Se il mese scorso sotto l’albero non avete trovato A Night At The Odeon dei Queen, rimediate subito e correte a procurarvene una copia, possibilmente dell’edizione speciale con dvd. La pubblicazione, come si può evincere dal titolo, rientra nelle celebrazioni per il quarantennale di A Night At The Opera ed esce infatti quasi lo stesso giorno (il 20 novembre anziché il 21) dell’album capolavoro che cambiò per sempre le sorti del gruppo e lo consegnò definitivamente alla storia. La nuova “release” è l’edizione finalmente ufficiale di un concerto molto amato dai fan che ora, grazie a un’accurata operazione di restauro, viene riportato alla sua luce originale, mandando in pensione tutte le versioni bootleg già esistenti.

Nella fattispecie si tratta del live che si tenne a Londra la vigilia di Natale del 1975 presso l’Hammersmith Odeon e che venne trasmesso contemporaneamente su BBC Radio 1 e sul canale televisivo BBC 2, all’interno del famoso programma musicale The Old Grey Whistle Test. La performance rappresenta la ventiseiesima e ultima data della parte europea del Queen Invite You To A Night At The Opera Tour, sebbene il gruppo, tenendo conto dei contenitori che l’avrebbero ospitata, modificò la scaletta tipica utilizzata fino a quel momento proprio a discapito del nuovo disco, di cui di fatto venne mantenuta la sola Bohemian Rhapsody (furono invece tolte Sweet Lady e The Prophet’s Song), lasciando così una selezione di brani molto simile a quella effettuata per la tournée di Sheer Heart Attack (complice pure lo spostamento di Now I’m Here dai bis all’apertura, dove era collocata nel tour precedente).

Anche la set list ufficiale, a onor del vero, era stata costruita in tempi alquanto ristretti per soddisfare la forte richiesta del pubblico, e molti brani di ANATO sarebbero comparsi soltanto nei tour successivi. Detto ciò, il sound e l’energia sprigionata sul palco del teatro londinese sono figli della gloriosa stagione in corso, che vedeva i Queen in vetta alla classifica dei 45 giri (per l’appunto con la splendida, geniale, epica Bo Rhap) e diretti implacabilmente alla conquista di quella dei trentatré (dove ANATO sarebbe arrivato in prima posizione tre giorni dopo, il 27 dicembre). Un concerto memorabile che è inoltre la testimonianza di uno snodo cruciale nella carriera della band e che contiene la prima versione dal vivo filmata di Bohemian Rhapsody (salutata dal boato che le spetta), presentata come parte di un medley mozzafiato insieme a Killer Queen e The March Of The Black Queen.

Introdotto dal presentatore Bob Harris, che oggi lo ricorda come uno dei più bei live a cui abbia mai assistito, il gig mette insieme un assortimento di stili e di registri impressionante, passando dalla potenza di fuoco di pezzi come Now I’m Here (sorta di evoluzione glam-psichedelica del rock and roll anni Cinquanta) e Ogre Battle (una vera scintilla metal) all’incanto celestiale di White Queen (As It Began) (qui in una delle esecuzioni più intense), dal music-hall di Bring Back That Leroy Brown alle prodezze chitarristiche di Brighton Rock e del suo mirabolante assolo che sdoppia e triplica la Red Special (la chitarra di Brian May) in un intreccio di armonie, fraseggi, ritmi ed effetti mai udito prima.

È giusto evidenziare che il 24 dicembre del 1975 all’Odeon i Queen si stavano rivolgendo a un doppio pubblico, a quello di fan presente nella sala del teatro e a quello generale della radio e della televisione, per cui la performance li vede impegnati su due piani e determinatissimi a soddisfare tutti col miglior spettacolo possibile: molti avranno appreso quella sera (e durante le successive repliche del programma) chi fossero i Queen e sicuramente avranno cominciato a seguire la band proprio grazie a quel concerto.

La voce di Freddie Mercury la senti una volta e ti rapisce per tutta la vita, così come il suo carisma e la sua abilità al piano (Mercury era un musicista incredibile e se ne parla troppo poco), e quella sera tutto era servito su un piatto d’argento per un pubblico vastissimo. Lo stesso vale per lo stile chitarristico di Brian May, la sua eleganza e i suoni che tirava giù dallo spazio, e per i potenti virtuosismi alla batteria e ai cori di Roger Taylor e l’agile e vibrante basso di John Deacon. Ciascuno di loro insomma era un fuoriclasse come musicista e la chimica, oltre che il destino, li ha combinati in uno dei più grandi gruppi di sempre, capace di comporre alcune delle pagine più belle e importanti della musica (tutta la musica, non “solo” il rock o il pop).

A Night At The Odeon potrebbe essere quindi considerato il primo evento mediatico a promuoverne su larga scala il talento, pertanto ascoltarlo e guardarlo nella qualità di oggi costituisce un’emozione particolare: si ha infatti il privilegio di vedere il gruppo nel picco della prima fase di carriera e allo stesso tempo di assistere al preludio della leggenda. Dal lato visivo, bucano letteralmente lo schermo il nuovo set di luci, acquistato appositamente per il tour, e i nuovi abiti di scena: il tono dei colori è talmente vivido che si ha l’illusione di poterli toccare.

Tornando alla musica, un buono spazio è riservato al primo album con il trittico composto da Son And Daughter, Keep Yourself Alive e Liar, che riaccende le micce e dove ognuno dei quattro si ritaglia uno spazio personale grazie a passaggi tecnici davvero complicati e a soli incendiari, non ultimo quello di basso elettrico ad opera di Deacon su Liar. Il finale corale di In The Lap Of The Gods… Revisited, in una versione unica con strofe caratterizzate da un “parlato melodico” dal sapore “lennoniano” che di colpo impenna su note vertiginose, queste in puro stile Mercury, anticipa una corposa sezione di bis nella quale si passa da Shirley Bassey (Big Spender) a Elvis Presley (Jailhouse Rock), concludendo con Seven Seas Of Rhye, la prima hit del gruppo, e quella che sul 45 giri era il suo retro, See What A Fool I’ve Been, un magnifico blues con un’eco di Zeppelin non incluso nel relativo album (Queen II). N.B. Gli ultimi due bis esistono soltanto come audio, in quanto appena terminata la diretta televisiva gli operatori avevano spento le telecamere (sembra che esistesse una ripresa ma di scarsa qualità, non adatta a finire su una pubblicazione ufficiale).

Sigla il tutto la registrazione della God Save The Queen di ANATO, iniziando una tradizione immortale nei live della band. A Night At The Odeon è una pubblicazione che incarna alla perfezione il 1975 dei Queen: l’anno che vide l’affermazione decisiva presso pubblico e critica della loro grandezza. Dopo l’uscita lo scorso anno del Live At The Rainbow ‘74, ecco un altro fondamentale tassello nella raccolta di testimonianze dei concerti del gruppo nei Settanta, di cui la discografia ufficiale era troppo esigua. Bella e interessante pure la grafica del disco (seppure non curata dal fido e bravissimo Richard Gray) che sembra voler richiamare uno stile da bootleg, sottolineando così quello che per decenni era stato il suo mezzo di diffusione. L’edizione Super Deluxe Box Set contiene anche una versione inedita di Now I’m Here, tratta dal soundcheck del concerto. Avete finalmente a portata di mano tutte queste emozioni, non esitate e godetevi lo spettacolo!