In corso nelle Terre Arnolfe, in Umbria, precisamente ad Acquasparta, Sangemini, Todi, Massa Martana e Terni la quinta edizione del Festival Federico Cesi, importante iniziativa dedicata alla musica a cura dell'associazione culturale Fabrica Harmonica, la cui direttrice artistica è il soprano Annalisa Pellegrini. Annalisa ci racconta del festival e della sua carriera in questa intervista esclusiva.

A cinque anni hai inziato a suonare il pianoforte, fino ad arrivare a diplomarti al conservatorio della tua città nel 1999, che esperienza è stata crescere insieme alla musica?
Meravigliosa. La musica mi ha guidata attraverso i problemi della vita: mi ha guarita. A 19 anni ho avuto un bruttissimo incidente d'auto. Sono stata ricoverata per oltre un mese riportando fratture e problemi notevoli. Avevo addirittura perso parte della memoria...non esistevano farmaci. La musica mi ha realmente aiutata a guarire, recuperando tutti i gap dovuti all'incidente.

Come sei passata al canto lirico e alla musica sacra?
Il canto è una passione nata con me, ho sempre cantato. Mi ricordo però l'incontro con l'Opera, folgorante. Da piccola il conservatorio aveva messo in scena la "Traviata" di Verdi. Io come studente di pianoforte avevo libero accesso alle prove, alla fine delle lezioni andavo sempre a teatro. Ascoltavo dalla platea, finchè un giorno sono riuscita ad arrivare dietro le quinte. Da lì ho visto tutto il III atto, magico...Allora ho deciso che avrei studiato canto.
La musica sacra è arrivata dopo, appena dopo il diploma in pianoforte, grazie all'incontro con docenti di altissimo livello provenienti da tutta l'Europa, chiamati da Fabrizio Mastroianni a tenere un Master per Direttori di Coro di Musica Sacra. E' stata un'esperienza bellissima. Cantai anche con i Cantori Sistini, diretti dal M° Bartolucci. E poi mi chiesero di cantare a San Pietro, in Vaticano...un'impressione pazzesca, lo spazio in cui si diffonde la tua voce è immenso.

Sei specializzata anche in vocalità infantile, spiegaci meglio di cosa si tratta.
Sempre durante il Master, abbiamo avuto la fortuna di interagire con il M° Colin Baldi, allora docente al New College di Oxford. Sono state lezioni preziosissime, in cui imparai a plasmare la voce dei bambini. L'organo vocale è delicatissimo, sono membrane vive che crescono e si sviluppano con l'essere umano: un uso improprio delle corde, derivato da uno sforzo eccessivo o mancanza di tecnica, può provocare, a maggior ragione nel bambino, seri danni che nella peggiore ipotesi possono essere i noduli.

Come ci racconti, hai approfondito i tuoi studi in varie specialità di canto sotto la guida di illustri maestri, quale è il consiglio che ti è rimasto più impresso e che porti sempre con te?
La voce è preziosa…me lo diceva sempre il M° Kettelson, lui è stato preparatore alla Scala per anni e lavorato con i più grandi cantanti del mondo. Questo consiglio, o meglio, questa constatazione è sempre stata una specie di monito.

Hai avuto anche un'esperienza con i Micrologus, raccontaci qualcosa.
Li ho conosciuti sempre durante il Master in Direzione di Coro di Musica Sacra. La Patrizia Bovi ha una carica eccezionale. Facemmo diversi concerti con l'Ensemble ed ho ancora un programma con la loro dedica: gli piacque particolarmente la mia voce.

Come mai ti sei poi concentrata sul canto barocco, cosa rappresenta per te?
Quando si lavora con l'arte è il piacere che ti guida. Tra i vari repertori che ho esplorato il canto barocco ed in genere la musica antica, sono quelli che ho sentito più vicini alla mia sensibilità e più consoni alla mia vocalità. Mi diverte studiare ed eseguire il repertorio antico. Non mi fermo solamente alla musica, ma quando lavoro un brano cerco di ricostruire l'atmosfera, il mondo da cui è emerso. Per me ogni volta è una sfida intellettualmente avvincente.

Uno dei tuoi docenti è stata Katia Ricciarelli, che tipo di rapporto si è creato?
La Signora Ricciarelli la ricordo con vero piacere. Io ero molto giovane e, all'epoca, una delle voci più acerbe della sua classe. Ciò nonostante ebbe molta pazienza e apprezzò le mie conoscenze musicali (mi ero da poco diplomata in pianoforte) e la volontà di imparare e migliorare. Mi ricordo che con fare molto materno, la sera del concerto finale, mi fece la treccia prima di entrare in scena. E' sicuramente una Maestra che tiene molto ai suoi allievi e cerca, come può, di aiutarli.

Dal 2004 sei insegnante di pianoforte e canto presso l'Accademia di Alto Perfezionamento "Arts Academy" di Roma, come è stato passare da allieva ad insegnante? So che hai fondato anche il gruppo delle voci bianche "Pueri Cantores", cosa ti dà questo tipo di attività?
Il passaggio da allieva ad insegnate è stato naturale: insegni quello che ti è stato dato. Ma io non mi sono mai considerata definitivamente insegnante, perché continuo a pensarmi allieva, continuo ad apprendere da chi ha più esperienza di me. E questo meccanismo lo veicolo alla mia classe, dove per i più grandi è naturale seguire gli allievi più piccoli nello studio. In realtà si apprende molto insegnando. L'attività del coro è la concretizzazione di questo meccanismo: i più anziani aiutano gli ultimi arrivati.
Lavorare con i ragazzi è fenomenale, hanno una grande velocità di apprendimento e sono in continua mutazione. Questo ti fa rimanere giovane, e nello stesso tempo però mi permette di affrontare repertori (come la musica medioevale) che normalmente vengono considerati out per i più giovani.
Un bambino è un quaderno bianco in cui scrivere: potergli far ascoltare ed eseguire generi di musica diversa dal solito, lo mette nella condizione di apprezzare la musica a 360°. Non è un caso che con i ragazzi sia già stata in tournée in Austria, Inghilterra e Francia.

