Kenzo Takada è partito confrontandosi con la creatività di un Giappone nascente nella moda degli anni '60. Vince il concorso, per giovani stilisti, indetto dalla prima rivista di moda Giapponese So-en, creata dal Bunka Fashion College di Tokyo, presso il quale Kenzo si era diplomato. In gara, con lui, molti amici di talento quali Issey Miyake, Junko Koshino e Kansai Yamamoto.

Nel 1965 intraprende un viaggio in nave sino a Marsiglia. Dal Giappone all'Europa in un mese.Questo giro del mondo inciderà sulla sua cifra stilistica: definizione di un'espressione di moda metropolitana dal cromatismo acceso e dall'iconografia animale. Nel 1970 apre la sua prima boutique Jungle Jap a Parigi, in Galerie Vivienne, dove è tutt'oggi.

Primo creativo nipponico, della moda, a sbarcare nella capitale francese e ad aprire la cultura vestimentaria del suo popolo al mondo occidentale. In quegli anni il mondo della moda ruota intorno a Parigi e alla haute couture, il pret-à-porter è nato da poco, con Saint Laurent nel '66. In questo lasso storico-culturale la moda di Kenzo si esprime in senso cromatico e folcloristico. Il patchwork di disegni e cromie appartengono alla costruzione decorativa del kimono e si affiancano, per Kenzo, in una scelta volumetrica inedita per l'Occidente: il corpo sembra possa nuotare negli ampi volumi, dalle fogge parigine. Nella boutique di Galerie Vivienne dipinge alle pareti una giungla e il tema della giungla diviene la connotazione delle sue collezioni che comprendono un variegato bestiario.

Il cromatismo a contrasto si accende dei colori della natura animale e vegetale. Della cultura giapponese ha soprattutto il concetto di raccolta di disegni diversi accostati tra loro, mentre poco ha nelle fogge. Del kimono, che lo aveva ispirato in gioventù ad entrare tra i primi studenti maschi al Bunka Fashion College, restano i volumi. La sua è una moda casual, poco pretenziosa, ammiccante ad una quotidianità glamour, ma giocosa.

Il suo modo di proporre le collezioni ha fatto scuola. Negli anni '70, la capacità di inscenare sfilate dal gusto teatrale, ha lasciato il segno in quella Parigi salottiera che non aveva mai incontrato il senso di una proposta raccontata con spettacolarità di costruzione ed azione. Per due anni di fila, Kenzo, fa sfilare i suoi modelli in un tendone da circo e la sua uscita finale avviene sul dorso di un elefante ad avallare ulteriormente il tema selvaggio delle sue collezioni.

Oggi Kenzo è rieditato nella sua forza espressiva da Carol Lim e Humberto Leon e appartiene al Gruppo LVMH. Il suo decorativismo filo occidentale e la sua capacità di mixare giungla e street style lo rendono nuovamente il marchio di punta di una corrente moda che guarda ad una rinascita di quella carica espressiva fatta di simbolismo animale e sex appeal. Le felpe che simboleggiano l'archivistica memoria Jungle Jap oggi s'inseguono dai magazine, alle boutique, ai fashion blogger: iconico passaggio di testimone da quella cultura e creatività di frontiera, che fu apertura tra Oriente e Occidente e spazio alla variazione del tema emotivo del “nuovo che ritorna”.