Non sto iniziando a scrivere un romanzo di avventura, anche se gli elementi per farlo ci sono tutti: un castello arroccato su di una altura, un Conte lunatico e geniale, complotti, una terapia miracolosa, un segreto da tramandare. Tutto ciò è realmente accaduto, in quell'Ottocento che dette vita a un fermento culturale e scientifico dove tutto era sperimentabile e da scoprire. Quell'Ottocento che vide nascere le tante branche di quelle che saranno le moderne scienze biomediche, come ad esempio la citologia, la fisiologia, la microbiologia, l'immunologia, la medicina termale per citarne solo alcune, una serie di discipline che in questo secolo si avvalsero dello sviluppo della tecnologia per divenire fondamenti, dove la coesione del mondo scientifico si faceva sempre più necessaria per condividere linee guida comuni.

Nacquero in questo periodo i primi convegni medici e le organizzazioni professionali al fine di garantire una ufficialità ai componenti laureati in scienze mediche e un'attestazione di serietà che doveva contrapporsi al quel liberismo fino ad allora esistito che fece sì che brulicassero una infinità di ciarlatani e guaritori. Il Conte Cesare Mattei, fu tacciato di ciarlataneria per il suo liberismo sperimentale ma le sue scoperte si basavano su studi medici seri e un utilizzo della tecnologia moderna; attraverso questi elementi dette vita a una branca medica nuova che però così come apparve misteriosamente scomparve.

Colto, cresciuto insieme ai più importanti pensatori dell'epoca, impegnato politicamente fino ad essere eletto Deputato al Parlamento di Roma, nel 1885 fu devastato dalla perdita della madre morta di tumore. Lasciò la carriera politica e si ritirò da solo in un castello che fece costruire sui ruderi di uno precedente medievale sulla cima dell'antica rocca di Savignano, che lui chiamò Rocchetta. Qua si dedicò alla medicina, alla possibilità di inventare essenzialmente una cura contro il tumore per salvare vite. Nel 1881, dopo aver studiato i fondamenti di Hahnemann (fondatore dell'omeopatia) elaborò una nuova scienza medica che chiamò Elettromeopatia e benché avversato dalla medicina tradizionale, iniziò la produzione dei rimedi elettromeopatici esportandoli anche all'estero.

Questi prodotti si basavano sulla unione di granuli e fluidi omeopatici con 5 liquidi elettrici per ristabilire il corretto equilibrio delle cariche elettriche del corpo e riportarlo alla neutralità. I principi erano estratti da 33 piante officinali e lavorati con una metodologia segreta, e proprio la metodologia conferiva ai semplici elementi la loro efficacia terapeutica. Mattei diceva: se la linfa è ammalata ne derivano le malattie linfatiche, se il sangue è ammalato si scatenano le malattie del sangue, se entrambi i sistemi sono malati il corpo soffre delle malattie organiche gravi o croniche. Pertanto i suoi principi elettromeopatici andavano ad agire sull'uno o sull'altro sistema o combinati, su entrambi. La sua cura fu comprovata clinicamente su numerosi pazienti “miracolosamente” guariti dalle più svariate malattie, compresi casi di tumore, laddove la medicina tradizionale aveva fallito.

I suoi rimedi furono richiesti ovunque e il successo di Mattei dilagò in tutto il mondo. Componenti delle corti reali europee si curavano con i rimedi Mattei, anche la famiglia dello Zar russo. La sua fama si diffuse nel mondo, compreso il Giappone, la Cina, l'India e l'Asia e in ogni paese aveva depositi. Nel 1884 ne contava ben 107 nel mondo. Quando Il Conte morì nel 1896 lasciò il suo segreto al collaboratore Mario Venturoli che nel frattempo aveva adottato per riconoscenza, il quale alla sua morte lo lasciò alla moglie, lei alla figlia e poi alla figlia ancora, Gianna Fadda Venturoli, che ancora ne custodisce il segreto. Il Conte, era un uomo eclettico e filantropo tanto che agli indigenti regalava i suoi prodotti medicinali, viveva solo nel suo castello a tratti smaccatamente moresco e intriso di simboli alchemici, come ne racconta una visitatrice dell'Ottocento: ”In effetti non si sa cosa pensare se non che una simile farneticazione architettonico-decorativa, per la sconvolgente negazione di ogni simmetria e per il suo ritmo sincopato e psicotico, appartenga di diritto (in quanto rifiuto di ogni principio architettonico) alla storia dell’architettura”.

Così come era il suo castello era lui, psicotico e farneticante ma allo stesso tempo geniale scienziato, come un moderno Paracelso elaborò l'Elettromeopatia, che si esaurì verso la fine degli anni '60 del XX secolo, snobbata, boicottata, sostituita da altre terapie farmaceutiche di industrie multinazionali.