Per celebrare i suoi 70 anni, Clapton torna alla Royal Albert Hall di Londra, con un ciclo di sette concerti, dal 14 al 23 maggio 2015. I biglietti? Già tutti esauriti. La cosa non stupisce: vincitore di 18 Grammy Awards, autore o interprete di brani iconici come Cocaine, Wonderful Tonight e Layla, solo per citarne alcuni, Clapton è un musicista leggendario ed è considerato uno dei chitarristi più importanti e influenti di sempre. Nel 2003 la rivista Rolling Stone lo ha incoronato miglior chitarrista vivente, secondo solo a Jimi Hendrix nella classifica dei 100 migliori chitarristi di tutti i tempi. Clapton sarà accompagnato da una band di prim’ordine composta da Paul Carrack, Steve Gadd, Nathan East, Chris Stainton, Sharon White and Michelle John. Per l’occasione è in arrivo anche un triplo album antologico, Forever Man, con il quale il musicista, nato il 30 marzo 1945 a Ripley, nel Surrey, ripercorre 30 anni alla Reprise Records.

“Ci sono un sacco di cose che vorrei ancora fare, ma sto pensando anche alla pensione. Penso di potermi permettere ancora di registrare ma non voglio diventare imbarazzante sul palco. La mia vera battaglia sono i viaggi: se potessi solo suonare nei paraggi, potrei anche andare avanti”, ha affermato recentemente Clapton in un’intervista apparsa sulla rivista Uncut. Una vita fatta di straordinari successi ma anche di dolori profondi: su tutti quello provocato dalla morte assurda di Connor, il figlio avuto da Lori Del Santo, precipitato all’età di quattro anni dalla finestra di un grattacielo di New York. Da quella tragedia nacque Tears In Heaven, uno dei titoli più famosi del suo repertorio. La dipendenza da droghe pesanti e alcool lo hanno portato invece a fondare ad Antigua il centro per la riabilitazione “Crossroads”.

La relazione che lega Slowhand, così soprannominato per la fluidità dello stile e la chiarezza del fraseggio, alla Royal Albert Hall, è stata sempre costante ed è di vecchia data. Ma andiamo per tappe. Nel 1964 la prima apparizione, con il gruppo rock inglese Yardbirds, nel programma Top Beat. Gli Yardbirds condividono il palco con Brenda Lee, Smokey Robinson & the Miracles e Brian Poole & the Tremeloes. 1968: il leggendario Cream Farewell Concert. E’ il 26 novembre 1968 e la serata è aperta dal chitarrista irlandese Rory Gallagher. Il concerto, neanche a dirlo sold-out, segna la fine del supergruppo. 1983: speciale concerto di beneficenza con ospiti reali: il principe Carlo e la principessa Diana. La serata, organizzata per raccogliere fondi sulla sclerosi multipla, vede Eric e amici come Jimmy Page e Jeff Beck insieme sul palco per la prima volta. Tra 1987 e il 1996 Slowhand è il più frequente visitatore del teatro con almeno sei concerti ogni anno e un totale di ben 134 serate. 1991: tra il 5 febbraio e il 9 marzo Clapton suona per una serie di 24 serate in compagnia di, alternativamente, Phil Collins, Ray Cooper, Robert Cray, Buddy Guy e la National Philharmonic Orchestra. 1997: Clapton si unisce ad artisti del calibro di Elton John, Paul McCartney, Mark Knopfler, Midge Ure, Jimmy Buffett e Sting per raccogliere fondi per Montserrat, a seguito di una eruzione vulcanica sull'isola caraibica all'inizio di quell'anno. 2002: un concerto in memoria del primo anniversario della morte di George Harrison. E’ il 29 novembre. Organizzato da Clapton e Jeff Lynne, vede la partecipazione di Ravi Shankar, Tom Petty, Paul McCartney, Billy Preston e le stelle dei Monty Python. Nel 2004 la 150esima performance: sei notti (4-11 maggio 2004) come parte del suo tour europeo. 2005: storica reunion dei Cream. Il 2 maggio Jack Bruce, Eric Clapton e Ginger Baker salgono sullo stesso palco per la prima volta dal Farewell Concert del 1968. Quattro date (2, 3, 5 e 6 maggio) e biglietti esauriti in meno di un'ora, con Paul McCartney, Ringo Starr, Roger Waters, Jimmy Page, Brian May e Mick Taylor tra gli spettatori. 2009: 175esima apparizione. 2015: Eric Clapton diventerà il primo chitarrista ad essersi esibito 200 volte alla Royal Albert Hall.

Slowhand continua a fare concerti con una certa regolarità, tuttavia ha confessato di soffrire di seri problemi di udito, al punto che si è temuto spesso che potesse essere costretto ad abbandonare il palco. Anche per questo motivo, i concerti alla Royal Albert Hall sono un evento unico. Noi ci auguriamo che vada in pensione il più tardi possibile.