Varie ricerche sono state condotte per sequenziare e analizzare il DNA del coronavirus 2019-nCoV, il ceppo che ha provocato un'epidemia in Cina partita alla fine del 2019 con casi anche in altre nazioni. Un articolo pubblicato sulla rivista Journal of Medical Virology riporta una meta-analisi di vari genomi sequenziati che mostra un basso livello di mutazioni ma anche l'esistenza di due sottotipi a causa della differenza di un aminoacido che può cambiare sequenza e struttura in una proteina catalogata come ORF8. Questo risultato è stato conseguito all'Università di Bologna da Federico Giorni, un ricercatore del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie, e da Carmine Ceraolo, studente di laurea internazionale in Genomica. Per facilitare la ricerca sul coronavirus 2019-nCoV, l'Istituto di Genomica dell'Università della California a Santa Cruz (UCSC) ha messo on line uno strumento interattivo che permette di studiare il suo genoma.

L'epidemia causata dal coronavirus 2019-nCoV ha segnato profondamente l'inizio del 2020 a livello globale con conseguenze che potranno essere valutate solo a medio-lungo termine. Le circostanze dell'inizio dell'epidemia sono ancora poco chiare a causa delle informazioni limitate che sono state fornite dalle autorità cinesi prima che la situazione diventasse troppo grave per tenerla nascosta. I primi medici che avevano dato l'allarme avevano subito la censura da parte delle autorità e uno di essi, il dottor Li Wenliang, è morto all'inizio di febbraio.

I sintomi individuati dai medici nella città cinese di Wuhan erano simili a quelli dell'influenza ma nel corso del mese di dicembre la sua diffusione ha portato a esami specifici che hanno permesso di accertare che il responsabile era un coronavirus. Si tratta di un genere tassonomico piuttosto vasto di virus che in generale colpiscono altre specie animali ma occasionalmente mutano e diventano in grado di attaccare anche gli umani. Un altro virus di quella famiglia è quello della SARS, che causò un'epidemia nel 2002 partita anch'essa dalla Cina.

Il nuovo coronavirus è stato chiamato 2019-nCoV e uno sforzo internazionale ha portato al suo isolamento e al sequenziamento del suo genoma da parte di vari enti in varie nazioni. Si tratta di passi fondamentali per comprenderne origini e caratteristiche e quindi per le ricerche di cure e vaccini. In questi casi la collaborazione tra diversi enti può fare un'enorme differenza e varie iniziative sono state prese per aiutare i ricercatori. I ricercatori dell'Università di Bologna hanno potuto usare i dati di 56 sequenziamenti condotti da laboratori di varie nazioni per condurre una meta-ricerca con lo scopo di valutare il tasso di mutazioni del virus. L'Università della California a Santa Cruz ha messo online i dati genetici del virus per un totale di 29.903 nucleotidi.

Una delle domande attorno al coronavirus 2019-nCoV riguardava la sua origine con varie specie animali come sospetti. In Cina esistono molti mercati che vendono carne di parecchi animali selvatici e l'igiene non è esattamente una priorità, con la conseguenza che periodicamente ci siano rischi di epidemie che a volte colpiscono solo certe specie come le influenze aviarie ma in alcuni casi mutano e attaccano anche gli esseri umani. I ricercatori dell'Università di Bologna hanno rilevato un 96,2% di identità genetica tra il coronavirus 2019-nCoV e un coronavirus dei pipistrelli, che potrebbe essere il suo antenato.

Il problema dell'origine del coronavirus 2019-nCoV rimane ancora aperto. Un comunicato stampa pubblicato sul China Agricultural University in Guangzhou sostiene che il virus sia stato trasmesso dal pangolino, un altro mammifero. La confusione che c'è stata nel periodo iniziale dell'epidemia non ha aiutato le ricerche, a cominciare da quelle in Cina.

Anche per quanto riguarda possibili cure e vaccini, le notizie si susseguono ma è difficile verificarne l'affidabilità. Alcuni farmaci o cocktail di farmaci vengono proposti e definiti efficaci contro il coronavirus 2019-nCoV ma non è chiaro su che basi. Altre dichiarazioni riguardano la possibile produzione di un vaccino entro qualche mese. È una situazione che mostra tutte le difficoltà che possono emergere nel combattere un virus che ormai ha cominciato a diffondersi anche fuori dalla Cina. Mostra ancor di più cosa succede quando le autorità del luogo in cui parte un'epidemia cercando di contenere la diffusione delle informazioni almeno quanto quella della malattia. Anche se l'epidemia verrà debellata ci saranno conseguenze perché le quarantene e i blocchi nei viaggi hanno iniziato a colpire anche a livello economico.