Registrato in analogico con Ronan Chris Murphy, In The Woods è un suggestivo viaggio con ospiti come Pat Mastelotto, Benny Greb, Scott Steen e Roberta Canzian. Vinile in legno di ciliegio in edizione limitata, è in tour dal 4 ottobre 2014.

"A un certo punto della tua vita se ti dedichi anima e corpo all’arte e alla musica, è naturale sentire di doversi abbandonare all’esigenza creativa che ti porta a esplorare in libertà. Questa è la forza guida. Poi decidi di chiedere ad amici e collaboratori che stimi in modo incondizionato di condividere con te un percorso emozionale come quello di un disco. In The Woods rappresenta il mio essere uomo di passioni, di istinto, riassume in tutte le sfumature chi sono, come sono, cosa mi piace". E' emozionato e soddisfatto Mike 3rd, pronto alla sua avventura solista con un disco che racchiude il successo delle sue attività precedenti e lancia una nuova esperienza all'insegna di un sofisticato rock acustico dal respiro internazionale, completamente privo di strumenti elettrici e come sempre registrato in dominio analogico.

"In The Woods è il suono del legno e degli uomini, è una raffinata ricerca. La scelta di arrangiarlo in totale assenza di strumenti elettrici, privilegiando così gli esecutori e gli strumenti acustici è di per sé una ricerca, un'esplorazione sull’essere musicista, sulla natura delle vibrazioni che corde, pelli e bicchieri di cristallo propagano attraverso l’aria". Dopo il sensuale groovy-rock degli Hypnoise, il travolgente new-rockabilly dei Tunatones, il rabbioso avantpunk degli ExKGB e le produzioni rock e jazz per Sainkho Namtchylak, Claudio Fasoli, Tommi, Claytoride, Empirical Time e altri, Mike 3rd inaugura il proprio percorso concentrandosi sull'essenza del suono grazie alle macchine vintage del Prosdocimi Recording, apprezzato studio analogico che gli ha consentito di ottenere il sound acustico che aveva in mente. In The Woods "rompe" con le precedenti esperienze poiché rinuncia agli strumenti elettrici: è un disco di rock songs introspettive che toccano soul, blues, folk e jazz.

Un'altra peculiarità di In The Woods è il suo essere un album "a geometria variabile": in ogni brano Mike 3rd ha guidato un diverso team di musicisti a seconda dell'atmosfera e dell'intensità del momento. In The Woods annovera tre batteristi dalla forte personalità, due giganti internazionali come Pat Mastelotto e Benny Greb e la giovane promessa italiana Alberto Stocco. Insieme a loro una squadra di lusso che conferma le connessioni internazionali di Mike e del suo studio: Scott Steen, Kicco Montefiori, Roberta Canzian, Alessandro Arcuri, Giulio Campagnolo, Sofia Borgo e il quartetto d'archi composto da Francesco De Santi, Matteo Graziani, Andrea Scaramella e Maurizio Galvanelli. Produce insieme a Mike il fido Ronan Chris Murphy (già produttore di King Crimson, Steve Morse, Terry Bozzio, Ulver, California Guitar Trio, Chucho Valdes, ecc.). Ultimo guest il noto art director Michele Gervasuti, con una chicca vocale e soprattutto il suo lavoro concettuale per la edizione deluxe in vinile, una confezione pregiata interamente realizzata a mano da Stocco Drums.

Ecco le date dell'In The Woods Tour 2014-15:
4 ottobre (Gervasuti Foundation, Venezia)
22 ottobre (Bad King, Perugia)
23 ottobre (Green Door, Recanati - MC)
24 ottobre (Fiction Jazz Club, Chieti)
25 ottobre (Almost Blue, Benevento)
26 ottobre (Affuoco, San Giorgio del Sannio - BN)
30 ottobre (Al Porteghet, Trento)
31 ottobre (Ex Eurobar, Roana - VI)
14 novembre (Rive Jazz Cartigliano - VI)
25 novembre - 2 dicembre (Squalo Tiki Bar, Matinal Beach, Barbaridad, Chiristones, El Medano - Tenerife, Spagna)
12 dicembre (Good Music Live, Torino)
13 dicembre (Club il Giardino, Lugagnano di Sona - VR)
20 dicembre (Piccolo Teatro AurOra, Ora - BZ)
12 luglio 2015 (Rifugio Alpe Madre, Solagna – VI)

