Ormai da molti decenni, ci troviamo in uno stato di crisi profonda a livello mondiale. È una crisi multidimensionale che tocca ogni aspetto della nostra vita: la nostra salute, la qualità del nostro ambiente e dei nostri rapporti sociali, la nostra economia, tecnologia, politica. È una crisi di dimensioni intellettuali, morali e spirituali, è una crisi di un’urgenza che non ha precedenti nella storia umana. È una crisi che per poter essere compresa chiede di adottare una prospettiva più ampia e di osservare la nostra situazione nel contesto dell’evoluzione culturale umana. Nel momento in cui riusciamo ad ampliare il nostro campo di osservazione dalla fine del XX secolo ad un arco temporale capace di abbracciare migliaia di anni, risulta evidente come la crisi rappresenti un aspetto di una trasformazione. È nota a tutti la parola wei-ji che i cinesi, ben consapevoli di questa connessione profonda fra crisi e mutamento, usano per esprimere i concetti di “pericolo” e “opportunità” al tempo stesso.

In un mondo che ha interconnessioni a livello globale, in cui i fenomeni biologici, psicologici, sociali e ambientali sono tutti interdipendenti, è necessaria nuova visione della realtà, un mutamento fondamentale nei nostri pensieri, percezioni e valori, come direbbe Thomas S. Kuhn è necessario un “cambiamento di paradigma”, un punto di svolta capace di segnare una trasformazione nel modo di vedere le cose, ossia i dati che si hanno a disposizione possono essere gli stessi, ma vengono interpretati in modo differente.

Questo articolo, in particolare, intende porre l’attenzione sull’esigenza di un cambiamento di paradigma nel campo della salute e della malattia ove si rende necessario comprendere, da un lato, il mondo di valori e di cultura che sono stati finora alla base della nostra vita su questo pianeta e, dall’altro, le esigenze e le aspirazioni più profonde che animano l’essere umano e “curarlo” a livello fisico e psichico secondo una prospettiva “complessa”. Si tratta di intervenire con un approccio capace di integrare le più attuali acquisizioni scientifiche della fisica, della biologia evoluzionistica, delle neuroscienze ed altre discipline in relazione alla dialettica mente-corpo. In questo senso, il corpo non emergerà come semplice agglomerato di una molteplicità di segni, quanto piuttosto una vera e propria sintesi archetipica che, grazie alla scienza dei simboli e delle analogie, si fa portavoce dell’essere profondo che abita in noi e che ci chiama al cambiamento.

In questo processo volto a contribuire al cambiamento di paradigma, si possono citare svariati contenuti ed eventi atti a sensibilizzare il collettivo, fra i tanti si ricorda la dichiarazione unanime di ricercatori nazionali ed internazionali avvenuta nei convegni L’intreccio della vita: corpo, psiche e ambiente. Dibattito transdisciplinare sulla salute e la malattia (Milano, 19-20 aprile 2013) e Scienza e Spiritualità (Stresa, 1-2 maggio 2013) dai quali è emerso il libro Dal segno al simbolo. Il Manifesto del Nuovo Paradigma in Medicina in cui gli autori Pier Mario Biava (medico e ricercatore in epigenetica), Diego Frigoli (psichiatra, psicoterapeuta e fondatore della teoria e della prassi psicoterapeutica ecobiopsicologica) e Ervin Laszlo (filosofo e candidato due volte al premio Nobel per la Pace), con la prefazione di Giorgio Cavallari (psichiatra, psicoterapeuta, psicoterapeuta analista di formazione junghiana e Direttore Scientifico Istituto di Psicoterapia ANEB), hanno “dialogato” nel senso più profondo del termine sulla necessità di una collaborazione transdisciplinare che ponga le sue fondamenta su una visione olistica dell’Uomo e della Natura e che abbia come obiettivo il superamento della visione meccanicistica in favore di una cura che ponga al centro dell’attenzione la persona e non il sintomo.

La medicina, la psichiatria, la psicologia, la biologia, la psicosomatica, le neuroscienze, la genetica se rimangono troppo ancorate a un sistema logico-deduttivo e deterministico basato sull’analisi dell’oggetto di studio, non sono più in grado di rispondere alla domanda fondamentale che muove la scienza e l’uomo: che cos’è la vita. Ciò accade in quanto, come hanno dimostrato le recenti scoperte nel campo della biologia, dell’epigenetica, della psicosomatica e della fisica, i loro criteri teorici e la loro metodologia di indagine devono evolvere per accedere ad una visione integrata, transdisciplinare e “a rete” di quello che noi chiamiamo vita.

