I cambiamenti climatici stanno portando a conseguenze a lungo termine che a volte sono difficili da valutare a causa dei tanti fattori da considerare. Il rischio per la biodiversità è uno dei problemi più evidenti, spesso già esistente a causa dell'inquinamento, della distruzione del territorio e in alcuni casi anche della caccia. Un articolo pubblicato sulla rivista Nature riporta alcune valutazioni sulle conseguenze negative del caos causato a livello ecologico. Altre conseguenze, in certi casi concentrate in alcune aree ma con ramificazioni che vanno oltre di esse, possono essere difficili da valutare. Un articolo pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution riporta valutazioni su conseguenze che vanno contro l'intuito sulle dimensioni dei pesci in seguito al riscaldamento degli oceani.

Un team guidato dal dottor Alex Pigot del Centro per la Biodiversità e Ricerca Ambientale dello University College London ha condotto la ricerca pubblicata sulla rivista Nature. I ricercatori hanno utilizzato dati ottenuti da modelli climatici dal 1850 al 2005 per verificare la correttezza dei risultati ottenuti riguardo alla presenza nei vari continenti di un totale di 30.652 specie di uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, pesci e altri animali ancora e di piante. A quel punto, hanno compiuto proiezioni annuali fino al 2100 per predire quali specie cominceranno a vivere in aree con temperature significativamente superiori a quelle avute per una durata di almeno cinque anni.

L'insieme dei dati storici disponibili ha mostrato l'insieme delle condizioni in cui ogni organismo può sopravvivere. Ciò non fornisce la certezza che se certe temperature vengono superate regolarmente vi sarà un'estinzione ma è impossibile ignorare il fatto che non sappiamo come potrebbero adattarsi.

Secondo le proiezioni nel futuro, è possibile che un aumento delle temperature medie di 4 °Celsius entro il 2100 porti almeno il 15% delle comunità animali in tutto il mondo a essere esposte a condizioni del tutto fuori della loro normalità. I rischi di grossi danni ai loro ecosistemi sono notevoli anche con limitati casi di estinzione.

Un aumento delle temperature medie di 2 °Celsius colpirebbe in particolare almeno il 2% delle comunità, ma si tratta di quelle con la maggiore biodiversità, come le barriere coralline. I danni a ecosistemi importanti per biodiversità e vastità possono avere ripercussioni sulla salute degli oceani aggravando problemi come la loro acidificazione e il calo di ossigeno.

Gli oceani sono fondamentali per la vita sulla Terra e un team guidato dalla dottoressa Asta Audzijonyte dell'Institute for Marine and Antarctic Studies (IMAS) e del Centre for Marine Socioecology ha condotto la ricerca pubblicata sulla rivista Nature Ecology & Evolution. I ricercatori hanno condotto un'analisi di milioni di dati registrati in varie indagini attorno al continente australiano nel corso di decenni su 335 specie di pesci che vivono vicino alle coste. Il risultato è che un aumento delle temperature delle acque influenza le dimensioni dei pesci ma in modo assai divisivo: il 55% delle specie rimpicciolisce in acque più calde mentre il 45% cresce di dimensioni.

Un'analisi dei dati indica che in generale le specie di pesci più grandi tendono a diventare più grandi in acque più calde mentre specie più piccole tendono a diventare ancora più piccole. Sono state trovate alcune eccezioni ma costituiscono una piccola minoranza.

I cambiamenti stanno avvenendo rapidamente per alcune specie di taglia media, anche di oltre il 10% per ogni grado Celsius di aumento della temperatura media delle acque. Se la tendenza dovesse continuare, per quelle specie i cambiamenti saranno notevoli nel giro di pochi decenni.

In realtà è difficile fare previsioni a lungo termine riguardo a notevoli cambiamenti fisici e ambientali per oltre 300 specie di pesci. Di certo però cambiamenti significativi nelle dimensioni dei pesci influenzano gli ecosistemi in cui vivono. Predatori più grandi hanno bisogno di più cibo, prede più piccole li sfamano meno. Si tratta di un altro elemento che potrebbe destabilizzare ecosistemi già sotto stress per l'inquinamento e altri problemi.

Che si tratti di terraferma o di oceani, sempre più ricerche stanno mostrando i rischi che gli ecosistemi stanno correndo a causa dei cambiamenti climatici. Queste due ne illustrano solo alcuni perché tipicamente le ricerche si concentrano su problemi specifici e spesso considerando solo un'area del mondo. Valutazioni precise delle conseguenze dei problemi studiati potranno essere fatte solo nel corso del tempo, quando però potrebbe essere troppo tardi per alcuni di essi.