Abbiamo incontrato Paolo Fabiani nella Biblioteca comunale “G.C. Montagni” di Rufina, un comune della città metropolitana di Firenze. In questa biblioteca egli ha stabilito cinque record del mondo in calcolo mentale e memorizzazione, tutti in una sola sessione di prove. È possibile vedere il video dei record in questa pagina web.

Ci sono tanti fenomeni che eseguono strabilianti calcoli mentali, ed altri che riescono a memorizzare liste molto lunghe di parole o numeri. Qual è la tua specializzazione?

Io sono interessato soprattutto all’aspetto filosofico e psicolinguistico del calcolo mentale e della memorizzazione. La maggior parte di coloro che stabiliscono record non lo fanno per dimostrare tesi scientifiche. Ciò nonostante in molti pretendono di insegnare agli altri come studiare, ma se tu vai a controllare, ti accorgerai che raramente, se non mai, essi hanno prodotto studi in qual si voglia campo di ricerca. Al massimo hanno scritto libri divulgativi. Logica vorrebbe che prima si diventa specialisti in un determinato settore, e poi ci si trasforma in divulgatori. Credo sia un po’ contraddittorio voler insegnare agli altri come studiare senza però prima esser diventati esperti in un qualunque settore di ricerca. Per quel che mi riguarda, studio queste cose (storia della filosofia, filosofia dell’immaginazione, didattica, psicologia dell’educazione) da decenni ed il gran numero di studi che ho pubblicato lo dimostra1. Inoltre mi sono specializzato nel settore di studi specifico per comprendere come la mente funzioni, essendo quello la via principale per comprendere il calcolo mentale e le tecniche di memorizzazione. Il mio scopo è principalmente finalizzato a dimostrare alcune teorie nel campo delle scienze cognitive. Ci sono tanti esperti di calcolo mentale, soprattutto in estremo oriente (India, Cina, Giappone, ecc.), Paesi in cui insegnano ad usare l’abaco fin da bambini. È del tutto evidente che con un numero così grande di praticanti, ogni tanto nasca un genio. Comunque, nessuno è mai stato capace di fare a mente un’operazione matematica con numeri di trenta cifre l’uno, come invece sono stato in grado di fare io. Non ho particolari abilità mentali. Non ho neppure una capacità di calcolo superiore alla norma. I miei risultati eccezionali sono dovuti unicamente all’aver messo in pratica la conoscenza acquisita dagli studi da me intrapresi. Non ho fatto rivoluzioni, almeno non direttamente, ma ho apportato significative innovazioni a ciò che era già conosciuto.

Cosa intendi per “ho portato innovazioni a ciò che era già conosciuto”?

