Sono conosciuti come i “Maestri di potatura delle vigne” e la loro consulenza è richiesta dalle principali aziende italiane e delle grandi regioni del vino europee: si dedicano dal 2003 al recupero del mestiere del potatore con strumenti di formazione e tutoraggio e oggi sono l’unico gruppo accreditato e strutturato a livello europeo nel settore della formazione del personale addetto alla potatura manuale dei vigneti. Insegnano il Metodo Simonit&Sirch e valorizzano il “saper fare in vigna”, attualizzandolo alla luce delle più moderne conoscenze in fatto di anatomia e fisiologia delle piante della vite. Si sono inventati una nuova richiestissima professionalità.

A creare il gruppo Simonit&Sirch e a connotarli con una professionalità unica a livello internazionale, sono stati Marco Simonit e Pierpaolo Sirch, friulani, che hanno ripreso e innovato delle tecniche di potatura in uso in passato abbandonate/dimenticate dalla moderna viticoltura. Anche loro, come Poussart fece alla fine del 1800, hanno ripreso l’analisi dei fusti delle viti di oggi e hanno concluso che le ferite di potatura sono responsabili dell’integrità del sistema vascolare delle piante che, se viene compromesso, porta alla loro morte.

Proviamo a parlarne con Marco Simonit. Dunque, tra i rischi peggiori per la pianta della vite, vi sono gli errori di potatura. Da cosa siete partiti?

Ci siamo mossi dalla premessa appena fatta e abbiamo messo a punto un metodo di potatura ramificata, che riduce l’impatto devastante che hanno i tagli sul sistema linfatico della pianta a causa del disseccamento interno che provocano. Il nostro Metodo può essere adattato a tutte le forme di allevamento della vite, perché le regole di un taglio corretto sono indipendenti dal sistema di allevamento.

Come descriverebbe quello che è ormai noto come Metodo Simonit&Sirch?

Il nostro sistema si fonda su 4 regole base che possono essere applicate universalmente: permettere alla pianta di crescere con l’età, di occupare spazio col fusto e con i rami; garantire la continuità del flusso linfatico; eseguire tagli di piccole dimensioni sul legno giovane, poco invasivi; utilizzare la cosidetta tecnica “del legno di rispetto” per allontanare il disseccamento dal flusso principale della linfa. Siamo partiti dalle osservazioni di Denis Dubourdieu, docente di Enologia e direttore dell’ISVV Istitut des Sciences de la vigne et du vin dell’Università di Bordeaux secondo il quale “considerato il fatto che allo stato attuale non esistono rimedi veramente efficaci per contrastare le malattie del legno, bisogna cambiare ottica, lavorando sulla struttura della pianta e puntando sulla prevenzione. E la prevenzione comincia con una corretta potatura che rende le viti meno vulnerabili, con una struttura legnosa più integra ed efficiente, e dalla formazione del personale addetto a questa operazione, che sappia usare le giuste tecniche di taglio per aumentare la difesa naturale delle piante”. E’ stato proprio Dubourdieu a chiamare per primo in Francia, a Bordeaux, l’équipe di Simonit&Sirch, individuando in loro i migliori consulenti a livello internazionale per affrontare la scottante e attuale problematica del deperimento dei vigneti e della riduzione della produttività, con gli alti costi diretti e indiretti che ne conseguono. Con Dubourdieu stanno lavorando in modo che sperimentazione e formazione procedano di pari passo. Simonit & Sirch sono stati inseriti come docenti nel Corso di viticoltura del Diploma Nazionale di enologia di Bordeaux, punta di diamante dell’enologia mondiale, e hanno sottoscritto una convenzione per la ricerca e la sperimentazione con l’Institut National de la Recherche Agronomique: stanno lavorando nei loro vigneti e facendo formazione per i loro dipendenti. Spiega ancora Dubourdieu: “vogliamo valutare l’effetto del modo di potare sull’evoluzione delle malattie vascolari della vite, soprattutto sul mal d’esca. La questione è di riuscire a sapere se le potature meno invasive (che rispettano i flussi della linfa, limitano le ferite e la proporzione di legno morto nel ceppo) possano proteggere meglio le viti dal mal d’esca. Interessante sarà anche vedere se la resistenza della vite allo stress idrico ( e quindi di conseguenza la qualità enologica dell’uva) può essere migliorata da una potatura non mutilante”.

