Il Regimen Sanitatis Salernitanum dedica al mondo vegetale, ai “semplici” come venivano definite le erbe con funzione curativa, un’ampia sezione. Solo 18 sono le erbe terapeutiche, a cui è affidata la cura di ogni malattia. Nei precedenti articoli sono state già esaminate la malva, la menta e la salvia, la ruta e la cipolla qui si tratterà. della senape e della viola, seguendo lo stesso metodo.

I versi iniziali, relativi a ciascun “semplice” sono tratti rispettivamente da un testo latino pubblicato a Francoforte nel 1557, da un testo italiano pubblicato a Pavia nel 1835 e da un altro, molto recente, del 2017.

Di seguito viene presentata la traduzione del Commentario latino relative alle erbe in oggetto e qualche considerazione per confrontare ciò che si credeva anticamente e ciò che oggi la botanica afferma.

Senape. Capitolo LXII

De sinapi

Est modicum granum, siccum calidumque sinapis,
dat lacrimas purgatque caput tollitque venenum.

Della senape

È il granel piccolo ed alido
Della senape assai calido:
Purga il capo, il tosco smove,
E le lagrime promove.

Sfere d'oro

Giallo, caldo ed asciutto,
il chicco di senape può far tutto.
Una manciata è l'ideale
se la testa ti fa male.
Sa farti piangere senza freno
e contrasta ogni veleno.

Il Commentario. Cap. LXII. La senape

La senape è costituita da un granello piccolissimo, caldo e secco, Avicenna (2., Canone, cap. 982) lo colloca nel quarto ordine. Grazie al suo forte calore stimola la lacrimazione perché indebolisce e dissolve le umidità del cervello dalle quali provengono le lacrime. In secondo luogo, purificando il cervello e asciugando le umidità flemmatiche attraverso gli starnuti, pulisce il capo ed evita l'ostruzione dei canali cerebrali che provoca l'apoplessia. Infine, elimina il veleno, come dimostra Avicenna, e con il suo fumo scaccia i vermi velenosi.

Considerazioni

La senape per la farmacopea salernitana, purgat capum, libera la testa ed è un antiveleno. Nell'immagine presente nel testo che l’editore di Francoforte, Christian Egenolff ha dato alle stampe molte volte nel XVI secolo, essa viene rappresentata con un vasetto, un’allusione al suo uso più corrente. Frantumando, infatti, i semi della senape nell'agresto o nel mosto di vino, si ottiene una pasta, la mostarda, noto condimento diffuso già nel XIII secolo. Il nome mostarda apparve in un testo del 1288 e si pensa derivi dal mosto ardente, ma già Teofrasto parlava della senape come pianta coltivata e Columella, alla fine del I secolo, nel De Agricoltura, ricordava le foglie di questa pianta conservate in aceto, come condimento.

La droga viene usata per preparare la senape da tavola. Molto usata nella cucina ceca e polacca; i semi polverizzati, prima macerati in acqua o aceto, vengono poi mescolati con altre piante esotiche, rappresentano la base di salse come la citata mostarda. La stimolazione diretta della mucosa gastrica determina una iperemia ed un corrispondente aumento di secrezione, specialmente nei casi in cui essa è atonica per le condizioni organiche dell’individuo, o per particolari contingenze ambientali. La senape costituisce un efficace antiscorbuto e purgante.

La viola. Capitolo LXIII

De viola

Crapula discutitur, capitis dolor atque gravedo;
purpuream violam dicunt curare caducos.

Della viola

Atta a vincere l’ebrezza,
e del capo la gravezza; non che il mal caduco è detta
la purpurea violetta.

Cose che non sai sulla viola purpurea

La viola purpurea cura con destrezza >ubriachezza, mal di testa e pesantezza. >Aggiungiamo - e non siatene scettici -,
è terapia efficace per gli epilettici.

Il Commentario. Cap. LXIII. La viola

La viola calma l'ebbrezza: ha infatti un profumo dolce e moderato che rinvigorisce il cervello. Essa poi, essendo fredda, rinfresca le meningi e, in virtù di ciò, allontana e placa il mal di testa e la pesantezza dovuti al calore (Avicenna, 2., Canone, cap. 726; Razi, 3., Ad Mansorem, cap. 21; Mesuè, Lib. 2., Sectionis primae simplicium, cap. 11); infatti, essendo la viola fredda contrasta il calore. La viola, inoltre, cura gli epilettici, poiché con il suo profumo rafforza il cervello ed evita così l'occlusione dei nervi sensitivi che provoca l'epilessia, detta anche piccola apoplessia.

Considerazioni

La viola era considerata l’antidoto contro la crapula, gli intontimenti e il mal caduco. Nella realtà ha poche applicazioni in base alle sue proprietà, in verità modeste, ma mitologia e metafore si sono cibate lungamente di lei come fiore dell’amore: dal mito di Io, amata da Zeus e trasformata in una bianca giovenca per sfuggire alle gelosie di Era, fino alla sua trasformazione in Iside, la dea venerata dagli egiziani.

I fiori sono emollienti e bechici. In profumeria viene usata l’essenza dei fiori e delle foglie. Le radici hanno proprietà ipotensive, emollienti, espettoranti e, ad alte dosi, emetiche e lassative, un uso ormai obsoleto. La sua essenza viene usata in pasticceria per la realizzazione di fiori canditi.