Da sempre considerato più come un indumento intimo o un semplice accessorio che come un vero e proprio capo di abbigliamento, oggi il body diventa protagonista assoluto delle collezioni di Rosie B., dove B. sta appunto per “bodysuit”, il giovane brand nato dall’intuizione della sua fondatrice Mariarosaria Binetti. “Durante la pandemia, come tutti, ho trascorso molto più tempo in casa ma non volevo rinunciare alla mia femminilità ed ero sempre alla ricerca di un outfit comodo ma elegante. Da qui l’idea di puntare su un must intramontabile come il body per accompagnare le donne in ogni occasione e momento della giornata”.

Un obiettivo ben preciso in un momento difficoltoso come la pandemia si è trasformato in una grande opportunità grazie al supporto di una persona, molto vicina a Mariarosaria, che ha in primis creduto e sostenuto questo progetto. Successivamente, l’incontro con Ludovica Bonini e Marzia Peragine, due giovani talenti, attive nel campo del fashion, ha dato origine al team vincente di Rosie B., composto oggi da tre donne, con tre background diversi ma con un’unica passione per la moda e il buon gusto.

Ludovica, un vero e proprio architetto del corpo, come lei stessa ama definirsi, segue la parte della sartoria, realizzando i prototipi dei modelli, puntando sulla ricerca dei tessuti e lavorazioni di qualità, giocando con tagli tra presente e passato per ridar vita ad un capo trasversale, come quello del body, capace di cavalcare le epoche senza mai passare di moda. Appassionata di epoche diverse e vecchie pellicole è Marzia, meglio conosciuta come la “stylist dei social”, capace di cercare il bello in tutto ciò che la circonda e di plasmare la sua vita come se fosse giornalmente su un set, trovando ispirazione in qualsiasi cosa. Contemporaneamente stylist, content creator e social media manager, per Rosie B. Marzia si è concentrata sull’immaginario che poteva creare attorno ad ogni body, ricollegandoli a momenti di vita e icone di film del passato: Grace, Sophia, Marilyn, Brigitte, Audrey, Diana.

Ogni modello della collezione Rosie B. prende infatti il nome da una di queste donne, diventate vere e proprie dive, che persistono come icone mitologiche fuori dal tempo e custodisce un’anima cosmopolita, ma romantica e sognatrice, sintesi perfetta tra l’eleganza disinvolta dei look da giorno e il fascino seducente dell’evening wear, pensato per essere indossato in ogni stagione.

Incuriositi dal giusto mix di talento, intraprendenza e femminilità, abbiamo intervistato Mariarosaria, per i cari amici Marò, una donna dal cuore grande, che con grandissimo senso del lavoro, sempre pronta a mettersi in discussione, è riuscita a realizzare il suo sogno.

Come e perché nasce Rosie B.?

Rosie B. nasce da un periodo di riflessione e di pausa, dovuto anche a questa pandemia, che ha paralizzato tutto il mondo. Come spesso accade è proprio dalle crisi che nascono le più grandi opportunità, e per Rosie B. è stato proprio così. Attraversavo un momento di confusione personale e lavorativa, che mi ha messo di fronte a delle scelte, e in questo frangente ho avuto la fortuna di avere al mio fianco qualcuno che ha creduto in me e che mi ha spinto a realizzare i miei sogni, piuttosto che a continuare a condurre una vita che non era la mia.

Volevo creare un passepartout che potesse accompagnare tutte le donne in ogni occasione e momento della giornata con eleganza e femminilità, qualcosa di adatto ad ogni circostanza, da abbinare a qualsiasi outfit, casual o elegante. Da qui l’idea di puntare su un capo intramontabile come il body.

Tre aggettivi per descrivere il tuo brand.

Femminile, versatile, contemporaneo, con uno sguardo al passato.

Da quante persone è composto il tuo team?

Il team Rosie B. è composto da me e dalle mie due socie, Ludovica Bonini e Marzia Peragine, che fin da subito hanno fortemente creduto in questo progetto, appoggiandomi incondizionatamente nella sua realizzazione. Potrei definirle i miei bracci destro e sinistro. C’è anche una quarta figura che menziono come parte integrante di questo team tutto femminile, che ci supporta come Digital Art Director dall’altra parte del mondo con la sua incredibile professionalità e precisione, Amanda Lam.

Femminilità per te è sinonimo di…

Credo che la femminilità sia una questione di gentilezza e delicatezza, soprattutto nel modo di porsi. Più superficialmente invece, un mix tra bon ton e malizia che coesistono in un equilibrio perfetto.

Il Made in Italy del vostro prodotto in cosa si riconosce?

Sicuramente nell’impronta sartoriale del brand, che racchiude un insieme di valori e canoni stilistici ben precisi, minuziosa cura dei particolari ed estrema attenzione alla qualità.

I materiali che avete privilegiato nella vostra collezione.

Trattandosi di un capo aderente come il body, abbiamo deciso di rivalutare il comfort e di privilegiare tessuti elastici e morbidi, che potessero adattarsi e valorizzare le forme di qualsiasi silhouette, avvolgendole con delicatezza, senza risultare scomodi. Tutti i nostri tessuti e materiali derivano da una scrupolosa ricerca e selezione effettuata esclusivamente nel nostro Paese, privilegiando quindi le nostre materie prime e la filiera locale.