Mike 3rd – all’anagrafe Andrea Michelon Prosdocimi – è un musicista che ha interpretato la propria esperienza artistica come un continuo viaggio alla scoperta di avventure musicali sempre nuove. Una personale ricerca che si può leggere nel percorso fatto partendo dagli studi di chitarra condotti sotto la guida di Michele Calgaro alla Thelonious Jazz School di Vicenza passando attraverso i numerosi progetti musicali cui ha partecipato, spesso in qualità di fondatore, dimostrandosi musicista versatile e ispirato.

La prima band che fonda nel 1996 sono gli Hypnoise, un progetto nato dall’intenzione di dar vita a un’espressione musicale in grado di distinguersi per l’originalità e la forte identità. Nel 1998 si concretizza un’importante collaborazione tra Mike 3rd e Ronan Chris Murphy, produttore di Los Angeles sotto la cui direzione gli Hypnoise realizzano due album: Opium che vede la presenza del King Crimson Warr Guitar Trey Gunn e St.Valentine’s Porno Bar, in cui partecipa anche la cantante Cheryl Porter; artista che ha profondamente contribuito alla crescita musicale di Mike 3rd e che nel brano Like a Free Bird regala un sublime assaggio delle sue straordinarie doti vocali. St. Valentine’s Porno Bar viene presentato in contemporanea mondiale a Los Angeles e a Londra dove Mike 3rd, con la direzione artistica di Michele Gervasuti, si esibisce nell’esclusivo Black’s, Club degli artisti a Soho di proprietà di Giuseppe Mascoli.

Parallelamente al progetto Hypnoise l’esplorazione di nuove frontiere musicali porta Mike 3rd a partecipare alla jam session di 45 ore non stop di musica totalmente improvvisata dove si esibisce al fianco di Tony Levin e Pat Mastelotto, che ritroverà in seguito, alla Supersession di 33 ore e 1/3 a Phoenix alla quale viene invitato. Oltre alla carriera di musicista, dal 2008 Mike 3rd inizia una parallela carriera di produttore artistico che lo porterà a produrre nel proprio studio di registrazione, il Prosdocimi Recording, varie band tra cui gli Altare Thotemico, che saranno tra i finalisti del Prog Awards 2010 nella categoria miglior album d’esordio.

Nel 2009, oltre a dedicarsi al progetto Hypnoise, Mike 3rd fonda con il batterista Alberto Stocco e lo Stickman Emanuele Cirani una nuova formazione: gli EXKGB. Sempre nello stesso anno prende il via anche la prima edizione della Stagione della Beneficenza, un progetto che Mike 3rd avvia con lo scopo di sostenere l’AIRC e Greenpeace e nel cui ambito, nei primi mesi del 2010, vedono la luce: A little poem for the Sea, ballata acustica dove suadenti chitarre accarezzano la splendida voce di Cheryl Porter, In the twilight, ritorno sulle scene degli alternative-prog Hypnoise, il debutto discografico degli EXKGB con Dangerous Toys, nelle cui sonorità energiche e graffianti Mike 3rd si cimenta con generi come funk, rockabilly, groovy rock. All’inizio del 2011 prende il via la seconda e ultima edizione della Stagione della Beneficenza, che vede la produzione di due nuovi singoli sempre a supporto di AIRC e Greenpeace: Brightness Comes degli EXKGB e Fifteen Days dove Mike 3rd, in compagnia del fidato Alberto Stocco, regala un lucido e sensuale soul-rock profumato di Red Hot Chili Peppers.