L’impegno di Simonit e Sirch e della loro Scuola, in Francia, riguarda oltre ai vigneti dell’INRA, l’istituto nazionale di ricerca agronomica, pubblica istituzione di ricerca sotto il patronato del Ministero dell'Università e della Ricerca e del Ministero dell'Agricoltura e della Pesca francesi, alcuni noti Châteaux della zona di Bordeaux. Fra Italia e estero, sono oltre 130 le aziende che si sono affidate a questo giovane e dinamico gruppo accreditato con università e istituti di ricerca per formare, teoricamente e praticamente, i potatori. Ancora qualche particolare?

In Austria a fare da apripista è stata la Stiria, dove nel 2010 quattro fra le più note aziende associate alla STK - Steirische Terroir und Klassikweingüter, hanno avviato un percorso di formazione non solo dei potatori, ma anche dei responsabili aziendali e degli stessi titolari e, per poter sfruttare ulteriormente la potenziale qualità dei loro vigneti, hanno deciso di cambiare radicalmente il tipo di potatura fino ad allora in uso. E’ poi stata la volta del Burgenland (la regione di più antica tradizione vinicola in Austria) e del Niederösterreich. In Portogallo Simonit&Sirch stanno seguendo una delle più antiche e storiche aziende produttrici di Porto; in Germania nel Rheingau; in Svizzera nel Vallese. Siamo molto orgogliosi del fatto che il nostro lavoro sia riconosciuto e apprezzato anche all’estero - commenta Marco Simonit - ma siamo altrettanto compiaciuti del fatto che sono veramente molte, e importanti, le aziende italiane con cui lavoriamo e che hanno creduto in noi.

Ideatori della Scuola Italiana di Potatura della Vite (unica nel suo genere, con 13 sedi nelle principali zone viticole italiane, di cui l’ultima è stata appena aperta in Maremma), Simonit&Sirch tengono corsi in tutt’Europa. E, fedeli alla propria filosofia, hanno creato Next in Wine, premio ai giovani talenti della Vigna Italia capaci di guardare al futuro, con sensibilità, innovazione, rispetto per l’ambiente, mantenendo saldo il legame con le proprie radici [1]. Il loro Metodo si basa su un lavoro di squadra, Marco Simonit ci dia qualche ulteriore elemento.

L’équipe è composta di 20 tecnici specializzati e trasmette il know how Simonit&Sirch alle maestranze interne delle aziende con un metodo di formazione (coaching) specifico per la potatura della vite. Ogni istruttore guida l’azienda vitivinicola in un percorso di coaching che dura minimo 3 anni. In questo periodo sono coinvolti a diverso livello i potatori, il responsabile viticolo aziendale e la proprietà. Il coaching si articola in diverse fasi:

  1. Screening iniziale in cui si stabilisce lo stato di “salute” del patrimonio viticolo dell’azienda attraverso l’analisi della tecnica di potatura utilizzata e le sezioni dei fusti di vite.
  2. Condivisione con la proprietà e responsabile viticolo aziendale dello stato di “salute” dei vigneti e decisione della “terapia” da adottare in funzione anche degli obiettivi produttivi-enologici interni. Viene quindi deciso insieme l’adattamento della potatura ramificata Simonit&Sirchalità alla realtà aziendale.
  3. Tutoraggio pratico di potatura invernale e potatura verde (primavera) con la squadra di potatori interni in cui si applica la tecnica di potatura ramificata. Questa fase di campo dura tutto l’inverno e tutta la primavera. L’istruttore lavora insieme alla squadra di potatura e segue individualmente ciascun operatore.
  4. Durante il tutoraggio viene verificata l'esecuzione dei lavori e a fine attività viene redatta una relazione con le valutazioni del tutor sull’anno trascorso, i risultati raggiunti e gli obiettivi per l’anno successivo.

Il Friuli Venezia Giulia con Simonit & Sirch ha ottenuto nel 2014 l’Oscar del Vino per la migliore innovazione. Il gruppo friulano operativo dal 2003 è impegnato anche nel recupero del mestiere del potatore con strumenti di formazione e tutoraggio e oggi sono l’unico gruppo accreditato e strutturato a livello europeo nel settore della formazione del personale addetto alla potatura manuale dei vigneti. Nella motivazione dell’Oscar si osserva che “hanno dimostrato con i fatti, l’impegno, la passione che - ridando una nuova e contemporanea veste all’antico mestiere del potatore - il saper fare artigianale tipico del Made in Italy sia esportato con successo in tutto il mondo. La potatura della vite è un mestiere che, con loro, ha acquistato una moderna e ambita professionalità, diventando una delle chiavi della viticoltura del futuro, e ha creato nuove e qualificate prospettive di lavoro in ambito agricolo per i giovani”.

[1] Le iscrizioni per la quarta edizione sono aperte sino al 2 settembre tramite il sito www.nextinwine.it. Il 23 ottobre sarà resa nota la sezione dei 3 finalisti.