(Frigoli, 2013)

Le parole chiave che emergono da questo “incontro” sono complessità, rete ed informazione. È necessario che la scienza, che finora ha fornito un’immagine frammentata del mondo, cerchi un nuovo paradigma unificante le varie discipline partendo da ciò che connette l’universo fisico al mondo vivente, il mondo vivente a quello sociale, il mondo sociale alla cultura. Tutto ciò che esiste nell’Universo, dai livelli di organizzazione più elementari fino agli organismi viventi più evoluti, è caratterizzato da un elemento imprescindibile: l’ordine, ossia la coerenza che si colloca all’interno di una rete complessa e a sua volta organizzata che si esprime attraverso un articolato intreccio di relazioni. L’ordine e la coerenza sono possibili grazie alla presenza dell’informazione, come afferma Ervin Laszlo «in assenza di informazioni, le energie presenti nell’universo sarebbero un insieme accidentale di eccitazioni allo stato fondamentale. È solo l’informazione che struttura il mare di energia della matrice cosmica ed è l’informazione che coordina l’interazione fra le strutture» (Laszlo, 2014). In altre parole, tutto ciò che è vivente è regolato da leggi che ne permettono l’esistenza orientandone lo sviluppo e contrastandone la deriva entropica verso la disorganizzazione e la perdita di coerenza. Si tratta di “leggi funzionali” che possiamo definire archetipi, cioè principi organizzatori che rappresentano un potenziale informativo-organizzativo che si dispiega in tutti i livelli dell’esistenza assumendo una configurazione precisa.

La conseguenza immediata di questo nuovo paradigma è che l’uomo non è più considerato una “macchina”, in cui mente e corpo interagiscono fra loro separati dall’ambiente e dal contesto psico-socio-economico in cui vivono, ma l’uomo e la natura sono gli epifenomeni di una “danza” comune ispirata secondo i fisici dal campo Akashico di informazione e secondo l’ecobiopsicologia dal campo archetipico del Sé.

L’impostazione teorico-scientifica e la dimensione concreta e pratica della medicina si incontrano stimolando la riflessione sulla corretta definizione di salute e malattia. Se per Biava, la malattia si identifica come una patologia dell’informazione, la visione di Frigoli ci invita al contempo a cogliere il sottile legame esistente tra ciò che è dentro e ciò che è fuori, o meglio, attorno a un individuo, dalla rete di relazioni sociali all’ecosistema naturale nella sua globalità. In quanto essere vivente, e dunque unità eco-bio-psicologica, anche l’uomo è regolato da leggi archetipiche, secondo le quali deve nutrirsi, respirare, muoversi, riprodursi, assolvendo a tali funzioni non solo da un punto di vista biologico, ma anche rispetto a dimensioni psicologiche, sociali, ambientali. Per Frigoli, la malattia è portatrice di un quantum informativo: il corpo si configura come mandala cosmico, frutto di creatività archetipica, e il sintomo è, contemporaneamente e simultaneamente, segno fisiologico, tangibile, ma anche simbolo, analogia di qualcosa che accade a livello psicologico, ovvero senso profondo del disturbo. Si profila l’urgenza di un nuovo modo di cura veramente “umanizzata” rispettosa dei principi costruttivi dello psicosoma umano e della rete di relazioni a cui esso appartiene.

Bibliografia

Biava P.M., Frigoli D., Laszlo E., (2014). Dal segno al simbolo. Il Manifesto del Nuovo Paradigma in Medicina. Bologna: Gruppo Persiani Editore.
Bracci A., (2020). La Rete della Vita. Intervista al Prof. Pier Mario Biava.
Bracci, A., (2020). Intervista al Dr. Diego Frigoli. La Pandemia e la patologia dell’informazione, Materia Prima, n. XIX, Ottobre 2020, Anno X, pp. 8-17.
Bracci A., (2021). Intervista a Diego Frigoli. L’ecobiopsicologia, un modello di studio della complessità del rapporto Uomo-Natura.
Frigoli D., (2016). Il linguaggio dell’anima. Fondamenti di ecobiopsicologia. Milano: MAGI.
Frigoli D., (2017). L'Alchimia dell'Anima. Milano: MAGI.
Frigoli D., (2019). I sogni dell'anima e miti del corpo. Milano: MAGI.