Nuove ricerche offrono informazioni aggiornate sulla situazione degli elefanti. Un articolo pubblicato sulla rivista Frontiers in Ecology and Evolution riporta un'analisi degli elementi chiave che governano la popolazione di grandi animali concentrandosi soprattutto sull'elefante asiatico (Elephas maximus). Un articolo pubblicato sulla rivista Nature Communications riporta invece i dati sul bracconaggio ai danni dell'elefante africano di boscaglia (Loxodonta africana): c'è stato un calo negli ultimi anni ma la quantità di elefanti uccisi ogni anno è ancora tale da essere pericolosa per la specie.

Il dottor Shermin de Silva, presidente e fondatore dell'associazione di beneficenza in favore dell'elefante asiatico Trunks & Leaves, ha pubblicato assieme a Peter Leimgruber dello Smithsonian Conservation Biology Institute una ricerca sulla rivista Frontiers in Ecology and Evolution in cui esaminano in particolare la situazione dell'elefante asiatico per valutare le migliori strategie di aiuto alla sopravvivenza di grandi animali dalla lunga vita come giraffe, rinoceronti, certi cammelli e gorilla. Queste strategie passano anche per il riconoscimento degli elementi chiave che possono segnalare l'avvicinamento del collasso di una popolazione molto prima di un calo del numero di individui al di sotto di un numero di non ritorno.

Studi genetici sui resti di mammut scoperti sull'isola di Wrangel, nell'oceano Artico tra la Russia e l'Alaska, hanno mostrato il possibile declino di una popolazione isolata di grandi animali. Vari scienziati si sono interessati all'argomento perché su quell'isola i mammut erano sopravvissuti per migliaia di anni dopo che si erano già estinti nelle terre continentali. La popolazione sull'isola di Wrangel si era ridotta a poche centinaia di individui e il loro DNA mostra che avevano accumulato una serie di mutazioni genetiche che hanno contribuito alla loro estinzione.

La conclusione di questi studi è che una popolazione di grandi animali può continuare a sopravvivere per un lungo periodo e allo stesso tempo essere condannata alla sparizione se si riduce troppo. Problemi del genere potrebbero presentarsi oggi anche con popolazioni di elefanti e altre specie in pericolo.

Secondo il dottor Shermin da Silva, nel caso dell'elefante asiatico la minaccia più grande arriva dalla perdita del loro habitat perché a essere in pericolo non è solo quella specie ma tutto l'ecosistema in cui vive. Il commercio di avorio è un'ulteriore minaccia anche se minore rispetto al passato grazie al fatto che un numero crescente di nazioni l'ha dichiarato illegale. L'insieme di queste minacce può aumentare notevolmente i rischi a lungo termine anche quando quelli a breve termine non sembrano più così seri. In sostanza, secondo i ricercatori è necessario lavorare in modo da favorire la riproduzione di questi animali prima che la loro popolazione scenda a livelli che si dimostreranno critici quando sarà troppo tardi.

Nell'articolo pubblicato sulla rivista Nature Communications il dottor Colin Beal del Dipartimento di Biologia dell'Università di York e un team di ricercatori hanno esaminato la situazione del bracconaggio ai danni dell'elefante africano di boscaglia. Questo fenomeno è in calo grazie a nuove politiche ambientali e altri provvedimenti anche a livello politico ma rappresenta ancora un pericolo per la specie.

Questa ricerca non si limita a valutare l'impatto del bracconaggio sulla popolazione dell'elefante africano di boscaglia ma esamina anche ciò che c'è dietro il bracconaggio. Ad esempio, i ricercatori hanno raccolto dati sui livelli di povertà nelle varie aree in cui agiscono i bracconieri notando che la loro presenza è più probabile dove le condizioni di vita sono peggiori.

Oggi c'è ancora gente disposta a spendere soldi per oggetti in avorio con la conseguenza che ci sono persone che non stanno a pensare alle conseguenze dell'uccisione di elefanti limitandosi a vederli come una fonte di guadagno. Il bracconaggio va di pari passo con la corruzione di persone che dovrebbero vigilare per impedire l'esportazione di zanne di elefante e anche quel fenomeno va combattuto.

I ricercatori sottolineano l'importanza di lavorare in modo globale nel combattere il mercato dell'avorio: esso è costituito da domanda e offerta perciò è importante lavorare anche nelle aree dove vivono persone che cercano avorio. Negli ultimi anni la Cina ha lavorato molto con leggi contro il commercio di avorio e sequestri di zanne importate illegalmente, se altre nazioni faranno altrettanto la domanda si ridurrà ulteriormente.

Ricerche che si concentrano su diverse parti di un problema ne mostrano la complessità e ramificazioni che vanno ben oltre l'ecologia. L'estinzione di grandi animali come elefanti, rinoceronti e altri grandi mammiferi potrebbe avere conseguenze: nel 2015 ricerche pubblicate sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) avevano evidenziato un collegamento tra l'estinzione della megafauna del Pleistocene con il degrado dei loro ecosistemi. Se una cosa del genere succedesse anche oggi si tratterebbe di un ulteriore degrado per vari ecosistemi già colpiti in vari modi e alla fine ci sarebbero conseguenze anche sugli esseri umani.