L’universo cinematografico Marvel è entrato nel sistema consumistico globale. A differenza dell’universo fumettistico, quello videoludico è a pieno titolo promotore di una società globale, dato il target che mira a un ampissimo bacino d’utenza. Il fumetto era letto da molti, ma molti di questi appassionati erano i cosiddetti “nerd” come potrebbero essere i protagonisti della serie televisiva Big Bang Theory, persone appassionate alla scienza e alla tecnologia cui piace passare il tempo immergendosi in mondi immaginari.

Ora i personaggi Marvel dello schermo hanno conquistato tutti. Questo è possibile grazie al medium, il web, il televisore o il cinema, che permettono al prodotto audiovisivo di essere fruibile su una più ampia scala. Il punto nodale però è come sia possibile che un fumetto, anche se trasposto su schermo, possa raggiungere un tale indice di gradimento. Questo avviene grazie all’immaginario non solo fantastico ma tremendamente realistico di questo universo.

Se guardiamo attentamente i personaggi noteremo i modelli che la società ci impone: prima di tutto mai essere tristi. Se i personaggi delle serie o dei film hanno dei momenti di cedimento durano ben poco, sono appunto momenti, quasi istanti, si riprendono subito e partono in missione a sconfiggere nemici dai poteri sovrumani. Come sempre è piuttosto evidente che la società deve fare a meno di parlare di sofferenza o per lo meno: si può, ma non bisogna darle importanza, non è un sentimento nobile. Mentre la rabbia è subito annoverata tra i sentimenti nobili, o almeno spesso è quello che questi eroi credono. I vari supereroi utilizzano questo sentimento per raggiungere il proprio scopo e scoprire subito dopo che in realtà è stato lanciato un gigantesco boomerang pronto a tornare indietro. Mentre un sentimento nobile per davvero e costante per tutta la serie è la gioia, essa non deve mai venir meno: la passione per il proprio mestiere, la voglia di fare battute anche in situazioni che mai lo permetterebbero.

Ovviamente questi sono cliché, ma se guardati in un’ottica più ampia si scopre non solo la realtà intima degli eroi ma ciò che è la società e quindi la politica dove vengono a galla diversi retroscena o per meglio dire collegamenti interessanti. Prima di tutto la Marvel è americana. I personaggi sono americani e i valori americani: amare il proprio lavoro, non essere mai tristi e il diritto di guidare gli altri. Tutti valori che oggigiorno potremmo trovare in diverse parti del mondo sicuramente in Europa.

Gli eroi Marvel sono sempre pronti a combattere in prima linea contro il nemico e di solito tra loro c’è un leader come potrebbe essere Iron Man per gli Avengers. Egli è un industriale che si occupa di tutto compreso la vendita di armi. Un personaggio contraddittorio che si dichiara per la pace, guida gli altri supereroi dotati verso il nemico e lo sconfigge ma al tempo stesso crea armi anche molto pericolose che circolano sulla terra, come viene mostrato in Spider Man: Coming Home.

Il comportamento di Iron Man ricorda molto ciò che succede nella politica di oggi in cui avvengono giochi di potere non lineari, spesso contraddittori, in cui le parti in causa scendono a compromessi senza realmente risolvere le cose. La cosa più incredibile di tutte nelle serie Marvel è che più gli eroi risolvono calamità aliene e piani di criminali internazionali, più i problemi tornano non solo in maniera numerosa ma anche in maniera ancor più voluminosa. Proprio come in Avengers: Age of Ultron in cui il gruppo supereroistico sconfigge un’organizzazione criminale, recupera un manufatto alieno e Iron Man crea un robot che dovrebbe proteggere la terra ma il robot dopo un’attenta analisi della complessità umana decide che l’uomo è pericoloso e va estinto.

Infine aspetto interessante degli eroi Marvel è proprio il loro mondo interiore estremamente umano, composto da elementi che non solo li caratterizzano ma in cui noi spettatori possiamo immedesimarci. Stan Lee, ideatore della Marvel, ha costruito i suoi eroi pensando agli eventi della propria vita, come raccontato dallo stesso ideatore Marvel nel film di Kevin Smith Mallrats – Generazione X in cui racconta che Hulk uno degli eroi Marvel non è altro che Stan Lee medesimo che diventa una furia scatenata a causa dei rimpianti.

Infine c’è l’elemento xenofobia, la paura del diverso ben espressa nella serie. Gli eroi Marvel sono perseguitati dalla società perché diversi ma al tempo stesso questi eroi “diversamente umani” non ucciderebbero mai un essere umano, cosa che non succede nei confronti di alieni e robot. Solo in rare occasioni vengono uccisi umani, di solito con rimpianto (come nel caso di Hulk) o perché non si trova altra soluzione (come nel caso dell’eroina Jessica Jones che uccide il temibile Killer Grave perché diventato troppo pericoloso).

Tutto questo può portarci ad apprezzare un prodotto commerciale e pop che dichiaratamente non ha nessuna ambizione artistica o di denuncia. Consiglio vivamente di vedere le serie Marvel, anche solo per distrarsi un po’ dalla realtà a volte opprimente e ridere con questi supereroi che sanno davvero fare dell’ironia in momenti molto bui della vita, lezione fondamentale per vivere in modo zen e riuscire a sopportare le contraddizioni e le ingiustizie della società condotte da certi animi umani deplorevoli.