Nel corso degli anni, approfondendo la materia, ho cambiato più volte opinione sull’uso delle immagini nel calcolo mentale. In alcuni miei scritti, fino a pochi anni fa, sostenevo che l’uso delle immagini fosse un ostacolo, non un aiuto, al calcolo mentale. In realtà, è l’uso che ne facciamo a essere un ostacolo. Usare le immagini mentali così come tramandatoci dai testi rinascimentali sull’arte della memoria, o dagli odierni libri divulgativi, è controproducente per il calcolo mentale. Se usi le immagini mentali così come insegnato nei libri di mnemotecniche, aiuto allo studio, potenziamento cognitivo ecc. sicuramente esse si riveleranno un impedimento. Questa è la verità, nonostante gli autori di molti di quei testi dichiarino l’opposto. Ho cambiato la mia prospettiva studiando la relazione tra immagini mentali e astrazione. Ho scritto un libro in italiano che si intitola Metafora e Memoria e tratta questo argomento. Ogni immagine mentale ha un suo proprio coefficiente di astrazione, per così dire. Ogni immagine mentale è differente da tutte le altre, ecco perché ognuna di esse ha un differente livello di astrazione. Sapere come gestire e coordinare i differenti livelli di astrazione è la chiave per usare le immagini mentali efficacemente. Conoscere e comprendere quali schemi mentali si attivano quando pensiamo a certe immagini e, soprattutto a certe sequenze di immagini, è alla base di ogni efficace strategia di calcolo e memorizzazione. Questo è il centro nevralgico di tutta la questione. In verità si tratta di un argomento che non è stato ancora studiato perché difficile da individuare. Infatti, mi sono forzato a fare questi record del mondo per dare un po’ di visibilità a questioni che altrimenti sarebbero rimaste nell’ombra. In pochi sono in grado di affrontare questioni molto complesse, così, alla fine, anche cose molto importanti rischiano probabilmente di restare ai margini del dibattito soltanto perché difficili da scoprire. Anch’io penso che si debbano rendere i concetti nella maniera più semplice possibile, ma non più semplice ancora, come diceva Einstein. E in alcune questioni teoriche le cose non possono essere semplificate, se non al prezzo di banalizzarle. Ciò nondimeno ci sono molti studi che sono falsamente complessi e, dietro a un linguaggio oscuro, nascondono un vuoto di significato. Questo modo fraudolento di fare ricerca, così di moda adesso, non mi riguarda. Quando parlo di complessità mi riferisco a una complessità reale. Mi piacciono le tesi che possono essere dimostrate, in un modo o nell’altro. E il mio caso è forse l’unico in cui tesi filosofiche e psico-linguistiche sono supportate da dei record. Ciò che intendo dire è che se qualcuno intende negare la validità delle mie tesi, non deve far altro che fare calcoli a mente con numeri composti da più di 30 cifre ciascuno, e farlo con una tecnica diversa dalla mia. Questo è l’unico modo per dimostrare che oggi c’è una concezione delle immagini mentali migliore della mia. Ogni altra considerazione è soltanto una vuota chiacchiera. Ipotizzo, comunque, che nessuno si farà avanti. È molto più conveniente ignorare che non accettare la sfida. Non mi importa se qualcuno supera i miei record, forse è anche piuttosto facile superarne qualcuno, non tutti però. Eccetto che per l’addizione di due numeri da trenta cifre ciascuno (fatta con le stesse modalità con cui io l’ho eseguita) che credo sia piuttosto difficile da superare, gli altri record possono essere migliorati con un po’ di esercizio. In ogni caso, per dirla tutta, senza la tensione del pubblico, io pure ero in grado di far meglio. Il problema è un altro, la mia preoccupazione è che nessuno comprenda il “come” io sia riuscito a fare questi calcoli, che nessuno comprenda la portata e l’ampiezza delle applicazioni di ciò che ho scoperto o, quanto meno, chiarito.

Puoi spiegare perché i tuoi record sono più importanti di altri per provare tesi filosofiche?

Per spiegare perché dovrei scrivere un libro, e forse lo farò. In estrema sintesi: posso affermare che le tecniche che uso per svolgere questi record rispettano alcune “leggi” cognitive, cioè sfruttano certe caratteristiche della mente umana. L’addizione è l’operazione fondamentale di tutta la matematica, non soltanto dell’aritmetica. Tutte le altre operazioni dipendono, in un modo o nell’altro, da essa. L’addizione è anche l’operazione più semplice, persino un analfabeta è in grado di sommare due numeri. Nonostante ciò, fino a oggi, fino a me, nessuno è stato in grado di sommare mentalmente due numeri così grandi. Il ché prova, anche per i più scettici, che con questi record ho “colto” qualcosa di importante al centro del pensiero matematico.

Quali record hai stabilito e cosa significano nel contesto della didattica e dell’apprendimento?

Generalmente, i performer (i fenomeni) stabiliscono record di calcolo mentale, oppure di memorizzazione; non fanno entrambe le cose contemporaneamente. I record che ho stabilito io (che non sono un fenomeno, lo ripeto volentieri!) invece richiedono l’integrazione di entrambe le attività. L’obiettivo dei miei record non riguarda principalmente l’aspetto spettacolare, pur presente ma, come detto, ciò che è possibile dimostrare attraverso essi in termini di ricerca sulla memoria (non ultima sulla memoria di lavoro), sull’immaginazione e sugli schemi. Comprendere queste cose significa anche essere in grado di avvantaggiarsi, ottimizzare e perfezionare l’uso delle nostre abilità cognitive, di migliorare le nostre performance nello studio e sul lavoro. Inoltre scrivevo il risultato subito dopo aver finito di fare il calcolo, cioè senza avere il tempo di usare le mnemotecniche per memorizzare il risultato.

C’è un test in particolare che vorresti spiegarci?

