Uno dei capitoli della medicina salernitana è dedicato ai “semplici”: Plateario e Matteo Silvatico ne sono i corifei, ma anche il Regimen Sanitatis Salernitanum dedica al mondo vegetale una sezione. Nei suoi versi, i famosi aforismi, però, sono solo 18 le erbe terapeutiche, a cui è affidata la cura di ogni malattia: la malva, la menta, la salvia, la ruta, la cipolla, la senape, la viola, l'ortica, l'issopo, il cherofolio, l'énula campana, il pulegio, il nasturzio, la celidonia, il salice, il croco, il porro, il pepe nero. Quest’articolo si sofferma sulla malva, delle altre si tratterà nei prossimi articoli.

L’esposizione dei versi latini presenti nel Regimen rappresenta il primo passo per comprendere le qualità che alla malva venivano attribuite. Il testo illustrato e corredato da un commentario da me tradotto è il De Conservanda Bona Valetudine, Opusculum Scholae Salernitanae, ad Regem Angliae quondam à Doctoribus Scholae Salernitanae Germanicis Rhythmis illustratum…. Franc. apud haeredes Chr. Egen. [1557], cui segue una bella versificazione ottocentesca tratta dal libro La Scuola Salernitana ossia precetti per conservar la salute. Poemetto del secolo XI ridotto alla sua vera lezione e recato in versi italiani dal Cav. P. Magenta, Pavia presso Luigi Landoni, 1835.

Infine, una recente traduzione presente nel mio libro Naturalmente sani. Il nuovo Regimen della Scuola Medica Salernitanae, a conclusione, viene qui presentata la traduzione del Commentario latino e qualche considerazione per confrontare ciò che si credeva anticamente e ciò che oggi si afferma.

Malva. Cap. LVIII

Dixerunt malvam veteres, quod molliat alvum.
Huius radices rasae solvunt tibi faeces,
Vulvam moverunt, & fluxum saepe dederunt.

Malva detta al tempo prisco
Fui perché 'l ventre ammollisco.
Le mie radici il potere
Han di scior le feci intere,
D’eccitar l’utero scusso,
E di trarne il mensil flusso.

Dai tempi antichi si sa che la malva dal ventre gonfio in un attimo
salva. Se polverizzi le sue radici,
sciogli subito le feci.
Per la vulva è un ottimo lubrificante
e per le ovaie infiammate è calmante.

Il Commentario. Cap. LVIII. La malva

La malva è chiamata così perché ammorbidisce il ventre. Essa, insieme con l’altea, la marcorella e la branca ursina, è una delle quattro piante emollienti dalle quali si ricavano clisteri lenitivi e ammorbidenti che eliminano le feci indurite. La malva può avere fiori rossi o bianchi (questo secondo tipo è più emolliente) e le sue radici, grattate, favoriscono l’evacuazione. Come attesta Plateario, infine, stimola le mestruazioni grazie al suo potere umidificante e lubrificante, che favorisce l’afflusso del sangue all’utero.

Considerazioni

Fin qui i versi e il commentario sulla malva (dal greco malasso ammorbidire) che, confrontati con le attuali conoscenze scientifiche circa i suoi principi attivi, confermano l’attualità di gran parte delle antiche regole salernitane.

La malva, pianta eliotropica, perché orienta i suoi fiori rosa-violetti al sole, viene, infatti, utilizzata ancora oggi in medicina come emolliente. Come tisana ha funzioni espettoranti, come infuso è utile contro stomatiti, afte e ascessi dentari, come decotto aggiunto all'acqua del bagno è idratante.

Per le sue tante e valide proprietà terapeutiche spesso ci si dimentica che la malva è pure un'eccellente pianta alimentare: veniva anticamente usata come cibo povero e semplice, secondo quanto riferiscono Esiodo e Teofrasto. A questo scopo si utilizzano sia le foglie sia i teneri germogli. Il sapore leggermente dolciastro la rende gradevolissima per preparare risotti rinfrescanti.

Mescolando alle verdure qualche foglia di malva tagliuzzata, si arricchisce l'insieme di proprietà salutari. Anche i fiori possono ingentilire le pietanze essendo commestibili al pari delle foglie. Fiori e foglie sono ottimi in insalate miste di stagione ed infine i boccioli possono essere confettati nell'aceto e serviti come condimento.