Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni;
e nello spazio e nel tempo di un sogno
è racchiusa la nostra breve vita.

È una delle frasi di Shakespeare che più di ogni altra mi è rimasta in mente fin dai tempi della scuola. Non tanto per l’accezione filosofica secondo la quale la realtà così come i sogni non sono altro che rappresentazioni mentali, quanto per un’accezione se vogliamo più “romantica” secondo la quale non c’è una distinzione netta tra realtà e sogno e qualche volta i sogni, soprattutto se condivisi, possono determinare una vera e propria rigenerazione della vita.

La citazione è tratta da La Tempesta, una delle opere più rappresentative e complesse di William Shakespeare. Parliamo ovviamente dello Shakespeare maturo, quello secondo il quale il conflitto non è affatto distruttivo ma strumentale in quanto capace di determinare una rigenerazione morale e spirituale. L’ultima versione di questo capolavoro shakespeariano è stata presentata in prima mondiale dal Dutch National Ballet in occasione dell’ultima edizione dell’Holland Festival. Porta la firma di un duo inedito ed originale: Shirin Neshat e Krzysztof Pastor.

Shirin Neshat è una delle artiste più rappresentative e suggestive dei nostri tempi. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali (Crystal Award, Svizzera 2014; Leone d’Argento, 66a edizione Mostra del Cinema di Venezia, 2009; Cultural Achievement Award, Asia Society, 2008; Infinity Award for Visual Art, International Center for Photography, New York, 2002; Leone d’Oro, 48a Biennale di Venezia, 1999) e ha esposto nei principali musei e fondazioni del mondo: Whitney Museum of American Art, New York; Tate Gallery, London; Serpentine Gallery, London; Castello di Rivoli, Turin… Non è sicuramente un caso la scelta dell’opera shakespeariana: Prospero, il protagonista naufragato insieme alla figlia su un’isola sperduta, condivide con la Neshat la condizione di esule mentre Miranda, la bella figlia di Prospero, è una donna, tema molto caro alla produzione artistica della Neshat e che soprattutto nelle ultime opere di Shakespeare acquisisce un ruolo fondamentale in quanto capace di esercitare una funzione benefica (ne La Tempesta grazie al matrimonio tra Miranda e Ferdinando, Prospero potrà riconciliarsi con suo fratello Antonio).

In occasione della collaborazione con il Dutch National Ballet Shirin Neshat assieme al suo compagno Shoja Azari presenta una serie di video inediti e non, aventi ad oggetto il colonialismo e l’oppressione. Parlando di Krzysztof Pastor Shirin Neshat ha affermato: “Il suo lavoro mi tocca in profondità. Tutti i suoi balletti hanno un forte impatto emotivo. E questo legame emotivo è molto speciale perché proveniamo da due background davvero diversi. Lui è polacco con la relativa storia del blocco sovietico ed io sono una rifugiata dell’Iran. Entrambi ci troviamo a lavorare nel circuito culturale occidentale. L’Oriente incontra l’Occidente in una profonda affinità spirituale”. Originale ed unica questa capacità di trovare alla base dell’incontro tra Oriente e Occidente una comune affinità spirituale della quale soprattutto nelle notizie diffuse quotidianamente dai media facciamo sempre fatica a ritrovarne traccia. Il sogno incontra ancora una volta la realtà chiedendole una rigenerazione di ideali ed azioni.

Krzysztof Pastor, coreografo residente del Dutch National Ballet dal 2003 e direttore del Polish National Ballet dal 2009, è uno dei più rappresentativi coreografi europei, vincitore anche lui di numerosi premi internazionali (Annual Award of the Minister of Culture, Poland, 2014; Choreography Prize, Danserfonds ’79, 2000, Gold Choreography Prize-Inernational Ballet Competition, Helsinki, 1995) è sempre molto bravo a portare in scena storie fortemente emozionali. Data questa sua predilezione non stupisce quindi la scelta dell’opera shakespeariana incentrata sulla “tempesta” di passioni e turbolenze dei protagonisti sulla quale l’attenzione dello spettatore viene riportata quattro volte durante lo spettacolo in quanto i quattro atti nei quali è suddiviso sono anticipati sempre da una tempesta. In questa sua interpretazione del capolavoro shakespeariano Pastor enfatizza il tema del perdono, del potere e del diventare maturi. Quasi un viaggio dell’anima dal buio alla luce. A proposito de La Tempesta Krzysztof Pastor afferma: “dal mio punto di vista, condiviso anche da altri, La Tempesta è la migliore opera di Shakespeare ma allo stesso tempo la sua opera più complessa. È praticamente impossibile sintetizzarne la storia in una frase in quanto è composta da diversi livelli stratificati. Si presta a molte interpretazioni differenti. Di tipo politico in quanto uno dei temi è la perdita di potere. Di tipo emotivo in quanto Prospero deve lottare molto con le emozioni. Nel contrasto tra ragione ed istinto rappresentati rispettivamente da Ariel e Calibano. Di tipo sessuale data la tensione erotica che si crea quando una donna sola vive su un’isola con tanti uomini. E questi sono soltanto alcuni dei livelli di analisi contenuti nell’opera”.

L’opera creata da Shirin Neshat e Krzysztof Pastor è quindi un concentrato di emozioni e significati difficile da sintetizzare in un articolo. Un vento che porta una forza nuova di cambiamento e rinnovamento spirituale che ci accompagna verso un futuro la cui chiave di lettura non può che essere il rispetto, la tolleranza e l’inclusione.

The Tempest
Dutch National Opera & Ballet
Amsterdam, the Netherlands