Un camper, due musicisti, un sogno: portare la musica in ogni terra e coinvolgere gli artisti del luogo. Un progetto che semina speranza, bellezza e amore attraverso note e alberi di melo. La storia di Isaac de Martin e Alaa Arsheed.

Come nasce il progetto?

Isaac: Ho incontrato Alaa presso Fabrica, durante le registrazioni dell'album Sham (Estate 2015). Ci siamo parlati prima di tutto suonando, raccontandoci molte cose e capendo che molte altre le avevamo in comune, sogni, visioni del mondo, ecc. Abbiamo così deciso di fondare AlphaArt quale piattaforma di arte e cultura come potenti strumenti di dialogo, confronto, serbatoio di immaginazione e sogni. Con AlphaArt abbiamo così iniziato a girare nelle scuole, nei festival, nelle piazze, testimoniando l'importanza che l'arte ha nel nostro stare al mondo. Lo facciamo parlando e suonando e così ho fatto incontrare la Adovabadan Jazz Band (stabile formazione Trevigiana che fondai nel 2005 che si occupa di divulgare il jazz degli albori, anni '20) con il nascente repertorio del disco Sham firmato da Arsheed, una serie di composizioni della tradizione medio orientale, e del Jazz rovente degli anni '20, più alcuni brani originali composti da me e gli altri membri della band. Lo spettacolo che ne è nato si chiama Mani forti.

In questo stimolante clima, Alaa un giorno mi racconta che da anni pensa a un tour a bordo di un van, a spasso per il mondo, incontrando altri artisti attraverso la musica appunto e in quel periodo io ero reduce da una collaborazione con una cantante tedesca, nata in India proprio durante un tour che suo padre e la sua band (Embryo) stavano facendo (anno 1978) dalla Germania all'India, attraverso i Balcani. Non solo un viaggio, questi si erano portati dietro un vero e proprio studio di registrazione più un regista che tutto documentava. Ne è uscito un disco spaziale chiamato Reise (che in tedesco vuol dire viaggio). Così, mettendo assieme i due ingredienti, abbiamo pensato di fare un viaggio a ritroso, dal cuore dell'Europa (Italia) alle sue porte (la Grecia), percorrendo la rotta balcanica al contrario.

Cosa rappresentano i Seeds?

Isaac: Seeds sono i semi di speranza e bellezza che, simboleggiati dalle tracce musicali che comporremo, pianteremo lungo la nostra rotta. Il seme di speranza e bellezza, seppur sepolto dalle macerie che ogni individuo si porta dentro di sé durante la lontananza da casa, va accudito, annaffiato, curato, perché è l'unica cosa che crea un forte contatto con la dimensione interiore dei sogni, delle ambizioni che ogni persona ha il diritto di seguire. In una condizione in cui si ha perso tutto, l'unica cosa che non potrà mai venir meno è la fantasia. L'arte in tutto questo è un potente concime! Quindi pianteremo semi che alimentino questa fantasia, così come i sogni delle persone che incontreremo. Inoltre quando Alaa è arrivato nel paesino di campagna dove vivo (Cavaso del Tomba, in provincia di Treviso, ai piedi del Monte Grappa, tra i colli Asolani), ha subito esclamato che tutto questo gli ricorda molto Swaida. I meli dei campi a Cavaso sono gli stessi dei campi di Swaida. Il melo, è da lì che abbiamo pensato ai semi. E durante il viaggio vogliamo piantare a ogni tappa un melo, che cresca vigoroso, per lasciare a futura memoria una traccia da cui raccogliere dei buoni frutti, che matureranno come mi auguro matureranno i sogni delle persone che incontreremo.

Perché Mozart?

Isaac: Mozart nel 1768 all'età di 12 anni aveva già girato mezza Europa, in cerca di fortuna. Egli è stato ed è tuttora il più grande bimbo prodigio, genio della musica occidentale. Al giorno d'oggi a me pare che di talenti è pieno il mondo, ma nessuno dà una direzione forte e chiara alle cose, non dico s'abbia da sostituire a chi ci governa, ai vertici del mondo diciamo, però di certo un Mozart del nostro tempo sarebbe importante trovarlo! E siamo sicuri che lì fuori, in qualche ex albergo adibito a centro di accoglienza, o lungo l'impervia via verso un futuro migliore (la rotta balcanica), un Mozart si trovi! Ma è soprattutto un cercare il Mozart dentro di noi, il talento, le ambizioni. Come dicevo prima su Seeds, il nostro messaggio e la nostra missione con questo viaggio è andare a nutrire, la fantasia, la bellezza e la speranza, attraverso l'arte. La musica, la pittura, la danza se ne fanno un baffo dei confini. Allora quando due persone si incontrano nell'arte hanno già lasciato alle spalle i pregiudizi e i costrutti sociali (quali lingua, fede, ecc.), sono lì che si raccontano qualcosa a livello delle emozioni e queste sono comuni al genere umano, alle piante, agli animali, alla vita sulla Terra, e forse più in là.

Chi sono i componenti del progetto?