Prima ci dicevi della tua esperienza a San Pietro, una delle prime donne invitate. Che emozione è stata? Pensi che la musica sia un tramite con Dio?
La musica è sicuramente un potente antidoto a tutte le sofferenze ed un potente mezzo per assecondare il nostro bisogno di spiritualità. Non a caso S.Agostino diceva sempre che chi canta prega due volte.
Per chi crede, la musica sacra, nelle differenti sfaccettature delle diverse religioni, è sicuramente un mezzo di elevazione a Dio. Ma anche per chi non è credente, la musica ha comunque il potere di calmare un animo in tempesta.
Cantare a San Pietro è stata ogni volta un'emozione fortissima, sempre con un pizzico di timore: avere il Santo Padre a pochi metri di distanza non è sicuramente una condizione che si verifica facilmente.

Inoltre ti sei sperimentata come regista nel “Petroff...(o come dicevan tutti Peter) il pianofortino impertinente”, come è andata?
E' stata un'avventura in cui ho messo in pratica le conoscenze acquisite negli anni di teatro musicale a Spoleto e durante il corso di Arte Scenica in conservatorio. L'attrazione per il teatro è sempre stata forte e mi ha portato negli anni a sperimentarne anche le forme primitive delle sacre rappresentazioni medioevali, fino ad arrivare, lo scorso dicembre, alla direzione di Chip and His Dog, opera scritta dal M° Menotti per solisti, coro di voci bianche e pianoforte.

Sei sempre in giro per concerti e nonostante tu sia diventata un'artista di fama internazionale, come altre tue colleghe, ti dedichi alla tua regione, infatti attualmente sei impegnata nell'organizzazione di un importante festival di musica, il "Federico Cesi", come sta procedendo?
Il festival è in crescita. In cinque anni siamo riusciti a decuplicare gli appuntamenti e l'offerta artistica. Sempre più artisti di fama internazionale sono presenti all'evento e questo è frutto del lavoro di tutte le persone che nel tempo si sono impegnate in questa grande avventura. Abbiamo inaugurato il 19 agosto con un concerto/spettacolo dedicato proprio alla figura di Federico Cesi riletta e proposta da due grandi artisti: Lorenzo Gioielli e Mirabassi al clarinetto.
Chiuderemo il 2 settembre con Emma Kirkby ed i London Baroque, uno dei gruppi di musica antica più famosi del mondo.

Cosa consiglieresti ad un giovane che volesse intraprendere il tuo stesso percorso?
Di studiare e lavorare sodo e poi, sicuramente, di terminare la propria formazione all'estero. E' importante confrontarsi ed ampliare i propri orizzonti, specialmente in campo artistico.

Oltre ad essere talentuosa, sei anche un'ottima manager, poi quali altre caratteristiche secondo te sono fondamentali per distinguersi in questo ambito?
Ci provo ad essere una buona manager, ci vogliono pazienza e dedizione. Non ci sono orari o giorni comandati di riposo, ma tanta passione e sacrificio. Devo sempre ringraziare le persone che mi sono accanto e che mi sostengono. Potersi confrontare è fondamentale per capire e riflettere.

Oltre alla musica lirica, quale genere ascolti e chi è il tuo artista preferito? E se un giorno ti svegliassi pop-star, quale preferiresti essere?
Mah, in generale la buona musica mi piace tutta, dipende dal momento in cui l'ascolto: se posso prestare attenzione o la lascio come sottofondo. Confesso di avere un debole per gli U2 e mi piacerebbe da morire poter duettare una volta con Bono, se potessi giocare, invece, mi divertirei tantissimo a comparire in un video di Bob Sinclair!

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Musicalmente parlando la costituzione di un Consort italiano che possa portare in giro per il mondo la produzione di musica antica di cui siamo così ricchi, ma che deleghiamo troppo spesso solo ad interpreti stranieri.
Didatticamente parlando invece, l'obiettivo è di continuare a far crescere la Civica Scuola delle Arti, accademia di musica che abbiamo fondato a Roma due anni fa. Ho un debole per la Civica. perché il mio obiettivo è quello di dar vita ad un polo artistico di alto livello che sia in grado di erogare borse di studio a sostegno dei giovani musicisti fin dalla tenera età. Un luogo serio per la docenza che esprime, ma anche di riferimento per i giovani che troppo spesso non hanno modelli sani con cui confrontarsi.
E con la Civica l'obiettivo è di far crescere proporzionalmente tutte le stagioni artistiche promosse dalla Fabrica Harmonica: Festival Federico Cesi, Choir Winter Fest-Festival Internazionale Corale di Roma, Giovani Musici-Concorso Nazionale per le Giovani Promesse Musicali, Gli Incontri con il Maestro: stagione di Musica da Camera Romana.

Ti dedichi anche ad altre forme d'arte, come la danza, la pittura, la scrittura?
Sono veramente una frana per la pittura, ma adoro l'architettura e sono appassionata di scultura, design ed in generale tutto ciò che è Forma.

Il rapporto per te tra arte e amore?
Complesso, non si può fare vera arte se non si ha la sensibilità dell'amore, ma tutto questo deve essere rigidamente filtrato e sostenuto dalla tecnica. Da quando si è piccoli si ricerca il giusto equilibrio, in realtà la felicità, per un artista, credo che si materializzi pienamente solo quando l'arte coincide con l'amore.