Un articolo pubblicato sulla rivista Biology Letters descrive una ricerca sui canti delle megattere (Megaptera novaeangliae). Ricercatori della Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI) hanno scoperto un nuovo elemento in questi canti che potrebbe aiutare questo tipo di comunicazione ma anche a localizzare i loro simili nell'oceano aperto.

Tecnicamente le megattere non sono balene ma fanno parte della famiglia Balaenopteridae assieme alle balenottere (genere Balaenoptera) e questa famiglia fa parte del sottordine dei Misticeti (Mysticeti), che comprende anche le famiglie delle balene vere e proprie. Comunemente però il termine balena viene spesso usato per indicare tutti i Misticeti, quindi anche balenottere e megattere.

I canti delle balene sono conosciuti da molto tempo ma non sono compresi. Quelli delle megattere sono i più noti, tanto da essere stati descritti come i più complessi nel regno animale. Varie ricerche sono state già effettuate su di essi con alcuni risultati. Ad esempio, all'inizio del 2012 un articolo pubblicato sulla rivista Marine Mammal Science descriveva una ricerca condotta dalla Wildlife Conservation Society che aveva portato alla scoperta di diversi canti esistenti tra le megattere ai due lati dell'Oceano Indiano meridionale.

In questa nuova ricerca, il biologo del WHOI Aran Mooney e i suoi collaboratori hanno studiato un gruppo di megattere al largo dell'isola di Maui, nelle Hawaii. I ricercatori hanno registrato non solo i suoni emessi da questi cetacei ma anche altre caratteristiche fisiche come le onde di pressione e il moto delle particelle. Con loro sorpresa si sono accorti che le onde di pressione, cioè le vibrazioni fisiche, si propagavano nell'acqua molto più rapidamente del previsto.

Nel corso delle rilevazioni, i ricercatori si aspettavano che il moto delle particelle venisse proiettato per non più di alcuni metri. Invece, allontanandosi dalle megattere si sono resi conto che quelle vibrazioni fisiche rimanevano forti e chiare. Le misurazioni sono arrivate fino a 200 metri dalle megattere ma indicano che il moto delle particelle, soprattutto alle basse frequenze dei suoni, può viaggiare molto più lontano.

Per capire la differenza tra le due componenti dei suoni, Aran Mooney ha spiegato che in parole povere quando ascoltiamo una musica ad alto volume le onde di pressione sono ciò che sentiamo mentre il moto delle particelle costituisce le vibrazioni fisiche che possiamo percepire toccando un oggetto vicino alla sorgente dei suoni.

Secondo Aran Mooney, questo moto delle particelle può costituire un elemento importante nei canti delle megattere. Ciò perché la struttura anatomica delle loro orecchie è diversa da quelle dei delfini e delle balene vere e proprie e permette loro di percepire vibrazioni a basse e bassissime frequenze.

La maggior parte dei mammiferi sente le onde di pressione ma alcuni percepiscono anche il moto delle particelle in vari modi e tra questi ci sono alcuni parenti stretti delle balene. Gli ippopotami percepiscono i suoni sott'acqua attraverso i loro corpi. Gli elefanti percepiscono vibrazioni a frequenze bassissime attraverso i loro piedi e ciò può aiutarli a localizzare i loro gruppi familiari a distanze elevate.

Proprio la possibilità di localizzare i propri simili potrebbe essere il fattore fondamentale nella capacità delle megattere di emettere e percepire suoni complessi composti anche da un importante moto delle particelle. Se le cose stanno così, le attività umane stanno creando problemi alle megattere anche con l'inquinamento acustico sempre maggiore negli oceani.

I rumori a basse frequenze generati da attività umane negli oceani sono sempre di più. Finora nessuno ci ha badato perché gli esseri umani non sentono bene nell'acqua perciò tutti quei rumori costituiscono un problema solo per le specie marine. È il tipo di atteggiamento che danneggia in vari modi la vita di altre specie, in questo caso delle megattere, con le conseguenze sugli ecosistemi che stiamo vedendo.