Verso la fine del 2010 dalla collaborazione con l’esuberante batterista Alberto Stocco (con il quale Mike 3rd si occupa anche della produzione e dell’arrangiamento di due brani del cantante pop Generale Destro) nascono i Tunatones, trio surfabilly cui si unisce l’energico contrabbassista Alessandro Arcuri già membro, come bassista, della seconda formazione degli Hypnoise. A fine 2012 assieme ad altri appassionati d’arte, l’istrionico musicista fonda l’Associazione Culturale Prosdocimi, un ennesimo omaggio al Bisnonno Tenore che si concretizza nella Prosdocimi Music Academy e nella Prosdocimi Records. Queste due ali dell’associazione si occupano rispettivamente della scoperta di talenti come anche dell’insegnamento/divulgazione dell’arte della musica e del coordinamento e promozione di artisti indipendenti che si mettono in discussione sposando uno stile tipicamente internazionale di alto profilo.

Procede nel frattempo, costante come sempre, l’attività dei due gruppi EXKGB e Tunatones con i quali, già nei primissimi giorni del 2013 Mike 3rd (conclusi alcuni impegni nella veste di produttore artistico tra gli altri per Simbiosi Dischi, dei Claytoride) dà alla luce ben due album. Con i Tunatones, dopo l’apprezzatissimo iTunas sforna il loro nuovo Vulcano mentre gli EXKGB, con la produzione di Ronan Chris Murphy danno alla luce False Hope Corporation. Nel Dicembre 2013 Mike 3rd, con il batterista Alberto Stocco e il basista Alessandro Arcuri, è stato ingaggiato dalla cantante autrice inglese Jasmine Rodgers per formare la sua nuova band. Dopo un anno di lavorazione, il 4 Ottobre 2014 a Venezia, in contemporanea con la Biennale Musica, Mike 3rd presenta il suo primo album solista In The Woods.

E ora intervistiamo Mike 3D. Da un po’ di anni a questa parte ti vediamo in una veste a dir poco poliedrica: compositore, produttore, strumentista, docente di musica, uomo di studio e di palco in diverse situazioni, dal rockabilly dei Tunatones all’avant-punk degli ExKGB. In The Woods però è il primo disco “tutto tuo”: possiamo definirlo come una sintesi di tutte le tue precedenti esperienze?

A un certo punto della tua vita se ti dedichi anima e corpo all’arte, nel mio caso alla musica, è naturale sentire di doversi abbandonare all’esigenza creativa che porta a esplorare in libertà. Questa è la forza guida. Poi decidi di chiedere ad amici collaboratori che stimi in modo incondizionato se abbiano piacere di condividere con te un percorso emozionale come quello di un disco. Sono stato fortunato, hanno accettato tutti con entusiasmo.

In The Woods ha tutto il sapore di un nuovo punto di partenza, eppure già dal primo ascolto si ha la sensazione che il tuo mondo musicale sia in bilico tra l’omaggio a un sound “classico” da te tanto amato e il bisogno di esplorare nuovi territori.

Sono un appassionato amante dei bei suoni. Negli anni ho capito che questi sono sempre creati da musicisti con una passione sconfinata per il loro strumento, per la musica, tormentati da una inarrestabile ricerca della perfezione, ovviamente nella loro visione delle cose. In The Woods è un importante capitolo della mia vita, rappresenta un percorso compositivo di anni attraverso esperienze personali di tutti i tipi. La scelta di arrangiarlo in totale assenza di strumenti elettrici, privilegiando così gli esecutori e gli strumenti acustici è di per sé una ricerca, un'esplorazione sull’essere musicista, sulla natura delle vibrazioni che corde, pelli, bicchieri di cristallo propagano attraverso l’aria. In The Woods è il suono del legno e degli uomini, è raffinata ricerca.

Un titolo come In The Woods, per chi conosce l’ambiente suggestivo dei Prosdocimi Recording (nei quali è nato anche questo album), può suonare familiare: è un omaggio alle tue terre e ai tuoi luoghi della musica o c’è altro?

Il bosco è avvolgente, è ambiente silenzioso di percezioni, esaltazione dell’esperienza dei sensi, lontano dalla società, nasconde sorprese e insidie. La luce gioca con le ombre su tronchi e gocce di rugiada, i profumi inebriano la mente. Ne sono attratto, nutro profondo rispetto per boschi e foreste. In questi ambienti i maestri liutai che conservano e tramandano l’antica arte della costruzione degli strumenti musicali traggono con rispetto i legni che daranno voce alle nostre emozioni di musicisti. In The Woods è un omaggio alla natura, all’uomo di passioni e di valori, è una visione romantica della vita e dell’essere. Forse al giorno d’oggi, pensando alla società consumistica che creiamo, è più una visione eroica della vita e dell’essere che un auspicio a una nuova realtà.