Dove avviene la produzione?

La produzione al momento avviene in Lombardia. L’iter produttivo comincia con la definizione del modello e del successivo primo prototipo che Ludovica realizza personalmente, dando vita e rendendo tangibile quella che è la nostra idea. Una volta definitivo, il prototipo viene inviato al laboratorio che realizza un campione di prova. Successivamente al nostro controllo e approvazione del campione inizia la produzione.

Ogni modello di body è ispirato ad una regina di fascino ed eleganza. La tua icona personale dell’eleganza è…?

La mia nonna materna. Una vera principessa ed una diva del cinema mancata.

Nella vita ti senti più Diana, Marilyn, Brigitte, Sophia, Audrey o Grace?

Adoro Brigitte. Per la sua eleganza senza tempo un po' maliziosa e per la sua appartenenza all’epoca in cui avrei tanto voluto nascere, gli anni ‘60-‘70. Da lei deriva la mia passione per i fiocchi in tutte le salse. È stata colei che ha letteralmente “sdoganato” il fiocco anche in età adulta, rendendolo simbolo di sensualità ingenua, proprio come lo vedo io.

Grace Kelly affermava: “L’emancipazione delle donne ha fatto perdere il loro mistero”. E ancora: “Il ruolo naturale delle donne è essere un pilastro per la famiglia”. Ad oggi che hai appena lanciato il tuo brand condividi queste affermazioni, secondo te il fascino femminile in cosa risiede?

Nella capacità di essere tutte e due. Credo che una donna completa, non possa essere solo una donna in carriera, o solo dedita alla famiglia. Nella mia vita la famiglia ha un posto molto importante, quindi credo che le sue parole, per quanto un po' estreme, non fossero del tutto sbagliate. Oggi che ho lanciato il mio brand, continuo come prima a credere che le due cose non debbano necessariamente escludersi l’un l’altra.

Hai lavorato due anni in qualità di Marketing e Communication Manager nel team di Elisabetta Franchi e precedentemente come Pr and Vip Services Manager per Luisa Beccaria: quali sono le skills acquisite che hai potuto mettere in pratica con la fondazione del tuo brand?

Metodo e disciplina. Ricordo quando lavoravo come Marketing & Communication Manager per Elisabetta Franchi e ho partecipato in prima persona alla celebrazione dei vent’anni del brand: è stato emozionante e stimolante contribuire all’organizzazione di un evento così importante, per un brand che si trovava all’apice del suo successo.

Data la tua giovane età, quali sono i consigli e suggerimenti per chi sta pensando di fondare un suo brand e quali sono le difficoltà o i rischi che hai dovuto affrontare?

Il consiglio è mai pensare che sia facile e di circondarsi delle persone giuste. Credo fortemente che l’unione faccia la forza. Pur essendo maniaca del controllo, non condivido l’avidità di chi spesso tende ad accentrare tutto pensando di poter così facendo ottenere successo solo per sé. Un team unito è fondamentale ed il successo è più bello se condiviso! Le difficoltà sono tante e riguardano spesso il raffrontarmi spesso con persone inaffidabili e incompetenti. Avere una propria attività implica il prepararsi a non staccare mai la spina e non poter mai chiudere la porta al lavoro.

Londra cosa ha rappresentato per te personalmente e professionalmente e quali differenze riscontri tra l’Italia e l’estero nel campo della moda?

Londra per me ha rappresentato moltissimo e tanto di ciò che sono ora lo devo a lei. Mi ha accolta da subito con calore e allo stesso tempo mi ha fatta crescere. Mi ha aperto gli occhi su un mondo che non credevo esistesse e mi ha resa libera, dai mille stereotipi e limitazioni, che a volte l’Italia ahimè ancora presenta. Le dinamiche della moda credo siano simili un po' in tutto il mondo, in Inghilterra ho riscontrato sicuramente più rigore e disciplina in diversi ambiti.

Audrey Hepburn diceva: “Il successo è come raggiungere un traguardo importante e rendersi conto di essere esattamente la stessa”. Ad oggi, come ti senti dopo aver raggiunto questo traguardo?

Esattamente come affermava Audrey, la stessa. Solo con tante responsabilità in più.

Progetti e ambizioni future?

Molti progetti in vista, abbiamo in programma di scattare una campagna con un personaggio molto noto ma non possiamo svelare ancora nulla, vi consiglio di rimanere sintonizzati sul nostro sito di Rosie B.!

Il brand è stato lanciato a novembre del 2021, la pandemia è stata vissuta da te come un ostacolo per la realizzazione del tuo brand o come motivo di stimolo e riflessione?

Ad oggi posso dire che se non ci fosse stata la pandemia, che mi ha costretta a “fermarmi” e a riflettere su ciò che veramente volevo, Rosie B. non esisterebbe. Non tutti i mali vengono per nuocere e sono dell’idea di cercare sempre di estrapolare il positivo dalle situazioni negative che spesso purtroppo ci troviamo ad affrontare.