E’ difficile persino imbrigliare in un racconto fluido il talento di Francesca Salerno, cantante catanzarese dal carisma oggettivo, che già negli anni ’80 era uno dei nomi di punta dell’underground italiano che si animava fra Firenze e Bologna, con i trasversali Uvistra, un gruppo, da noi appassionati, a lungo rimpianto.

Da allora in qua la Salerno, che ha ritrovato nonostante un animo viandante, il centro dei suoi interessi in Calabria, ha esplorato altre zone della sua vita, mantenendo in standby la dimensione musicale, questo nonostante alcune esperienze e collaborazioni di spessore. Da qualche anno invece si è rimessa decisamente in carreggiata, proprio a seguito della reunion degli Uvistra celebrata a Roma/Piazza Navona nel 2007 durante la manifestazione Coraggio Laico, cui è succeduta una bella apparizione sul palco del Love Wave Festival nel 2008. Il tempo per capire che la voglia di fare musica era più viva che mai e quindi ecco il rendez-vous con Il Parto delle Nuvole Pesanti, gli accenti etnici dei Kalabria Saudita, la lunga partnership con il chitarrista Luigi Morello per un progetto acustico dalle svariate influenze nei panni di Lady U.

In capo a qualche mese la Salerno ha lavorato su materiale nuovo insieme a Mimmo Crudo e al fratello Francesco che sta per essere pubblicato con un titolo quanto mai eloquente, ovvero OndAnomala, un lavoro coraggioso e pieno di idee stimolanti. “Adesso che è pronto - ribadisce - posso dire di come rappresenti in pieno il risultato di un'esplosione avvenuta molto lontano, quando per la prima volta ho messo delle parole, intonandole, con un'improbabile melodia, sulla musica composta da Mimmo Crudo e da mio fratello, i miei due grandi partner di sempre in musica. In quel momento, cioè quando, la mia grande passione: la scrittura, diventava canzone, è avvenuta questa metaforica "esplosione" che ci ha coinvolti tutti e tre, facendoci provare il brivido di incarnare e al contempo di parlare, al nostro tempo".

A chi è venuta per primo l’idea?

Quando Mimmo, nell'autunno dello scorso anno, mi disse che aveva deciso di allontanarsi dal Parto delle Nuvole Pesanti per dedicarsi a un nuovo progetto musicale, salutai questa decisione con entusiasmo, da allora ci siamo messi a lavorare, cavalcando l'OndAnomala che vedevamo arrivare. Abbiamo cercato fra brani vecchi e nuovi, registrando quelli che meglio ci raccontavano, è un disco vero, che parla di noi.

Vi siete posti un obiettivo?

Soprattutto quello di raccontare e raccontarsi un po’. Non siamo stati là a compiacerci, né a domandarci se questa musica sarebbe piaciuta o meno. Abbiamo riunito musicisti di ottimo livello per arrangiare i nostri brani, ritrovando quel suono rock mediterraneo che già ci aveva contraddistinto agli albori della nostra passione musicale.

Ci sono state delle canzoni o culture che hai voluto fortissimamente mettere nel disco?

Certamente. Ci sono dei brani che scrissi nel primo periodo degli Uvistra, il gruppo che avevamo messo su insieme ai fratelli Cefaly. Eravamo in cinque, due coppie di fratelli, con vite ancora da inventare. Quell'esperienza che non è durata a lungo, ha gettato il seme, che è rimasto quiescente, per poi germogliare, quasi per gioco e dopo tutt'altre situazioni, Lady U il soprannome artistico che mi accompagna ancora adesso, proviene da quel tempo che io ritengo ancora adesso fondamentale per lo sviluppo della mia vicenda.

Quando e come hai iniziato a cantare?