Isaac: Il progetto è guidato da Alaa Arsheed e Isaac de Martin, due musicisti e produttori, interessati alla musica e all'arte ma non solo. Poi in prima linea ci sarà la Adovabadan Jazz Band, composta da alcuni dei migliori Jazzisti Italiani tra cui Michele Uliana (clarinettista), Mauro Brunato (chitarrista e banjoista), Nicola Barbon (contrabbassista), Remo Straforini (batterista), e poi Endi (song writer, menestrello raccontastorie). Ma non solo, ci sarà il team di videomaker Mikrokosmos Films di Bassano del Grappa, che si occuperà di parte delle riprese del docufilm. La body painter Lela Perez, che porterà colori e tele e mimetizzerà le persone nei luoghi e i luoghi nelle persone a prova del fatto che ognuno si ben integra in qualsiasi luogo. Un contributo importante lo darà il regista Davide Sibaldi, lo scrittore di teatro Beppe Casales, parteciperanno membri del collettivo Sound Illustrators dalla Finlandia e poi chiunque ha a cuore questo viaggio, e che desideri prenderne parte. Avremo inoltre il prezioso supporto di UNHCR Italia, Amnesty Italia e Un ponte per, che ci aiuteranno negli spostamenti e a entrare in modo sicuro nei campi e nelle città.

Che luoghi girerete e quali risultati sperate di ottenere?

Isaac: Gireremo le città, le sale da concerto, i locali notturni, i parchi, le sale prova, i luoghi dove le persone si incontrano, le accademie musicali e conservatori delle città che visiteremo. E poi i campi di rifugiati. Registreremo musica con loro e cercheremo di far incontrare i locals con i refugees, in musica! Nel nostro camper adibito a studio di registrazione archivieremo ore e ore di musica per poi, una volta rientrati in Italia, produrre il disco Seeds che distribuiremo in tutto il mondo e doneremo a scuole, biblioteche, università, musei… L'altro aspetto ancora più importante è la realizzazione di un docufilm, un lungometraggio, che narrerà il viaggio, gli incontri, il come viene prodotto l'album, saranno fatte interviste. Sarà un prezioso documento a futura memoria e la nostra ambizione è che venga proiettato in cinema, festival, rassegne, scuole... nelle case e nei giardini... ovunque. Sarà un documentario perché documenterà minuziosamente il progetto e sarà un film perché lo farà poeticamente. Inoltre, raggiungendo il budget di 80 mila euro che ci siamo prefissati, vogliamo procurare pennelli, tele, oggetti scenografici, macchine fotografiche da regalare ai rifugiati, oggetti che ci auguriamo diventino preziosi per loro, e magari scattando delle foto della loro vita, poi ce le spediscono e noi le integriamo nel docufilm.

Con quali musicisti registrerete?

Isaac: I musicisti con cui lavoreremo saranno quello che incontreremo nei luoghi che visitiamo, non vogliamo avere questo aspetto già organizzato in partenza poiché deluderebbe le sorprese che sicuramente avremo. Sarà facile incontrarci con musicisti! Basterà recarsi nel tal luogo e cercare che concerti ci sono la sera, andare dai musicisti, spiegare il progetto e invitarli nel nostro camper a registrare. Sarà irresistibile per loro! E nei campi di rifugiati ci faremo accompagnare da chi ha accesso, UNHCR in questa fase è di grande aiuto.

Come è possible adibire un camper a studio di registrazione?

Isaac: Il camper si sa, è un camper predisposto per dormire, mangiare e poco altro, ma noi compreremo un camper, quindi ne faremo quello che vogliamo, e per il viaggio trasformeremo la zona notte in zona studio, ci procureremo le strumentazioni (mixer, monitor, pannelli insonorizzanti, microfoni, computer, ecc.) da adattare nel camper, via i letti e giù le macchine da presa. Lo stesso vale per la strumentazione di video montaggio per il film. Ovviamente per dormire ci appoggeremo alle persone con cui abbiamo già contatti lungo la rotta Balcanica che ci ospiteranno. Poi se necessario un modo per dormire anche sotto le stelle lo troviamo, in fondo è estate e sarà una calda estate.

Qual la missione della musica?

Isaac: La missione della musica non la sappiamo, la nostra missione con la musica è di connettere le persone tra di loro e nutrire in loro un profondo desiderio di bellezza, pace e speranza.

Vi avvalete del crowfunding?

Certo, il crowdfunding è essenziale, abbiamo avuto alcune proposte da parte di sponsor che erano pronti a investire ingenti somme di denaro che avrebbero quasi totalmente coperto le spese, ma ponevano delle condizioni che andavano a snaturare la nostra idea, quindi abbiamo optato per il crowdfunding che dà la possibilità a tutti, con un piccolo gesto, di prender parte a un grande progetto. E poi comunque, attraverso i perks, ognuno riceverà qualcosa in cambio, abbiamo fatto una bella lista di perks. Ci siamo messi a disposizione anche per scambiare le donazioni con dei concerti, in pratica chi volesse ci chiama per fare un concerto e noi metteremo il cachet del concerto nel progetto. Ci sembra un ottimo modo di barattare della bellezza. È un sentiero in salita, molto duro e faticoso per noi, ma sono sicuro che una volta in cima la vista sarà mozzafiato.

Dopo questo progetto avete qualche altra idea in mente?

Abbiamo molti altri sogni che sono sicuro diventeranno progetti, ma al momento siamo totalmente assorbiti da Seeds. I play with Mozart. Poi è come il crowdfunding, una persona può donare 70 euro o condividere un'idea, noi accettiamo entrambe. Le idee, si sa, sono pericolose e potenti, ma se riguardano l'arte e la bellezza non credo facciano male a nessuno!