C’era una volta…

Perché iniziare così un resoconto sull’edizione 2021, dal 17 al 19 settembre, di Pitti Immagine Fragranze è presto detto. La nascita di molti profumi è spesso accompagnata da una favola, ovvero da un’idea vestita di fantasia. C’è poi un complicato processo, affidato ad esperti, i cosiddetti nasi, per racchiudere in bottiglia la realizzazione di questa idea. Chi indossa il profumo spesso non ne conosce l’antefatto, ma in fiera, nel suo annuale appuntamento tornato quest’anno in presenza, è possibile avere storytellers di nuovi marchi e anche di quelli classici che resistono nel tempo.

Viene da Londra il profumo Bubble Gum di Bel Rebel, un inno alla leggerezza e un contributo a rendere meno tristi i forzati lockdown durante la pandemia. Questa ditta ha anche studiato, nello stesso periodo, il modo di alleggerire l’inquinamento da packaging, utilizzando scarti dei funghi per creare imballaggi biodegradabili per la sua produzione.

Per la città di Cremona, durante la stasi dovuta al Covid, è stato pensato un profumo identitario della città, Il Cremonese 1715, unendo l’expertise di un liutaio con quella di un profumiere. Come componenti sono state usate le resine della vernice utilizzata per gli strumenti ad arco al tempo di Antonio Stradivari, seguendo le indicazioni scritte a quei tempi; legni pregiati completano la ricetta. Delicato, maschile e molto originale il risultato.

Il nome Kajal è stato apposto a una lunga serie di bottiglie, tutte caratterizzate da un tappo inciso nello stesso modo, che cambia di colore a seconda dell’aroma. Lo stesso disegno si trova nel pendente per collana abbinato alle confezioni regalo. Qui “kajal” significa qualcosa di completamente antitetico al significato di sostanza che rende gli occhi luminosi e seduttivi: significa “modestia”. Quel tripudio di profumi florali, orientali, sensuali e gourmand si fa fatica ad abbinarlo alla modestia. Qui la storia non è stata narrata, ma forse si vuol fare intendere che questa linea di fragranze può trasformare, per la gioia dell’uomo che la dona, la virtù di fondo in qualcosa di incendiario.

Pana Dora Sweden, con il profumo Legno Svedese, è riuscito a creare note di fondo (il bosco) che, successivamente lasciano posto a note di cuore (i fiori), con uno stacco netto, come se qualcuno, nella fiaba, ti conducesse per mano dal bosco alla radura. Però i trofei di cervo in metallo, messi come tappi alla linea di profumi non sembrano fatti per accattivarsi gli amanti della natura, come invece riesce a fare questo interessante profumo.

C’è poi il mondo della sinestesia a dare origine a molte nuove fragranze. Uermi, da pronunciare con l’accento sulla i, ad evocare il suono della locuzione inglese “indossami”, caratterizza, ad esempio, una linea costruita sul legame fra tessuti e profumi. Dalla seta al tweed, dal damasco al cashmere, senza dimenticare il denim, ciascuno di questi tessuti ha l’onore di un flacone diversamente etichettato. Peccato che quasi nessun espositore fornisca bottigliette campione, ma solo uno spruzzo su cartoncino. Anche i più desiderosi di conoscere le novità, per paura di un’ubriacatura si limitano a guardare senza annusare. Il campioncino permetteva di diluire nel tempo, nei giorni successivi alla fine della fiera, il cimento dell’olfatto per comprendere la complessità del messaggio che ogni profumo veicola.

Fra i classici abbiamo scelto lo stand di Fragonard. Fondata nel 1926, è una fra le più antiche profumerie di Grasse. Gioia di vivere è l’identità della Maison, che produce anche una linea per l’ambiente. Questo è l’anno del fiore della passione, nota di cuore del nuovo profumo e protagonista di tutta la grafica degli imballaggi e del catalogo 2021. Oltre a numerosi negozi di vendita, il marchio ha fondato tre musei di profumi a Parigi e tre musei a Grasse (il Museo Provenzale dei costumi e dei gioielli; quello dedicato a Jean-Honoré Fragonard e quello dei profumi).

Parfumeide, atelier di design olfattivo, aveva già fatto capolino allo scorso Pitti Uomo Qui propone nuovi profumi, fra cui Plumeria Intense, voluttuoso e muschiato e Thin Air, legato al ghiaccio. Ci dice del sottile profumo che il ghiaccio emana, e perciò della necessità di arricchirlo di erbe.

La formazione scientifica di base di Alba Chiara De Vitis, il naso del marchio, (proviene dal mondo della matematica e del trattamento dati), mi stimola a porle qualche domanda, pur sapendo che le sue risposte saranno solo in parte condivise dal mondo della profumeria, in quanto lei ha impiegato per prima le conoscenze nel campo dei big data alla creazione di un profumo.

Come si fa a riconoscere le componenti chimiche in un prodotto?

Molecole di sintesi utilizzate per ottenere odori non naturali sono note fin dai primi del ‘900. Il famosissimo Chanel n. 5, ad esempio, conteneva aldeidi. Sono usati solo come correttori. Oppure nei casi in cui, come per il frangipane, l’estrazione della fragranza dà come risultato il fiore cotto, si costruisce chimicamente l’emanazione del fiore fresco. Non è quindi una scappatoia per semplificare il lavoro.

Frangipane?

Detto anche “plumeria”, è il fiore di cui sono fatte le collane che adornano le tahitiane. Cresce in svariati colori ed ha una profumazione calda e intensa.

In quale misura la sua formazione matematica le ha permesso un nuovo metodo di creazione di profumi?

Il data analysis mi permette di creare una struttura. Come in campo musicale, poi, i vari ingredienti debbono essere alla pari, senza sovrabbondanza di uno sugli altri. Con il data analysis do forma alle varie, numerose, componenti. L’evoluzione è la divisione in note di testa, note di cuore e note di fondo. Il mio metodo permette di prevedere quale può essere il risultato.

C’è in fiera anche la presentazione di un metodo estrattivo del XVI secolo cui è applicata la tecnologia dei nostri tempi. L’enfleurage, reinventato da Mane, un ibrido nel pieno rispetto dell’ambiente, un'alternativa green alle estrazioni classiche che conserva un profilo olfattivo vicino al profumo autentico di fiori freschi delicati, come il Jasmine Grandiflorum.

Possiamo concludere, quindi, che siamo nel regno, quello dei profumi, in cui si assiste ad un vero connubio fra scienza ed arte.