero sempre la sensazione di freschezza e leggerezza. Un’analisi del mercato di gioielli e accessori mostrava un ampio uso del design floreale, da quelli preziosissimi a quelli in stoffa, ma nulla realizzato con fiori naturali. Questo mi ha fatto capire che era il settore giusto e dopo circa un anno, subito prima della grande crisi del 2008, ho iniziato.

Ci parli delle materie prime.

Fiori. Semplicemente fiori e petali veri. Dopo un laborioso e certosino trattamento di resinatura li monto in modelli semplici in cui il protagonista è il prodotto naturale mentre le perle o le pietre servono solo ad esaltarli. Avevo trovato dei fiori resinati che si avvicinavano al mio concetto ma venivano usati per la decorazione e non in gioielleria per cui erano troppo grandi, alcuni erano troppo fragili e non avrebbero retto all’uso, altri erano trattati con delle resine troppo spesse e gialle e avevano un’apparenza troppo grossolana o, ancora, in certi casi, i fiori erano stati maltrattati prima della resinatura per cui presentevano pieghe o macchioline. Dopo lunghe conversazioni con dei chimici e dei coltivatori di orchidee è stata messa a punto una resina perfetta, trasparente e leggerissima ma al contempo molto resistente per cui il petalo diventa quasi infrangibile. Quando ho visto i primi risultati ho esultato, finalmente avevo quello di cui avevo bisogno e potevo dare sfogo alla mia fantasia. Per quanto riguarda il metallo ho prediletto l’argento perché, soprattutto in quel momento storico, era necessario creare un gioiello economicamente abbordabile ma pur sempre prezioso e mirato alle gioiellerie che cercavano un prodotto naturale in alternativa ai costosi prodotti in oro. Per le perle, naturale prodotto da accostare ai fiori, ho scelto quelle coltivate di varie forme – tonde, keishi, barocche – e per le pietre ho seguito il criterio del naturale per cui, bandite le pietre sintetiche o idrotermali, mi sono diretto su pietre naturali di varia purezza soprattutto in tagli sfaccettati a goccia o a briolette che conferiscono maggior movimento soprattutto negli orecchini.

Quali fiori ha selezionato?

Gli antichi Egizi utilizzavano il loto, le margherite e i fiordalisi; gli antichi Greci avevano serti di rose e viole, gli Hawaiani utilizzano le plumerie e le orchidee. Io ho preferito l’orchidea dai petali spessi e carnosi, simbolo di eleganza e sensualità per cui particolarmente adatto a una donna. Poi ho aggiunto rose aperte di tutte le dimensioni, i boccioli, le viole del pensiero, le margherite e le dalie ed infine anche le farfalle. No, non abbiamo mai maltrattato le farfalle, provenivano da allevamenti e le prendevamo solo quando avevano concluso il loro ciclo vitale e rimanevano con le ali aperte.

Come ha fatto a far conoscere questo prodotto?

Quando si parla di un diamante, di un corallo o di un bracciale in argento, ognuno sa esattamente di cosa si tratta. Ma un gioiello di fiori? Non si riesce a immaginare, si pensa che sia fragile o che sia una imitazione e non un fiore vero. Avevo solo una, costosissima, via per far conoscere il mio prodotto: le fiere di settore. Con base la Sicilia la logistica è stata particolarmente dispendiosa e difficile ma con il mio piccolo team siamo riusciti a portare i nostri fiorellini in tutto il mondo e abbiamo acquisito clienti dalla Cina agli Stati Uniti, dalla Norvegia al Sud Africa. Abbiamo portato una innovazione nelle fiere di gioielleria, tutte tendenti all’essenzialità racchiusa dietro vetri blindati. Noi abbiamo iniziato con uno stand aperto dove la gente potava guardare da vicino il prodotto, prenderlo in mano, testarne la leggerezza e la resistenza. Abbiamo fatto le fiere più importanti: Vicenzaoro, Hong Kong, il MACEF e HOMI a Milano, Oro Arezzo, Orocapital a Roma, JA a New York, JIS a Miami, JCK a Las Vegas, Trinacria Oro a Taormina, Inhorgenta a Monaco di Baviera, Bijorhca a Parigi, JGF a Friburgo, e poi tante fiere più piccole in Inghilterra, California, Germania, Svizzera e in giro per il mondo. È stata una esperienza fantastica e ci ha fatto conoscere tante persone diverse che ci hanno insegnato il gusto del loro Paese. Grazie a questo abbiamo creato delle collezioni mirate: le italiane amano gli orecchini molto grandi, le russe adorano parure complete con fiori grandi, le francesi e le americane sono minimaliste ed essenziali, le spagnole adorano le pansé, le inglesi i boccioli di rosa e le cinesi le piccole rose aperte. È affascinante vedere come ogni popolo ha una sua estetica nella scelta del gioiello.

Quale donna ha in mente quando crea?

Ho in mente tutte le donne. Le donne sono l’essenza della vita, sono il sole che sorge al mattino, sono la gioia, la bellezza di un fiore. Penso a tutte le donne che svolgono un lavoro e si occupano anche della propria famiglia, hanno giornate pesantissime e hanno bisogno di colore, allegria, gioia. Da un punto di vista pratico, nonostante l’uso di pietre o perle, gli orecchini pesano pochissimo per cui diventano anche un gioco ed è possibile usare un’orchidea intera senza che il lobo ne soffra.

Incontri da ricordare?

Una sera, a fine giornata del primo giorno di fiera a Parigi, ero con la mia compagna a rilassarmi in un ristorante di fronte. Nel tavolo accanto un gruppo di russi cenava in allegria. Notiamo che una signora guardava con insistenza la collana di perle e orchidee che la mia compagna aveva ancora indosso. La signora ci sorride e, parlando solo in russo, ci fa i complimenti che capiamo grazie a Google translator. Finiamo col brindare insieme alla fiera appena iniziata e ci scambiamo i bigliettini da visita. L’indomani la vediamo all’apertura, si siede insieme alla sua assistente, e ci fa un bellissimo ordine per i suoi negozi di Mosca e San Pietroburgo e abbiamo instaurato non solo un rapporto professionale ma anche una bellissima amicizia. Nel nostro stand si sono soffermati designer e stilisti di grandi maison ma anche attrici e blogger che ci hanno lusingato. Nei miei ricordi degli anni italiani c’è la principessa Corsini di Firenze e l’importante manifestazione di artigianato italiano che ogni anno a maggio ospita nel suo giardino e alla quale ho avuto l’onore di aver partecipato per diverse edizioni. Fra gli incontri fortunati occupa un posto d’onore la mia assistente, Sarah, lavoratrice indefessa che ci ha aiutati a rispettare tutte le consegne soprattutto quelle stringenti di una televisione americana che ha lanciato i nostri prodotti negli Stati Uniti.

Trasferimento dall’Italia alla California, cosa è cambiato?

È cambiato il mercato, sono cambiati i tempi. I negozi fisici stanno scomparendo e la vendita su Internet è esplosa. Quindi ho deciso di vendere esclusivamente sui grandi siti online pur mantenendo i clienti consolidati. Questo mi permette di aver maggior tempo libero per creare pezzi unici e nuovi ma anche di dedicarmi alla mia grande passione, l’oceano.