Chi ti ha ascoltato come chitarrista dei Tunatones o degli ExKGB; ma anche chi ricorda l’esperienza Hypnoise o le tue produzioni dai ClayToRide agli Empirical Time, ha un’idea di te come musicista “di genere”: le canzoni di In The Woods sfuggono invece a questa catalogazione, qual è stato il segreto?

Il segreto sono io e per questo mi sento di dire che non è un segreto. Quando lavori in una band il risultato musicale è un insieme di più tensioni artistiche che danno vita a una identità. Quando lavoro in veste di produttore artistico il mio obiettivo è esaltare la forza creativa degli artisti che si affidano a me, cerco di fare in modo che rendano lucente la loro identità. Nel mio lavoro solista il mio io artistico, il mio istinto non si trova a dover mediare con quello di altri compagni di viaggio. Per questo In The Woods rappresenta naturalmente il mio essere uomo di passioni, di istinto, riassume in tutte le sfumature chi sono, come sono, cosa mi piace.

In The Woods è un album di special guest, arrivati nei tuoi studi grazie al rapporto di amicizia e fiducia costruito negli anni. Ci piacerebbe avere, più che l’elenco degli ospiti, un tuo flash su ognuno dei musicisti coinvolti.

Sorrido sempre quando ci penso, anche perché non mi sarei aspettato così tanta disponibilità, entusiasmo e bellezza. Tutti hanno deciso liberamente quali erano le canzoni nelle quali avrebbero suonato, quelle che più erano nelle loro corde e tutto è stato naturale e armonioso come mai avrei potuto aspettarmi. Quando ho deciso di iniziare questa avventura, più di un anno fa, ho pensato in primis a chi mi sarebbe piaciuto avere come batteristi in studio dal momento che registro le mie produzioni in dominio analogico. Da anni ne parlavo con Pat (Mastelotto ndr) che si era sempre dimostrato interessato al mio lavoro, poi grazie ad Alberto (Stocco ndr) che me lo ha fatto notare, ho pensato a Benny Greb. Eccovi allora un po’ di aneddoti:

Aneddoto I: Pat sta vivendo un periodo molto impegnato della sua carriera dividendosi tra King Crimson, Crimson Project, Stickmen e vari altri progetti. È una forza della natura! Dopo un po’ di tentativi per trovare un momento per lavorare assieme in studio mi fa: “Mike, se mi mandi le tracce qui posso registrare tutto nel mio studio e rimandartele” e io: “Pat le ho in bobina” e lui: “Ah! Mi ero dimenticato che sei analogico, dai dammi un paio di giorni e vedrai che facciamo tutto!”. Così mi scrive che sarebbe stato di passaggio sul Lago di Garda in day off con i Crimson Projekt e che se andavo a prenderlo per riportarlo il giorno dopo a Chieti potevamo fare tutto per bene. Fu così che il 28 Aprile scorso mi trovavo in autogrill a prelevare Pat approfittando nel frattempo per far quattro chiacchiere con Tony (Levin ndr) che non vedevo da un bel po’. Abbiamo trascorso una giornata splendida, abbandonati alla creatività nella ricerca e produzione dei suoni per le sue parti ottenendo le performance in modo semplice, naturale. Come già detto in In The Woods non sono stati usati loop o sampling audio, all’occorrenza quei suoni sono stati creati seguendo il principio che uso spesso e che Jojo Mayer chiama "reverse engineering". Avendo dunque bisogno di un particolare sound ritmico di sottofondo ci siamo ritrovati a sperimentare il rumore del ghiaino mosso con un rastrello per poi finire per optare su due fogli di carta vetrata, grammatura 180 per la precisione. Questa la ascoltate in Shining Light, il primo pezzo del disco.

