Bene, finalmente, siamo giunti alla fine di tutti i nostri argomenti. In quest’ultimo viaggio (ovvero in quest’ultimo articolo) faremo un estremo - ulteriore - volo pindarico. Tratteremo - ancora una volta - la cosa con la forza della fantasia: in una dimensione dove la realtà e la finzione, il buon senso e la vita quotidiana, si sovrappongono in linee che sfuggono alla difficile comprensione delle elaborazioni teoriche. Immagina, perciò che Albert Einstein, grazie sempre all’Enterprise, riuscisse a giungere nell’anno 1963:

  • Ovvero otto anni dopo la sua morte (Einstein, infatti, morì nel 1955).

E riuscisse a incontrare - prima di una conferenza nella hall di un albergo - due grandi scienziati, cioè:

1- Ernest Armstrong McCulloch;
2- James Edgar Till.

Il primo dei due, cioè, McCulloch:

1- Nacque il 21 aprile del 1926 in Canada;
2- Divenne un competente biologo;
3- E morì il 20 gennaio del 2011, all’età di 84 anni.

Il secondo dei due, invece... cioè Till:

1- Nacque il 25 agosto del 1931 in Canada;
2- Divenne un eminente biofisico;
3- E a tutt’oggi vive a Toronto.

Quale scena si paleserebbe in una situazione del genere? Quali dettagli affiorerebbero da un frangente di tal tipo?

1- Einstein cosa chiederebbe a McCulloch e a Till?
2- McCulloch e Till, invece, cosa risponderebbero a Einstein?

McCulloch e Till - nel mondo scientifico - sono assai apprezzati per aver dimostrato con assoluta certezza:

  • L’esistenza delle cellule staminali.

Einstein, quindi, probabilmente chiederebbe qualcosa su quelle cellule:

1- Che cosa sono?
2- Che cosa fanno?
3- Che differenza c’è tra esse?

Uno dei due (McCulloch... forse) chiarirebbe che le cellule staminali sono cellule in grado di eseguire un procedimento chiamato:

  • Auto-rinnovamento cellulare.

E per chiarire l’attitudine potrebbe adoperare due diverse definizioni:

1- Sono cellule in grado di compiere un numero illimitato di cicli replicativi;
2- Sono cellule capaci di mantenere inalterata la loro capacità di duplicazione.

Il secondo dei due (Till... forse) inoltre evidenzierebbe, come quelle cellule staminali, possano dare origine a un procedimento di crescita esponenziale, in una catena di eventi senza interruzioni fino a raggiungere una proporzione umana. McCulloch, poi, sicuramente aggiungerebbe:

  • Tutte le cellule staminali possono essere prelevate solamente da sei fonti.

Ovvero:

1- Il cordone ombelicale;
2- Il sacco amniotico;
3- Il sangue;
4- Il midollo osseo;
5- La placenta;
6- I tessuti adiposi.

Entrambi poi, vale a dire sia il biologo che il biofisico, chiarirebbero un’altra cosa veramente importante:

  • Fra tutte le cellule staminali che esistono, ne esiste una sola in grado di fare il ''miracolo'' nel ''miracolo''.

Qual è questo miracolo al quadrato? È presto detto:

  • È la pluri-potenza.

Che cos’è la pluri-potenza? Precisamente questo:

  • La capacità di una cellula di dare origine ad altre cellule in tutte le sue linee cellulari.

Non ti è chiaro ancora il concetto? Beh, se spiegato con un linguaggio da addetto ai lavori, non mi stupisce per niente. In altre parole, questa cellula staminale è l’unica tra tutte le cellule staminali, in grado di realizzare un’operazione denominata:

  • Divisione asimmetrica.

E questo vuol dire, riuscire a dividersi in due cellule diverse, dove:

1- La prima cellula è identica a se stessa;
2- La seconda cellula è uguale a quella dell’organo da generare.

In questo modo, la cellula miracolo al quadrato, farà due cose:

1- Perpetuare le cellule necessarie per formare l’essere vivente... completo;
2- Creare le cellule necessarie per formare il singolo organo dell’essere vivente... completo.

Insomma - per fartela ancora più chiara - le cellule staminali possono essere di due tipi:

1- O Multipotenti (letteralmente: che possono molto);
2- O Totipotenti (letteralmente: che tutto possono).

Alla prima categoria appartengono tutte:

  • Le adulte.

Alla seconda categoria, invece, appartengono solo:

  • Le embrionali.

La differenza fra le due? È per l'appunto questa:

1- Le adulte originano solo le cellule di un organo;
2- Le embrionali, invece, originano ''tutte'' le cellule di ''tutti'' gli organi.

E qui si arriva alla sostanza del concetto:

  • A quale cellula staminale alludo?

La risposta a questa domanda è più grande di ''te'' e di ''me'', è la stessa per cui ''io'' sono qui che scrivo e ''tu'' sei lì che leggi. Qual è questa risposta?