Ai tempi dell’università, "per colpa" di un evento lanciato dall’Università di Arcavacata: RockOperation. Allora,mio fratello e Mimmo suonavano e Daniela Iuli cantava e furono invitati a partecipare. Si trattava di una bella occasione, ma ahimè non c’era la cantante, a Milano e non tornava. Quindi, chiesero a me. E’ stato uno dei momenti più chiari della mia vita: ho detto sì e ho deciso cosa dire e come, ho scritto, sulla loro musica, le parole per sei brani in dieci giorni. Poi, quasi terrorizzata, fino all'attimo prima di iniziare, le ho cantate. Devo ammettere che fu un bel successo, e che, francamente, nessuno di noi se lo aspettava. Fu l'inizio di un sogno… mai sognato. Da bambina, mi piaceva ballare e in verità, non avevo mai sognato di cantare. Poi, ho fatto delle cose, ho anche cantato per due anni in un coro gospel molto accreditato a Firenze, i Jubilee Shouters.

Quali sono state le tue ispirazioni o modelli nel forgiare il tuo stile?

Vuoi dire le donne che mi hanno affascinata? Marlene Dietrich, Patty Smith, Nina Hagen, Annie Lennox, e anche Grace Slick, ma soprattutto e naturalmente: mia madre.

Cosa ne pensi invece del canto politico, oggi quasi del tutto scomparso, spesso hai inserito dei brani con significato\valenza sociale nel tuo repertorio...

Mi piace, perché mette in poesia il disagio e la lotta sociale, la rabbia come la passione… racconta storie e ideali che servono a tutti. Il canto politico è stato il mio primo amore, Francesco Guccini e Gianfranco Manfredi sono stati i primi cantautori di cui ho imparato tutte le parole… e forse quell'ombra nelle mie canzoni è semplicemente inevitabile. Inserirne alcune nel mio repertorio è stato naturale, un po' per esorcizzarne la scomparsa e un po' perché mi scaldano il sangue”.

Hai sempre assecondato la tua curiosità inseguendo altre culture e mentalità, a un certo punto però hai ritrovato la Calabria…

Da giovanissima ho sentito la necessità di vedere il mondo, dovevo fare dei confronti e viaggiare mi è sembrato obbligatorio. Ho studiato lingue, e vissuto qui e là, e quando ho deciso di farmi un anno sabbatico in Calabria, ero a Parigi e la destinazione fu Riace, volevo ritrovare parte delle mie radici, l'altra è in Emilia, ma sarà, forse, un'altra storia. La decisione fu fatale. Non sono più andata via. E in questa nuova vita, a un certo punto è tornata anche la musica. Dopo anni, tanti, ci siamo ritrovati, gli stessi amici, gli Uvistra, di nuovo, tutti insieme a Catanzaro. Riprendere a suonare per divertirci è stato normale, senza aspettative, invece, dopo poco siamo stati il gruppo calabrese selezionato per Italia Wave (Ex Arezzo Wave), da Demo Rai Nuovi Talenti e da Rock Targato Italia. A questi ultimi due eventi non abbiamo poi partecipato perché l'improvvisa scomparsa dell'amico e batterista degli Uvistra, Saverio Cefaly, ha messo inevitabilmente la parola fine a quel progetto; però il desiderio di cantare è rimasto, e continuo. Con Luigi, il nostro duo e, con Mimmo Crudo, anche se dovrò spostare il baricentro della mia vita su Bologna comincia l'OndAnomala… poi, ci tengo a dire che sono visceralmente calabrese, ho il mare negli occhi e il calore nelle ossa, ho la "u" nelle orecchie e la pelle scura di sole. Amo questa terra e la familiarità che vivo con tanti suoi elementi. Nonostante tutto, piaceri e dispiaceri, amo vivere qui, quando mi allontano devo tornare, sono legata… all'aria, che respiro, al suo profumo. Al suono che produce questa terra, al suo ritmo…. scostante.

Cosa le auguri proprio adesso che ha rinnovato la sua amministrazione centrale?

Alla mia terra bellissima? soave e ruvida al contempo, e sempre tanto, troppo oltraggiata? Auguro di mettere a frutto tutte le sue qualità, e non sto qui a elencarle, le "sappiamo" già. Auguro amministratori seri e competenti che abbiano il coraggio di voltare pagina e fare. Ce ne sono già stati molti altri, io sono, penosamente, pensosamente alla finestra.

E per te invece?

Anche a me stessa auguro di trovare il coraggio. La forza di calarmi completamente in questa dimensione artistica. Un ruolo che paradossalmente, nelle mie vite… ancora non mi sono mai concessa fino in fondo".