Tra i più autorevoli promotori dell'integrazione tra dimensione biologica, cognitiva e sociale della vita, Pier Luigi Luisi, docente universitario di Biochimica, nel 1985 ha fondato la Settimana Internazionale di Cortona, volta al dialogo tra scienza e umanesimo e ha scritto importanti testi sull'evoluzione prebiotica e la formazione delle prime strutture vitali, tra cui L'Emergenza della vita. È autore, con Fritjof Capra, di Vita e Natura – una visione sistemica, recentemente pubblicato nelle edizioni Aboca all'interno della collana International Lectures on Nature and Human Ecology, un poderoso volume di 600 pagine che “integra in un unico quadro teorico coerente le idee, i modelli e le teorie che sono il fondamento della visione sistemica della vita” e ha acconsentito, in una stimolante conversazione al termine di una presentazione del libro, ad esplicitare e approfondire alcuni argomenti delle sue ricerche, rendendoli più intensi con il calore della sua partecipazione.

L' interesse per la visione sistemica, secondo cui il mondo materiale è una rete di configurazioni e relazioni inseparabili, gli è venuta dalla conoscenza dei testi del neurobiologo cileno Francisco Varela e dalla condivisione delle teorie di Fritjof Capra, corroborati dal fondamentale incontro, umano e filosofico, col Dalai Lama che lo portò, fin dal 1987, a far parte di un'associazione, Mind and Life Institute, di cui il Dalai Lama stesso era “spiritus rectus”, preposta all'esplorazione del dialogo tra scienza e filosofia buddista in una prospettiva di apertura verso un'integrazione tra scienza e spiritualità.

Quando si parla di contrasto tra scienza e religione – sottolinea Luisi – si cade spesso in un grosso equivoco, perché se per religione s'intende, non una struttura gerarchica e dogmatica, ma spiritualità, elevazione dell'uomo verso l'alto, espansione dell'amore verso il prossimo e la natura, non ci può essere contrasto con la scienza perché entrambe sono tese ad un unico fine. Veniamo tutti da una stessa origine e quindi tutte le manifestazioni della natura dovrebbero intendersi come una grande fratellanza che deve tener conto di tutte le espressioni di vita che ci hanno preceduto per proiettarsi in un futuro sostenibile e dove l'uomo, questo “ospite” venuto all'ultimo momento e di cui molte forme di natura farebbero benissimo a meno, sia non il “padrone”, ma uno dei tanti rami dell'albero della vita.

Un altro contrasto sterile ha caratterizzato la storia del pensiero occidentale, quello tra la fiducia illuministica e positivistica nella ragione e nel progresso e la sfiducia in un'evoluzione lineare sostenuta da una razionalità indefettibile. Ma anche qui, lo studioso ci svela che si tratta di due aspetti complementari che non vanno visti in opposizione e ne è un chiaro esempio la filosofia buddista, dove si arriva alla spiritualità attraverso la “ragion pratica” che consiglia di usare la meditazione per arrivare ad un certo tipo di verità, però questo tipo di verità, che ha in sé qualcosa di mistico, è basato sulla “ragion pura” che suggerisce questo percorso purificatore per arrivare a uno stato di liberazione dall'ignoranza.

Proprio per questo oggi assistiamo ad un'espansione del buddismo in occidente, mentre in oriente, purtroppo, soprattutto a livello giovanile, si nota una diffusione del modello consumistico occidentale. Per Luisi, comunque, la teoria sistemica può favorire una forte presa di coscienza anche nei comportamenti individuali, essendo l'ecologia uno dei suoi punti caratterizzanti, ecco allora che si dovrebbe sviluppare tutta una serie di comportamenti “virtuosi”, come l'uso limitato dei mezzi di trasporto inquinanti, lo sfruttamento di energia “pulita”, l'alimentazione vegetariana (si pensi che per una bistecca occorrono 500 litri di acqua… ). Sarebbe necessario anche una più equilibrata distribuzione antropica sul territorio evitando la concentrazione degli umani in sempre più devastanti megalopoli – nei prossimi 30 anni è prevista una dozzina di città che supereranno i 30 milioni di abitanti – che non fanno che aumentare povertà e disoccupazione favorendo lo sfruttamento di “schiavi” reclutati nelle parti più disagiate del pianeta.

Alla base di tutti i problemi che stanno portando l'umanità verso una pericolosa deriva autodistruttiva c'è la falsa credenza nella “crescita illimitata” e per sfatare questo pericoloso mito è indispensabile che tutte le istituzioni facciano la loro parte: la scuola, “in primis”, sbarazzandosi della secolare distinzione tra cultura classica e scientifica, ma non bisogna comunque disdegnare i nuovi media, come internet, che se da una parte, con il suo profluvio non selettivo di informazione, può essere fuorviante, dall'altra ci può dare una dimostrazione pratica di quella che può essere la “rete”, cioè la possibilità di un'interconnessione di persone e di saperi diversi.

D'altronde – precisa Luisi- i cultori della visione sistemica costituiscono una comunità “fluida”, non istituzionalizzata, ma una rete di individui che si rinforza quotidianamente e sono in comunicazione attraverso convegni, letture, contatti personali e virtuali. Siamo tutti – conclude lo scienziato – dentro una matrice e tutti dobbiamo collaborare per realizzare “comunità sostenibili”, senza fughe in avanti verso utopie al momento irrealizzabili; si tratterà dunque di partire dalla “cognizione”, cioè dall'attività coinvolta nell'autogenerazione e nell'autoperperpetuazione delle reti viventi e dalla comprensione che ogni organismo vivente interagisce con il proprio ambiente, superando la dicotomia mente-corpo, per guardare più in alto, come fecero i nostri antenati, quando cominciarono a camminare eretti scoprendo la bellezza del sole e delle stelle.

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