Che cosa strana sono le comunità. Un insieme di persone che dovrebbe condividere qualcosa come una passione, uno stesso ambiente o la provenienza. Un gruppo di individui che, però, a volte dimenticano di essere legati da un sottile filo trasparente. Che cosa strana sono le comunità. Vite collegate che riscoprono fratellanza nei momenti più strani. La storia di Blu è anche questo: un racconto di una comunità, soprattutto di giovani, che inspiegabilmente si sono ritrovati uniti da una tragedia, da una canzone e dalla speranza.

Era un lunedì come gli altri sulle colline dell’Alto Molise. Ognuno era affaccendato, immerso nella propria e individuale quotidianità. Qualcuno correva in banca a pagare le bollette, altri in fila al supermercato; c’era chi contava le ore perché presto sarebbe andato in ferie. Da qualche altra parte, una macchina si lasciava alle spalle Agnone diretta in una cittadina non tanto lontana. Una comunità certe volte dimentica di avere qualcosa in comune…

Le ore passano e una brutta notizia si diffonde in paese. Quella macchina, che poco prima aveva lasciato lentamente Agnone, aveva avuto un incidente.

Basta poco. Una brutta notizia e le comunità si chiudono a riccio. Riscoprono un legame, lo sentono chiaramente. E tutti, dico tutti, i membri di quel gruppo diventano cellule di un unico organismo. Cellule che combattono il nemico. Anche se, quando c’è di mezzo il lutto, l’unica cosa da combattere è la tristezza. E allora la sfida si fa ardua…

Talvolta però la soluzione arriva da quei membri che, pur essendo lontani, quel sottile filo lo sentono. Ci sono legati. Ed è questa la storia di Blu. Una canzone scritta da un giovane aspirante musicista di origini agnonesi ma residente a Lodi. Blu nasce in una tiepida e incerta primavera lombarda, a chilometri di distanza da una cittadina che, a fatica, ritorna alla routine.

Ad agosto, è Luca - un giovane aspirante musicista - a proporre alla sua cricca di girare un videoclip per il pezzo che lui ha scritto in memoria dell’amica. Blu è il nome del singolo che il giovane ha ideato e composto, insieme all'amico Marco Fapani (Fapo), per esorcizzare quella tristezza che gli agnonesi non avevano vinto ma nascosto sotto “un mare di cose da fare”. E allora tutto viene senza pensarci troppo. Luca convoca i suoi e la chiamata si diffonde a macchia d’olio. Ognuno vuol fare qualcosa per Blu.

C’è William Delli Quadri, il regista amico di Luca, che mette a disposizione i suoi mezzi e le sue competenze; fanno lo stesso i truccatori, un cameraman e due fotografe. La comunità, i giovani agnonesi si riuniscono sotto un unico nome. Si riscoprono fratelli, cugini e amici e partecipano insieme a un progetto musicale che sembra concludersi nel verde di un parco agnonese. Ma non è così...

Passano i mesi e il lancio di Blu si avvicina. Quel pezzo diventa nuovamente una forza magica in grado di unire nuovamente Agnone e gli agnonesi. Un video divertente si fa virale e tutti cominciano a dire, di fronte alla telecamera, “8 dicembre, Blu”. Perché è quella la data da non perdere. L’8 dicembre. E allora Luca richiama nuovamente la cittadinanza che si risponde ancora. Tutti vogliono essere parte di Blu, un progetto che ha uno scopo: raccogliere fondi per la ricerca sulla sclerosi multipla.

Non sappiamo che succederà a Blu. Non sappiamo cosa succederà ad Agnone ma una cosa è certa: di tutta questa triste vicenda, è il neonato senso di comunità che ci regala un caldo sorriso, nelle freddi notte novembrine.

Sono strane le comunità. Soprattutto imprevedibili.

Testo a cura di Giovanni Giaccio