Aneddoto II: Benny si trovava in studio per un workshop che avevamo organizzato con Alberto e durante la pausa mi fa: “Mike, tu e il tuo studio siete unici, voglio portare qui uno dei miei masterclass, nell’occasione se vuoi posso registrare in qualche tuo lavoro” e io “Benny sto mettendo assieme il mio lavoro solista, sarei felicissimo se volessi esserci anche tu” e così a pochi mesi di distanza Benny Greb era in studio a suonare in tre pezzi del mio album, meraviglioso come sa essere lui. È nata una bella amicizia, grazie alla musica ultimamente ho conosciuto persone magnifiche, sono fortunato.

Aneddoto III: Alberto Stocco è un giovane talento Italiano, musicalità in costante maturazione e crescita. L’ho scoperto che aveva iniziato a suonare da un anno o poco più in occasione di un demo nel mio studio, già allora vidi quella unica luce negli occhi. Sono cose che mi hanno sempre colpito. Così, dopo essere entrato tra gli endorser dell’Italiana eccellenza Stocco Drums di Carlino con la quale casualmente condivide il cognome e aver precedentemente iniziato un percorso di studio che lo sta portando sempre più lontano, è arrivato il suo momento: “Alberto, sto facendo il disco solista, ci sono Benny e Pat, te la senti di entrare nel trio?” e lui con sorriso “se bisogna … facciamolo”! Così gli ho dato le tracce e il messaggio è stato: “Fai quello che senti sia giusto, so che mi piacerà” come per Benny e Pat mi è piaciuto e sono felice che abbia accettato di essere parte di questo lavoro con tutta la sua musicalità.

Aneddoto IV: Scott (Steen ndr) arriva in studio grazie al mio art director Michele Gervasuti che lo conosce per strada a Padova il giorno di Pasqua. Affascinato dallo studio e dal lavoro che sto facendo arriva con la tromba in spalla, ci conosciamo e ascolta 15 Days per la quale pensavo a un assolo di tromba nel finale. Scott è una persona fantastica e musicista meraviglioso. Suona una performance incantevole, esce dalla live room e iniziamo a chiacchierare facendogli ascoltare il resto delle canzoni. Arriva In the circle con Alberto alla batteria, sbarra gli occhi e mi fa: “ferma tutto, ferma tutto, falla ripartire!” ascolta una volta e dice: “mi è saltato in testa un riff, posso suonarlo?” e io “certo Scott no problem” e lui “non me la sono portata, avrei bisogno di una ventosa, di quelle per sturare i cessi … pulita però! (sorridendo)” e allora con lui e Michele corri a cercare nelle case vicine una ventosa per quello che è uno dei riff più adorabili di In The Woods.

Aneddoto V: Arriva sempre grazie a Michele Gervasuti la soprano Roberta Canzian che, allieva di Katia Ricciarelli ha già cantato tra gli altri con Battiato. Una delle mie passioni musicali. Donna spettacolare, simpaticissima, cantante meravigliosa. Roberta, un po’ come il mio amico Gabriele Nani, ama la musica leggera ed è affascinata dalla sua unione con il canto lirico. Siamo in studio a provare varie soluzioni e le chiedo se potesse farmi un regalo nel doppiare la mia voce nei ritornelli con il colore e la potenza della sua. Così fa una prova, tutto ok, iniziamo a registrare e alla seconda frase del ritornello parte con un acuto improvvisato che lascia me, Ronan e Alberto assolutamente senza fiato. Lo ha fatto così, naturale, sorridendo da provocare pelle d’oca e persino pianti per la forte emozione… il potere della musica. Mi sono dilungato lo so… scusatemi, è la passione.

A differenza delle tue band, che possono contare su un organico fisso e stabile, In The Woods è un album “a geometria variabile”, nel quale ogni pezzo ha la sua fisionomia e la sua line-up. Quanto può essere rischiosa una scelta del genere?

