Oggi Federica Nascimben ci racconta tutti i segreti di un matrimonio all’italiana per stranieri.

Cosa ti ha spinto a scegliere come lavoro l'organizzazione di matrimoni e da quanti anni ti dedichi a questo settore?
Direi che forse questo lavoro è una delle rarissime opportunità che non si sono presentate per caso nella mia vita. Ho cercato infatti di dare forma e concretezza alle passioni che coltivo da sempre. Innanzitutto l'attrazione per le lingue e le culture straniere mi ha spinto a viaggiare, scoprire e farmi influenzare e cambiare... Ma anche il piacere di pianificare, organizzare, studiare nei dettagli eventi e viaggi, l'amore e l'orgoglio verso il nostro paese e la volontà di farlo conoscere e "risplendere". Non ci potrebbe essere un lavoro più perfetto di quello che ho la fortuna di svolgere per far convivere e crescere tutti i miei sogni e le mie aspirazioni. Proprio per questo ho quasi l'impressione di fare questo lavoro da sempre... anche se il primo contratto con una coppia di americani, che non dimenticherò mai, risale oramai al lontano 2005!

Come hai mosso i primi passi in questo ambiente e come imparato i segreti del mestiere?
Dopo aver conseguito una laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l'Università Cà Foscari di Venezia ho avuto modo di approfondire le mie conoscenze specifiche nel settore dell'organizzazione di eventi con una formazione di un anno accademico nella prestigiosa Sussex University di Brighton e un master a Roma per aspiranti Manager dello Spettacolo. Di lì a poco sarei partita per uno stage negli Stati Uniti presso una multinazionale leader nel settore. Ma il loro modus operandi da subito mi è sembrato troppo convenzionale, troppo impersonale. Sicuramente mi hanno offerto l'opportunità di apprendere un metodo, di conoscere il mercato americano e in generale anglosassone, che richiedono una conoscenza specifica, ma non volevo rinunciare a un mio, tutto personale, approccio autentico e genuino. Così ho deciso di rischiare e fondare The Italian Wedding Event.

Cosa cercano e cosa si aspettano gli stranieri che scelgono l’Italia per sposarsi?
Cercano prima di tutto una persona a cui affidarsi totalmente. Cercano un consulente professionale che abbia una conoscenza profonda del territorio da cui attingere idee e consigli in merito alle strutture con cui lavorare, gli alberghi dove far soggiornare i loro ospiti, i fornitori da impiegare nei loro eventi... ma soprattutto hanno bisogno di un interlocutore con il quale si sentano completamente a proprio agio. Un bravo wedding planner che lavora con gli stranieri deve anche essere un paziente mediatore culturale, saper veicolare le differenze tra le due culture, che inevitabilmente esistono, facendole percepire come ricchezza e non come limite. Il segreto è riuscire ad annullare le situazioni che potrebbero rappresentare delle barriere e riuscire a sorprendere.

Quali sono le location più gettonate?
Sicuramente tra i luoghi più richiesti vi sono la Costiera amalfitana, Roma, la Toscana, Venezia, il lago di Como e Portofino. Personalmente ho sempre cercato di valorizzare anche location meno promosse dai grandi tour operator internazionali, ma non per questo meno affascinanti. Ed è per questo che negli ultimi anni ho organizzato numerosi matrimoni in borghi medievali dell'Umbria, nella cornice incantata e surreale del lago d'Orta, in Sardegna e Sicilia.

Che tipo di allestimento prediligono gli stranieri?
Lavorando con nazionalità diverse e lontane fra loro è davvero impossibile poter definire un tipo di allestimento prediletto. Molto dipende dalla location selezionata, molto dal carattere e dai gusti della coppia, dalla stagionalità dell'evento e sicuramente anche dalla cultura di provenienza. Per ogni matrimonio eseguiamo uno studio che tenga in considerazione tutti questi aspetti e che riesca a farli "sposare" bene insieme.

E per quanto riguarda il menu? Immagino che il buon cibo sia uno degli elementi principali per cui gli stranieri scelgono l’Italia, sbaglio?
Sicuramente la nostra cucina, per la quale siamo famosi in tutto il mondo, aiuta molto e diventa una discriminante importante. E' buffo notare come in un momento storico in cui noi italiani siamo curiosi e aperti verso una cucina sperimentale e gourmet, lo straniero cerchi invece la tradizione, la semplicità. Ma l'Italia riesce ad attrarre una moltitudine di stranieri, anche perché è considerata il "Paese dell'Amore" per antonomasia... tutto ai loro occhi suona romantico: a partire dalla musicalità della lingua, fino al proverbiale spirito d'accoglienza e al calore umano, per non parlare del patrimonio storico e artistico unico.

Di quale nazionalità sono principalmente gli stranieri che ti contattano e come fanno a sapere di te?
La nostra principale vetrina è sicuramente il web, dove clienti passati e futuri si confrontano, scambiano opinioni, esperienze, foto... Per quanto riguarda le nazionalità, sicuramente spiccano ai primi posti britannici, americani, irlandesi, canadesi, australiani. A seguire i nuovi mercati emergenti come Cina, Brasile e Russia. Di particolare interesse è stato poter lavorare negli ultimi anni con culture molto diverse dalla nostra, come quelle del Libano e del Nord Europa.

