91 autori e revisori di oltre 40 nazioni hanno preparato il rapporto dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) dopo l'invito della United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) in seguito agli accordi di Parigi sul clima del 2015. Il rapporto chiama le nazioni del mondo a limiti rapidi e a lungo termine per limitare il riscaldamento globale a 1,5° Celsius. L'alternativa è un mondo che non sarà più caldo con conseguenze dirette come l'innalzamento dei mari e indirette come la loro acidificazione.

Il rapporto dell'IPCC include oltre 6.000 riferimenti scientifici perché è stato scritto da 91 autori e revisori ma essi si sono basati sulle ricerche esistenti, con il contributo di migliaia di esperti e revisori da tutto il mondo. Il calo delle emissioni di gas serra è un punto importante ma c'è ben altro perché la prospettiva è quella di cambiamenti importanti in molti modi. Il senso complessivo non è quello di tornare indietro ma anzi di progredire con soluzioni che possano assicurare sostenibilità e sviluppi economici con sforzi che possano combattere la povertà.

Limitare i cambiamenti climatici vorrebbe dire anche dare maggior tempo agli ecosistemi di adattarsi a nuove condizioni. Alcune specie stanno soffrendo più di altre ma anche quelle meno colpite possono soffrire indirettamente se i loro ecosistemi vengono indeboliti. Il rischio è ormai di causare estinzioni di massa.

Una fonte di problemi sia per gli ecosistemi naturali che per gli insediamenti umani con le attività connesse è data dagli eventi meteo sempre più estremi. Uragani, alluvioni e altri fenomeni stanno colpendo sempre più duramente molte aree del mondo, anche dove in passato non erano così violenti.

I danni causati da questi eventi agli esseri umani stanno diventando sempre più gravi con perdite umane, danni a case, vie di comunicazione, attività e tutto ciò che viene colpito. Gli ecosistemi naturali, a volte già indeboliti da inquinamento, caccia e cambiamenti climatici, vengono ulteriormente danneggiati e nei casi più gravi il rischio è che collassino.

Almeno alcune soluzioni esistono già, la loro applicazione è solo una questione di volontà, politica ma anche delle persone comuni. I progressi tecnologici possono aiutare enormemente a implementare soluzioni di sviluppo sostenibile in casi reali, non solo in esperimenti limitati.

Nel 2015 è uscito il documentario Domani (Demain), diretto da Cyril Dion e Mélanie Laurent, che ha vinto il Premio César per il miglior documentario. Esso è diviso in cinque capitoli: agricoltura, energia, economia, democrazia e istruzione che trattano non solo le sfide che riguardano direttamente l'ambiente e la sostenibilità ma anche tutto ciò che c'è attorno e regola la vita degli esseri umani nella società civile. Da questo punto di vista, cerca di offrire una visione abbastanza d'insieme di ciò che ci attende nei prossimi decenni e di come potrebbe evolversi la nostra società mostrando esempi reali.

Approcci alla sostenibilità sono stati sviluppati da varie città nel mondo come Adelaide, in Australia. Città che nei decenni scorsi utilizzavano centrali a carbone o comunque carburanti fossili per produrre la loro elettricità sono passate pian piano a fonti rinnovabili. Ormai non ha più senso definirle fonti alternative nei paesi occidentali perché soluzioni come i pannelli solari sono diventate comuni.

Le città del terzo millennio vanno ripensato per razionalizzarne le attività in un'ottica sostenibile. Non è facile e non può essere fatto dall'oggi al domani, soprattutto in grosse città, ma se c'è la coscienza da parte dei cittadini, i politici devono tenerne conto e darsi da fare in questo senso.

Purtroppo molta, troppa gente non sembra in grado di valutare questi problemi e soprattutto di prendere iniziative per dare il proprio contributo. Anche contribuire alla corretta raccolta differenziata dei rifiuti rappresenta un contributo. Le città in cui i concetti legati all'ecologia e alla sostenibilità sono stati applicati hanno visto anche una crescita economica grazie alla richiesta di figure professionali di quel campo. Ecologia e progresso vanno benissimo a braccetto ma serve prima di tutto la volontà di cercarli.