The great gig in the sky, quinta traccia dell’album The dark side of the moon dei Pink Floyd, è entrata nella storia grazie allo straordinario assolo vocale improvvisato negli Abbey Road Studios di Londra da Clare Torry. I Pink Floyd erano alla ricerca di un’improvvisazione vocale ma non sapevano ancora come ottenerla, a Clare furono date alcune indicazioni: pensa alla morte o ad altro di macabro e canta. La vocalist londinese fece un’improvvisazione incredibile, la sua voce avvolse la musica di Wright suscitando stupore. Clare era convinta che non avrebbero mai usato quelle registrazioni, sino a ricredersi quando vide il suo nome tra i crediti del disco.

Nei live del tour 1974-1975, che seguirono l’uscita del disco, David Gilmour suonava sia la lap steel guitar che l’organo Hammond, permettendo a Richard Wright di dedicarsi esclusivamente al pianoforte. Il vocalizzo di Clare Torry era cantato da tre vocalist, ognuna delle quali eseguiva una parte del brano. The great gig in the sky è la prosecuzione logica di Time; il brano che descrive la consapevolezza del tempo perduto, spaventati dall’idea di avere sprecato la propria vita senza avere portato a termine quello che si voleva. Time è l’unico pezzo del disco firmato da tutti e quattro i Pink Floyd, i testi sono di Roger Waters. Clare fu proposta dal geniale Alan Parsons, l’ingegnere del suono che si occupava delle registrazioni, lo stesso che in seguito si creò una carriera di successo con il brand di The Alan Parson Project.

Nel 2004, la cantante inglese intentò una causa per il riconoscimento come coautrice del brano, sino ad allora attribuito al solo Richard Wright. L’anno successivo la Corte Suprema del Regno Unito sentenziò a suo favore, da quel momento le edizioni di The great gig in the sky riportano il nome di Clare Torry sia come cantante che come coautrice. Nell’Immersion Edition del 2011, è stata inserita una versione estesa di Dark Side of the Moon, denominata Early mix, in cui The Great Gig in the Sky è priva della voce di Clare, per lasciare spazio al pianoforte suonato da Richard Wright.

A causa della notorietà del disco, molte inesattezze si sono diffuse in merito all’interpretazione di Clare, è quindi interessante conoscere i fatti di quella seduta di registrazioni, dalle parole della stessa protagonista: “Il 21 gennaio 1973 venni invitata allo studio 3 di Abbey Road (gli stessi dove incidevano i Beatles - NdR). A malapena avevo sentito parlare dei Pink Floyd. La canzone che dovevo eseguire si sarebbe intitolata The Great Gig in the Sky e l'album - forse - The Dark Side of the Moon. La band mi fece sentire questa sequenza scritta dal tastierista Richard Wright. "Non cantare nulla", mi dissero. "Improvvisa". Immaginai la mia voce come una chitarra solista e mi sentii come una cantante di gospel. Dopo poche registrazioni il gruppo era soddisfatto e potei tornare a casa con la retribuzione che mi spettava. Era domenica e presi paga doppia: per tre ore di lavoro, 30 sterline. A parte Gilmour, gli altri componenti della band sembravano terribilmente annoiati da tutta quella storia del disco. Mi dissi: "Questa registrazione non vedrà mai la luce!”. [1]

Dopo quell’exploit Torry ha proseguito la sua carriera come corista nei concerti, jingle pubblicitari e turnista in studio, lavorando per Olivia Newton-John, Gary Brooker (Procol Harum), Tangerine Dream, Meat Loaf, Culture Club di Boy George e Alan Parson, per il suo album Eve, dove interpretò Don't hold back. Roger Waters si è ricordato di lei per la registrazione di Radio K.A.O.S., il suo disco del 1987, ingaggiandola anche per alcuni live, così come fecero i Pink Floyd in occasione del concerto tenuto a Knebworth - UK nel 1990.

Nel 2006 la RPM Records ha pubblicato Heaven in the sky, una compilation di 18 brani che raccoglie i lavori della cantante inglese dal 1968 al 2006, ad eccezione del suo vocalizzo più famoso. La tracklist inizia con il coro di Intro: British Caledonian, un brano fine anni ’60 dall’atmosfera stile Hair, sino ad arrivare a The music attracts me, il primo pezzo da solista con qualche interessante vocalizzo. Il passaggio al decennio successivo è scandito da Love for living, un brano semplice arricchito da una buona sezione ritmica e di archi. L’attacco di Carry on singing my song fa pensare per un attimo alle sperimentazioni dei Pink Floyd, ma si tratta soltanto un’impressione. In Theme from OCE si può ascoltare un lungo assolo vocale, sostenuto da tromba e ritmica, nulla a che vedere con il brano di Richard Wright, ma sufficiente per comprendere le capacità di Clare. Love for sale, la famosa canzone di Cole Porter riflette il sound degli anni ’80, mentre il singolo Heaven in the sky raccoglie le atmosfere e gli “arcobaleni” della New Age.

La linea melodica del disco prosegue con I always seem to wind up loving you, lontanissimo dal pop inglese, forse più vicino a quello “televisivo” americano, così come Love is like a butterfly, firmata non a caso da Dolly Parton. La seconda parte dell’album contiene alcuni brani firmati da Clare Terry con il musicista John Carter, si tratta per lo più di ballate senza particolare pregio, tra cui Well done, interpretata con lo pseudonimo di Alice Pepper. Nella raccolta non sono stati inseriti i singoli: Love tomorrow, love today, Nearly a part of me e Love is a like butterfly, pubblicati rispettivamente nel 1969, 1980,1981.

Love for living e The music attracts me sono inseriti anche in The many faces of Pink Floyd, il cofanetto tributo con le cover dei maggiori successi dei Pink, eseguiti da artisti internazionali quali Yes, Keith Emerson, Ian Anderson, Steve Porcaro dei Toto. I due brani di Clare sono posti nel terzo disco, dedicato ai personaggi del mondo Floyd, ma i pezzi non appartengono al gruppo inglese.

Riccardo Francavilla è l’autore del racconto L’uomo che amava Clare Torry, in cui un uomo, affascinato dalla voce della cantante, si reca in uno sperduto villaggio inglese per cercare di conoscerla. Qui scopre che Clare si è suicidata a soli 30 anni a causa del suo orribile aspetto, che la isolava dal resto del mondo. La tragedia gli viene rivelata dal marito della cantante, che in passato aveva conosciuto altri uomini venuti a cercare sua moglie e poi scappati terrorizzati dopo averla vista: “Lei sarebbe scappato come tutti gli altri, avrebbe basato il suo giudizio sull'involucro e non sul contenuto. Lei non sarebbe stato meglio dei suoi simili”.

Il mondo magico dei Floyd è lontano da Clare, entrata nella leggenda quasi per caso, per avere afferrato al volo un treno che stava passando a folle velocità.

[1] = Tratto da Wikipedia