I tuoi clienti sono esigenti, pignoli, con le idee chiare da subito, indecisi... o si affidano completamente a te?
Ovviamente c'è un po' di tutto, c'è chi si affida completamente perché non ha assolutamente idea di come iniziare e c'è chi invece si è già creato il suo matrimonio ideale, e allora spetta a noi realizzarlo ancora meglio! Sicuramente la nostra clientela ha aspettative molto alte, perché abituata a standard molto elevati: un aspetto del mio lavoro che ho sempre trovato di vitale importanza, per poter costantemente continuare a crescere e migliorarmi.

Il matrimonio più bello che finora hai organizzato?
Spesso mi hanno fatto questa domanda, e provo sempre una grandissima difficoltà nel rispondere. Come mai? Semplice, perché ci sono stati nella mia carriera degli eventi lussuosissimi e indimenticabili, come ad esempio un matrimonio sulla terrazza di un faro a Capri che non era mai stato aperto al pubblico. Ricordo anche con particolare piacere un evento organizzato per una coppia di Hong Kong, in cui ogni singolo dettaglio era stato realizzato a mano artigianalmente, un tripudio d'arte italiana: pittori avevano partecipato alla realizzazione dei segnaposti e bomboniere, tenori della Scala hanno sorpreso gli ospiti durante la cena, e il tutto suggellato da straordinari fuochi d'artificio sparati da una chiatta in mezzo al lago di Como. La lista di luoghi ed eventi da favola che abbiamo avuto modo di organizzare potrebbe essere infinita, ma quello che per me rende un matrimonio davvero indimenticabile è il sorriso nello sguardo dei miei clienti, e la loro amicizia che rimane negli anni.

Raccontaci brevemente tutte le fasi dell’organizzazione di un matrimonio. Quali a tuo avviso le più delicate?
Si comincia da un primo contatto con la coppia, prevalentemente via email, in cui, a seguito di una loro richiesta di assistenza, richiediamo i dettagli che possono servire per formulare la proposta più adatta. Dobbiamo sapere numero degli invitati, stile preferito, budget, ecc. A volte è richiesta una location precisa, altre volte ci vengono richieste diverse proposte in una zona particolare. Una volta individuate le necessità del cliente inviamo una prima proposta con varie idee e indicazioni dei costi. Questo permette al cliente sin da subito di poter calcolare un budget per la tipologia di evento che sta sognando. Una volta selezionata la location e fissata una data, si parte con lo studio di tutti i servizi collaterali, come i fiori, le decorazioni, la musica, il fotografo, ecc. Secondo la mia esperienza la fase più delicata è quella della scelta della location, poiché nella maggior parte dei casi i nostri clienti non visitano le strutture prima del matrimonio.

Quali sono le qualità e le abilità necessarie per un wedding planner che voglia dedicarsi agli stranieri che scelgono l’Italia per sposarsi?
Oltre a una conoscenza peculiare del territorio, delle strutture, di tutti i fornitori, e un'innata capacità comunicativa, un bravo wedding planner deve essere sicuramente paziente e comprensivo, ma allo stesso tempo risoluto e intraprendente: gli sposi non devono aver neppure il tempo di realizzare che un dettaglio del loro matrimonio non è andato esattamente come era stato pianificato, perché nel momento in cui si presenta il problema deve essere già risolto!

C’è molta concorrenza in Italia tra le agenzie di questo settore? Se sì, come fate a differenziarvi?
Ho sempre pensato che la concorrenza sia un aspetto positivo del mercato, se responsabile e onesta. Purtroppo in questo settore c'è molta improvvisazione. Un paio d'anni fa il maitre di sala del prestigioso Cala di Volpe di Porto Cervo con una battuta mi disse che le trasmissioni televisive sull'organizzazione dei matrimoni e tutto il business collaterale aveva portato grossi disagi alle strutture, perché molti hanno pensato di diventare wedding planner solo seguendo quei pochi consigli. Io non ho nulla in contrario invece verso quel tipo di trasmissioni e la spettacolarità creata attorno all'organizzazione dei matrimoni, perché possono essere occasione di stimolo e crescita. Ma diventare un wedding planner comporta molto di più... a tutte gli aspiranti wedding planner mi sento di dire di diffidare di quei corsi costosissimi che pretendono di insegnare tutti i trucchi del mestiere in una settimana. La formazione è essenziale, ma richiede tempo, dedizione e tanta infaticabile perseveranza.

Tra i clienti stranieri funziona il passaparola?
Certamente, per ovvie ragioni si tratta di un passaparola in rete, ma è senza dubbio linfa vitale per la nostra attività.

La soddisfazione più grande che hai ricevuto da questo lavoro ad oggi?
Tutti i nostri sposi sono riusciti a regalarmi emozioni e soddisfazioni diverse che proprio non riuscirei a elencare in ordine di importanza. Certo che gesti eclatanti come prenotare un aereo un anno dopo il matrimonio per annunciarmi di persona la nascita del primo bimbo o il dono dell'abito da sposa come riconoscimento per essere riuscita a regalare una giornata indimenticabile sono segni indelebili che solo un lavoro così speciale potrebbe regalare.

Si dice che chi organizza matrimoni ami farlo per gli altri appunto, e non per se stesso, è così?
Mi costa ammettere di far parte di quel luogo comune ma fino a ora la mia esperienza pare proprio dover confermare questa teoria! O meglio, ci penso, ma sicuramente sarà qualcosa di assolutamente diverso da un matrimonio, proprio per permettermi di godermi la giornata senza avere l'impressione di essere "in servizio"; penso che sarà una sorta di flash mob wedding, potrebbe anche diventare una nuova tendenza!

Per maggiori informazioni:
The Italian Wedding Event
www.italianweddingevent.com
www.federicanascimben.com