Certo, uno dei test che ho superato, e a cui ho già fatto cenno, riguardava il fare a mente un’addizione con due numeri casuali da trenta cifre ciascuno; facevo il calcolo a voce alta, colonna per colonna (passo per passo) e quando scrivevo il risultato non avevo più la possibilità di guardare gli addendi perché scrivevo il risultato su un altro foglio di calcolo. È importante togliere gli addendi dalla vista subito dopo aver fatto il calcolo, è ovvio infatti che se una persona ha tempo di rifare il calcolo quando ha davanti i numeri può più facilmente memorizzarli. Ciò significa anche, inter alia, che delle tre fasi della memorizzazione (codifica, immagazzinamento e recupero) la prima è la più importante di tutte. Ho fatto il test senza nessun tipo di aiuto materiale o di altro tipo. Ho usato dei fogli di calcolo che la giuria ha controllato cella per cella, formula per formula. Tutti potevano controllare tutto e lo hanno fatto. Ho fatto i calcoli senza compiere errori. Inoltre ho fatto i calcoli a voce alta, al fine di dimostrare che non usavo trucchi o scorciatoie, ma che eseguivo i calcoli completamente a mente e memorizzavo i risultati immediatamente.

Quali erano gli altri test?

Gli altri test erano un po’ differenti. Essi erano principalmente focalizzati sulla memoria di lavoro (working memory). Da un punto di vista scientifico questi record sono ancor più importanti. I loro obiettivi consistevano nel calcolare nel minor tempo possibile: la somma di dieci numeri binari casuali, composti da sette cifre ciascuno e dare il risultato in decimale (18.45 sec.); la somma di sette numeri casuali elevati al quadrato (10.93 sec.); la media di cinque numeri elevati al quadrato (10.17 sec.); la somma di cinque dadi lanciati casualmente dal computer e visti soltanto per un decimo di secondo (3.06 sec. per il calcolo). Questi record, secondo me, sono importanti perché gli esercizi che li compongono sono in grado di sviluppare alcune specifiche abilità della mente umana. Innanzi tutto la capacità di convertire segni e significati liberamente, come già detto. Ovviamente questi esercizi migliorano anche la capacità di calcolo. Essi ci aiutano anche a migliorare la concentrazione e la velocità di lettura. Se già sai leggere in una lingua straniera, essi ti aiuteranno a migliorare la velocità e la comprensione in quella lingua. Infine, questi esercizi migliorano l’elasticità mentale.

I tuoi test, e le tecniche che hai usato per superarli, hanno un’applicazione pratica?

Ci sono tante applicazioni, molte delle quali sono le stesse delle altre tecniche di memorizzazione e dei metodi di studio. Comunque, c’è un’altra cosa da considerare, vorrei a questo riguardo introdurre un altro concetto. Preciso che il mio ragionamento è esclusivamente logico e didattico, non terapeutico. Io non parlo di terapie. Cosa impedisce a una persona di imparare correttamente? Logicamente parlando, c’è qualcosa che crea un impedimento, un’interferenza, un disturbo, un rumore di fondo. Nei miei test ho inserito molti elementi di disturbo: ripetere i calcoli a voce alta; guardare dei numeri e dover fare il calcolo su numeri differenti (è evidente che 7 al quadrato fa 49, ma quel che tu vedi è un 7 e un 2, non 49); dover convertire i numeri dal sistema binario a quello decimale (se tu vedi "1001101" devi pensare a 77 in quanto “77” è il corrispettivo decimale di "1001101"); dover fare il calcolo non vedendo numeri ma puntini; poter osservare addendi e multipli soltanto per un brevissimo lasso di tempo. Nonostante questi elementi di disturbo, sono riuscito a fare calcoli che normalmente le persone non sono in grado di fare. Ciò significa che il mio metodo e le tecniche che uso sono estremamente potenti e mi consentono di superare questi (e altri) elementi di disturbo al calcolo e, per estensione, all’apprendimento.

Puoi dimostrare che nessun altro ha stabilito questi record prima?

I miei record in calcolo mentale e memorizzazione sono stati certificati, verificati e riconosciuti come record del mondo ufficiali dalla Official World Record Organization2.

1 Nel ranking di Academia.edu (il più importante social network di condivisione di ricerche scientifiche che ha più di cento milioni di iscritti nel mondo) oggi che facciamo l’intervista (22 ottobre 2019) il profilo di Paolo Fabiani è nell’un per mille (0,01%) dei più seguiti.
2 Official World Record Organization (OWR) is a legally registered NGO based in the European Union, and has the legal pertinent guarantee to do it’s activity worldwide. OWR is the unique world records register organization recognized by the Council of the Notariats of the European Union (Notaries of Europe) and convalidated by the official Notary Colleges of the whole world. That’s because OWR is so specially distinguished and unique as an organization able to register world records worldwide. OWR ensures a rigorous procedure followed by its International Acceptance Committee from the beginning to the end of the process of set or break a world record. OWR verify and authenticate all the proofs with our judges to authenticate the records following the rules for each record category.