El Tayeb Nation è il brand vincitore del Franca Sozzani Debut Talent Award nell'ambito della terza edizione del prestigioso concorso internazionale Fashion Trust Arabia 2021.

Abdel Gader El Tayeb Al Sadig, fondatore di El Tayeb Nation, crea moda da quella che è la longeva tradizione della contaminazione etnico-culturale che gli appartiene per nascita.

Di genitori sudanesi ma nato in Francia, a Bordeaux, è stato introdotto alle arti creative sin da bambino, durante le vacanze in Sudan, e quando è arrivato al liceo era certo di intraprendere una carriera nella moda, malgrado la disapprovazione della famiglia.

El Tayeb lascia emergere l'ibridazione stilistica dei suoi due mondi facendo diventare il suo nome la bandiera simbolo di una territorialità di confine che si fa nuovo fronte per nuovi stimoli.

Il design consapevole fatto a mano è un principio guida nel lavoro di El Tayeb. La sua visione artistica combina la passione per l'artigianato sudanese con un tocco europeo contemporaneo.

La sua infanzia in Sudan lo ha reso pregno di un substrato densissimo di tradizione popolare.

La sua formazione in Design Tessile, presso l'École Nationale Supérieure des Arts Appliqués et des Métiers d'Art di Parigi, (ENSAAMA), conosciuta anche come Olivier de Serres, istituto francese che ha visto nelle proprie fila studentesche celebrati autori quali Serge Mouille e Michel Gondry, lo ha reso consapevole che quanto aveva impresso della tradizione del suo popolo poteva tradurlo, a livello tattile, nelle sue creazioni tra trama e ordito.

In questo contesto ha imparato a conoscere il lavoro a maglia, la tessitura, la tintura manuale e lo shibori (una tecnica di colorazione giapponese che crea modelli specifici utilizzando il pigmento indaco) e si è appassionato al processo di sviluppo dei tessuti, vivendolo come un laboratorio creativo dalle infinite possibilità.

Non pago di questo suo approccio manuale nel creare le immagini che lo pervadevano decide di iscriversi a l'École Nationale Supérieure des Arts Visuels, meglio nota come La Cambre (ENSAV), a Bruxelles, rinomata scuola di arti visive fondata da Henry van de Velde nel 1926.

Questa dichiarata svolta verso il mondo della moda (suo primo interesse) lo ha posto nella scia di altri ben più noti creatori che in quelle aule hanno visto la loro formazione: da Anthony Vaccarello a Marine Serre.

Il tema della preparazione delle donne sudanesi, il giorno delle nozze, è uno dei soggetti che si materializzano nel progetto di Abdel.

L'osservazione discreta della ritualità intima e domestica dei membri della sua famiglia per gli eventi della quotidianità e per quelli più straordinari della vita pubblica lo ha educato alle movenze e alle tradizioni architettoniche del corpo di un popolo così legato alla sua storia e tradizione.

Il femminile materno è stato mappato da come si intrecciano i capelli e ci si prepara profumandosi i vestiti con l'incenso, alle grafiche di mani e piedi con l'henné, sino alla ricchezza cromatica dei tessuti, passando per l'uso dell'oro, e giungendo agli aspetti più brillanti del carattere sociale di una comunità: la manifestazione della gioia e la danza quali impressioni da riprodurre nella propria fucina creativa.

Combinando l'atavica tradizione artigiana arabo-africana con i codici della moda occidentale, Abdel ha creato il proprio linguaggio visivo. Il suo mondo fa riferimento a vari artisti, movimenti, autori e musicisti: Jean-Paul Goude, Sonia Delaunay, il Bauhaus, James Baldwin e Nina Simone.

La sua visione ispirazionale giunge da questi soggetti iconici, ma anche dalle foto di famiglia.

Quando inizio una collezione, ho bisogno di creare una storia che collochi i personaggi in uno spazio e in un tempo specifici. Questa storia è inevitabilmente collegata alla mia identità e alla mia famiglia; sfogliare le loro foto mi fornisce molto materiale di lavoro. Ho anche bisogno di leggere articoli per collegare la storia a una questione culturale reale, come la sostenibilità.

(A.E.T.)

La sua mancata identificazione territoriale derivatagli dall'appartenenza nativa e formativa a due realtà così distanti tra loro e così osmoticamente rintracciate lo ha portato a crearsi una sua nazione personale (El Tayeb Nation) che è dedicata ed ispirata al ricordo paterno e dunque alla famiglia e si espande nelle strade dell'Occidente europeo e al tema della traccia sociale dei neri nel Vecchio Continente.

Nella sua collezione realizzata per la laurea Tayeb crea visivamente il concetto della sua nazione e lo presenta come ad una cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici:

La festa nazionale di El Tayeb Nation, ricorda la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici. Vediamo le squadre sfilare in divise su misura, ricamate, con una maestosità che trovo bellissima. Donne ufficiali della mia nazione che sventolano stendardi al vento, portando la mia bandiera e il mio scudo.

(A.E.T.)

Unendo le idee della moderna sartoria alle antiche tecniche dell'intreccio dei cesti, Abdel ha sviluppato un motivo geometrico utilizzato come elemento ricorrente in tutta la collezione.

La sua interpretazione del cestino è triplice, vista nei dettagli grafici che ornano i capi, nei cappelli sperimentali fatti a mano e nel contorno delle silhouette stesse.

Prendendo atto dei volumi arrotondati del cesto ha creato il suo "Corpo Archetipico".

“Mi sono ispirato alla ‘Spoon Woman’ di Alberto Giacometti”, dichiara Abdel riferendosi allo scultoreo, alla nozione di fertilità, e a una madre patria che trasmette la sua cultura al figlio.

Per sviluppare le sue silhouette, tra couture ed easy to wear, Abdel ha sperimentato tecniche di drappeggio artigianali.

Mi piace poter girare fisicamente attorno al manichino e manipolare il tessuto, per lavorare come se fossi uno scultore, come faceva Azzedine Alaïa.

Il suo amore per il lavoro manuale e per i dettagli lo ha portato a collaborare con vari artigiani, permettendogli di realizzare il suo "Abito Cesto" in maglia, legno e plastica, nonché di sviluppare i suoi ricami di ispirazione sudanese con l'azienda indiana specializzata Venture.

Abdel esprime in termini territoriali la forza autoriale di autodeterminazione estetica nel senso più alto della scala valoriale della creatività. In tale misura si realizza uno spazio per connettere le persone e celebrare la diversità e il duplice patrimonio culturale che informa il suo lavoro.

In questo modo giunge ad affrontare le complessità delle identità africane multiculturali e delle esperienze diasporiche che si estendono oltre la moda e come parte del tutto.

El Tayeb determina attraverso i corpi delle sue creazioni la costituzione di un autentico organo autonomo della bellezza legata alla personalità e all'individualità astratta dall'ecumenismo e coesa alla propria natura ed origine.

Abdel si fa nazione come nascita di un territorio che si sostenta della sua forza eclettica e germinatrice attraverso l'emozione dell'appartenenza alla tradizione famigliare e al bacino allargato del mondo:

“My Nation Bears Your Name” El Tayeb Nation.