Sai, non la considero rischiosa perché è dettata dall’istinto, una forza alla quale rispondo da un paio di anni in modo incondizionato e che mi sta regalando bellissime esperienze. Volevo che ogni singolo pezzo fosse immagine sonora di quello che avevo in testa, volevo che comunicasse emozionalmente quello che sentivo. Così a fianco della mia chitarra e della mia voce come elemento unificatore ho avuto stabilmente tre batteristi meravigliosi. Menzione speciale per Alessandro Arcuri al basso acustico e contrabbasso, che è musicista che l’Italia intera dovrebbe portare in palmo di mano, nel disco ha fatto un lavoro da capogiro! Quasi sempre presente poi Giulio Campagnolo al pianoforte, altro bravo musicista che mi ha reso molto, molto felice durante le session. Una lode particolare a Maurizio e Filippo Galvanelli rispettivamente padre violoncellista e figlio arrangiatore che con entusiasmo impagabile hanno creato, tradotto e arricchito le mie visioni di arrangiamento per il quartetto d’archi che ho voluto in alcuni pezzi. Oltre a ringraziare tutti i ragazzi del quartetto, un pensiero lo devo pubblicamente rivolgere al mio carissimo amico Gigi Sinkope che me li ha fatti conoscere e che mi ha sempre supportato nelle mie avventure. Il mio pensiero anche a una grande persona che è anche mio art director, Michele Gervasuti. Grazie a lui le mie intuizioni per i colori finali di In The Woods sono diventate realtà infatti, grazie a lui ho conosciuto e collaborato con Scott Steen, Roberta Canzian e Kicco Montefiori al sax! Ultima ma non per meriti la brava Sofia Borgo, cantante e insegnante di canto che durante le session finali ha stupito per competenza e velocità di esecuzione sia me che Ronan dando a In The Woods la voce femminile che sentivo dovesse esserci. In The Woods è omaggio ai musicisti e in Italia ne abbiamo di meravigliosi e sottovalutati! Svegliati Patria! Lunga vita all’arte e agli artisti! Di Arte e Cultura si vive felici!

Ancora una volta il fido Ronan Chris Murphy ti affianca alla produzione: qual è stato il suo parere sul disco?

“È il miglior lavoro che tu abbia mai fatto”: questa la frase che mi ha detto Ronan quando ha terminato di mixare il disco in studio. E mentre faceva i mix io gli dicevo “esattamente quello che volevo, sei mitico!”. Altro bel complimento è arrivato da Diego Lopez il suo assistente a Los Angeles che ha preparato per il mastering. Appena ascoltato il disco, in attesa che Ronan fosse di ritorno a L.A. ci ha scritto: “il disco suona da paura anche sui big monitor in studio”! Queste sono parole che ti fanno felice quando spendi tempo e passione nel creare un disco, i suoni che lo rendono vivo, lo studio in cui questi prendono vita.

In The Woods stupirà molti anche per la scelta grafica, che coinvolge come accennato il popolare art director Michele Gervasuti in persona.

Siamo partiti con l’idea di realizzare una stampa in vinile audiofila su supporto 33rpm 180 grammi. La scelta della grammatura risiede nel fatto che questa, a differenza dei 200 o più grammi, mantenendo l’ottima qualità consente l’ortogonalità dello stilo nel solco senza bisogno di regolazioni del braccio di lettura. Prendendo poi spunto dal titolo del disco e dalle nozioni apprese dal padre Eugenio Gervasuti, maestro ebanista, Michele ha suggerito che la copertina del vinile dovesse essere in legno di ciliegio. Contattata Stocco Drums – con la quale ho un rapporto splendido – si sta procedendo alla realizzazione di queste copertine super limited edition fatte e numerate a mano. Nel cofanetto in ciliegio saranno ospitati il vinile 180 grammi, il compact disc in busta di carta cedro, schede grafiche su carta di alta qualità create appositamente per l’edizione in vinile e stampate da un bravissimo artigiano della provincia di Padova. Si tratta di una tiratura limitata di vinile fatta interamente a mano, interamente in Italia, interamente da artigiani italiani. A questa nostra appassionata release l’etichetta Ma.Ra.Cash Records aggiungerà il regolare compact disc con una copertina dal sapore misterioso della foresta di Sherwood che troverete in tutti i negozi specializzati d’Italia.