La vita di chi ama, compra, colleziona e ascolta quei preziosi oggetti chiamati dischi è ormai da tempo una guerra di resistenza. I negozi che li vendono stanno chiudendo da anni in tutto il mondo. Nelle metropoli come in provincia, nella piccola e musicalmente analfabeta Italia come nella forever swinging London. Quelli di voi che hanno avuto una bottega musicale di fiducia, probabilmente l’hanno vista chiudere. A me è già successo tre volte.

Le nuove forme di diffusione dei contenuti musicali, la gratuità, seppure spesso illegale, con cui questi vengono distribuiti, e anche un modo nuovo di pensare alla musica, che non necessariamente implica il concetto di “proprietà”, sono questioni che si stanno rovinosamente abbattendo sul nostro piccolo mondo di discodipendenti.

Ho quarantuno anni. Quando ne avevo quindici aspettavo trepidante il giorno della paghetta per fiondarmi nel mio negozio di fiducia e portarmi a casa un 33 giri. I quindicenni del 2000 scaricavano la musica da Napster, quelli del 2005 usavano Emule, quelli del 2009 cercavano i file torrent su Piratebay, e oggi, probabilmente, molti di loro si accontentano di far partire il player di youtube quando vogliono e dove vogliono. Non salvano più niente, non posseggono più niente, o forse credono di possedere tutto.

Può darsi che presto ci impianteranno un microchip nel cervello, e i negozi di dischi siano costretti a chiudere nel giro di pochi mesi. Non è un’idea mia, è la geniale storia inventata dallo Sky Stone & Songs che, guarda caso, è un negozio di dischi che si trova a Lucca, nella piazza Napoleone dove ogni estate a luglio va in scena il Summer Festival. Una storia che è diventata un bellissimo fumetto, “Il 3 volte 3”, contenuto in un vinile da poco pubblicato a cura del negozio, e che ho comprato pochi giorni fa. E’ fatto così: c’è una scatola di cartone chiusa con lo spago con dentro un 33 giri e una serie di tavole con la storia di cui parlavo prima. Il progetto è nato in occasione del Record Store Day dello scorso aprile, e si intitola TE33ITO3I, “Traiettorie di salvataggio da qui alla fine del mondo”. Quella farlocca, dei Maya, che punta al prossimo 21 dicembre.

Le iniziative portate avanti in questi mesi sono state molteplici: una mostra con le copertine dei Long Playing, ma anche concerti, dj set e proposte teatrali, tutto nel poco spazio offerto dal fondo commerciale che si affaccia sulla grande piazza. Le dodici canzoni incise nei solchi del vinile vengono tutte dal repertorio di altrettanti artisti, o band, che hanno partecipato a questa serie di showcase in vetrina.

Per ognuno, oltre al pezzo, c’è una sorta di copertina dedicata, ognuna delle quali meriterebbe di essere incorniciata. Nella compilation troverete Carlot-ta e unePassante, due ragazze talentuose che già conoscevo, ma anche Acid Brains, Demara Sutra, Formiche nell’Orto, Atman, Giacomo Vezzani, L&L, Dance for Burgess, The Casanovas, Mark:eno ed esterina. La proposta musicale è varia: ci sono canzoni in italiano, in inglese e francese, ma anche fantasiosi passaggi strumentali. Il territorio, per rimanere legati al titolo del progetto, è certamente rock, ma va in direzioni diverse e varie.

Il fumetto, disegnato da Riccardo “Ruggine” Pieruccini, illustratore e fumettista freelance, è strepitoso. Racconta la storia dello Sky Stone & Songs che chiude i battenti, sconfitto dalla nascita di un chip, il Cit-ta 333 che, una volta impiantato nella fronte delle persone, rende disponibili canzoni, dischi, videoclip, film, programmi tv, tutto in un istante. I proprietari del negozio, sempre nel fumetto, decidono di produrre un disco e di seppellirlo in un posto bellissimo, sotto a un albero.

Quel posto esiste, si chiama “Le Parole d’Oro”, è alla fine dell’acquedotto romano che probabilmente avete visto se siete passati lungo l’autostrada A11, tra Firenze e Lucca. E il disco, qualche giorno fa, René Bassani (il titolare dello Sky Stone) e i suoi compari, ce l’hanno seppellito davvero. Un po’ per esorcizzare la fine di un’avventura, un po’ perché sanno che niente, in ogni caso, dura per sempre. L’hanno chiuso ermeticamente in un sacco di plastica, hanno scavato una buca, ce l’hanno infilato, e hanno coperto tutto con la terra. Probabilmente si aspettano che qualcuno, in un futuro senza dischi, trovi quell’oggetto strambo e gli doni una nuova vita.

O forse no, magari faremo in tempo ad accorgerci del grande valore di questi oggetti magici, e capiremo che sono insostituibili, anche se non fermeremo il progresso e nessuno di noi rinuncerà alla musica “liquida”, quella dei file digitali. E’ una guerra di resistenza, appunto, con una consapevolezza: i dischi in vinile non si formattano, non hanno bisogno di batterie o di unità di memoria, e anche se si graffiano, non si cancellano. Mai.

Lo special box TE33ITO3I è stato prodotto in duecento copie. Una è sepolta alle Parole d’Oro, un’altra ce l’ho io. Penso che ce ne siano ancora disponibili, e se vi interessasse potete chiedere informazioni a skystone@tiscali.it. Costa 22 euro, ma vi assicuro che li vale tutti, sia per la bella musica giovane che sta nel vinile, sia per il coraggio di raccontare in anticipo la propria fine con una storia di cui non vi racconto il finale, ovviamente. Vi dico solo che spero di non vedere mai sulla porta del negozio quel cartello disegnato sul fumetto, che riporta “E’ stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati”.

Ma se un giorno lo vedessi, penserei che dice la verità.

Per maggiori informazioni: www.te33ito3i.net