  • È la cellula staminale embrionale.

Dal nome avrai certamente capito, che esse si sviluppano nell’embrione. Per la precisione si sviluppano nell’embrione dopo una settimana. Ma adesso diamo la parola alla fervida immaginazione del tubo catodico del nostro cervello, al puzzle delle sinapsi dei nostri neuroni. Permettiamo, cioè, ai tre scienziati di incontrarsi, parlarsi e ragionare:

McCulloch: Ma tu sei Einstein... ?
Till: ...Albert Einstein?
Einstein: No, non lo sono.
McCulloch: Come no?!
Till: Hai pure gli stessi vestiti. Quelli con cui ritirasti il Nobel!
Einstein: Einstein è morto da otto anni, non lo sapevate?
Till: Sì, ma...
McCulloch: ... allora chi sei?
Einstein: Sono semplicemente il suo emulo, il suo clone, il suo sosia.
McCulloch: Incredibile.
Till: Pazzesco!
Einstein: Quando non voleva essere scocciato, mi chiedeva di occupare il suo posto.
McCulloch: Chi l’avrebbe mai immaginato!
Till: Solo un genio avrebbe potuto!
Einstein: Voi cosa fate qua?
McCulloch: Stiamo preparando una conferenza.
Till: Su una nostra scoperta.
Einstein: E che avete scoperto?
McCulloch: I meccanismi che influenzano la crescita di alcune cellule.
Till: Cellule molto, molto, speciali.
Einstein: Le cellule staminali?
Till: E tu come lo sai?
Einstein: Non lo sapevo, l’ho solo chiesto!
Till e McCulloch: Mah!
Einstein: Quali i particolari?
Till: Tre anni fa - nel 1960 - abbiamo iniettato in alcuni topi da laboratorio...
McCulloch: ...alcune cellule prese dal loro stesso midollo osseo.
Einstein: E allora?
McCulloch: Abbiamo notato una fatto molto strano: la nascita di alcune protuberanze nelle loro milze.
Einstein: Una coincidenza?
McCulloch: No!
Till: Una scoperta!
Einstein: Una scoperta?!
McCulloch: Sì, quelle protuberanze avevano uno strano nesso di proporzionalità, con le cellule iniettate.
Till: Quelle prelevate dal loro midollo osseo.
Einstein: Per cui pensate, che sono state le cellule iniettate, a far nascere quelle protuberanze?
McCulloch: Già. Quelle cellule iniettate - secondo la nostra ipotesi - erano cellule staminali.
Till: Cioè, cellule in grado di replicarsi rinnovandosi.
McCulloch: Altri esperimenti, fatti negli anni successivi, dimostrarono con assoluta certezza questa cosa.
Einstein: E perché le cellule staminali riescono a farlo?
Till: Questo è un mistero.
Einstein: Io una spiegazione l’avrei.
McCulloch: E cioè?
Einstein: Avete presente la teoria della relatività?
McCulloch e Till: Sì.
Einstein: In essa si parla d’un fattore in grado di capovolgere tutte le situazioni.
McCulloch: La velocità?
Till: Ma per osservare una cellula staminale ci vuole un microscopio, perciò... !
Einstein: Una cellula staminale quanto è grande?
McCulloch: Quant’è piccola, vorrai dire... appena un micrometro.
Till: Per capirci, 1 μm è la millesima parte di un millimetro.
Einstein: Ok, allora, questa cellula prima di sdoppiarsi si trova in un punto ''A''. Giusto?
Till e McCulloch: Giusto!
Einstein: E quando si sdoppia, si trova in un punto ''B''. Sbaglio?
Till e McCulloch: No, non sbagli!
Einstein: Per questo fatto la cellula si è mossa: da ''A'' a ''B''.
McCulloch: E allora?
Einstein: E allora quella è la velocità della cellula.
Till: Che è ben lontana da quella della luce, però.
McCulloch: E che non può certo generare gli effetti ''relativistici''.
Einstein: Seguitemi nel ragionamento: più la velocità aumenta... più il tempo rallenta.
McCulloch: Questo lo sappiamo.
Einstein: Adesso dico io: se è vero che accade questa cosa qui, è vero anche che accade il contrario nel verso opposto.
Till: Vale a dire: più diminuisce la velocità... più il tempo accelera?
McCulloch: Stai dicendoci, quindi, che la velocità influisce sui processi vitali e biologici a un livello microscopico?
Einstein: Secondo me ci sono tre realtà: quella veloce; quella normale; quella lenta. La veloce appartiene a quella dell’immensamente veloce. La normale, invece, a quella della nostra quotidianità. E la lenta a quella delle cellule staminali.
Till: Micro e Macro: due facce diverse nello stesso riflesso!
McCulloch: Sembra lo spot per una pubblicità, Till!
Einstein: Io direi che assomiglia più allo spot: quando l’assurdo prende senso!