Famosi come inventori del cinema, i fratelli Auguste e Louis Lumière in realtà furono inventori anche di molto altro e, soprattutto, di un nuovo modo di pensare. Interessante sottolineare che la loro genialità è stata frutto di una buona istruzione.

All’indomani dell’umiliante occupazione della Francia da parte delle truppe prussiane, nel 1870, la coppia Jeanne-Joséphine e Antoine Lumière decise di trasferirsi a Lione per essere più al sicuro. Antoine era ritrattista e a Lione aprì uno studio fotografico, non disdegnando ogni tipo di clientela, sedotta dalla novità di potersi fare ritrarre. I figli vennero iscritti alla scuola tecnica, Auguste appassionato di medicina e biologia, mentre Louis di fisica-chimica e di pianoforte.

Già nel 1881 Louis aveva fatto qualche esperimento fotografico, forse sulla scia della moda del secolo che vide un pullulare di attività di ricerca e di scoperta tecnico-scientifica. I suoi studi, che vertevano a creare l’istantanea, vennero pubblicati sulla rivista della Società francese di fotografia, ottenendo fama e consensi da tutto il mondo. Antoine acquistò così un terreno dove sorgerà in breve un laboratorio di fotografia in cui dedicarsi agli esperimenti chimici. I due fratelli crearono le lastre fotografiche “Etichetta azzurra” che ebbero un incredibile successo e li rese ricchi, tanto da permettere loro di dedicarsi ancora alla ricerca.

Nel 1883 bandirono un concorso per cercare ricercatori da assumere, preferendo coloro che avevano una forte preparazione tecnica come la loro, e crearono la società “Antoine Lumière & figli” che trasferirono in una villa chiamata “Chateau Lumière”, affermandosi anche nell’alta società. In quegli anni venivano brevettati molti sistemi che avrebbero portato al cinema e proprio Louis mise a punto il cinematografo, un apparecchio che, dotato di obiettivo e pellicola perforata di 35 mm che ruotava grazie a una manovella e scattava fotografie istantanee di una sequenza di un minuto, permetteva di proiettare le immagini su uno schermo.

Dal 1894 i fratelli cominciarono le sperimentazioni con una macchina posizionata davanti alla fabbrica, in modo da poter fotografare gli operai che andavano al lavoro, realizzando così tre versioni del film L’uscita dalle officine Lumière che proiettarono per la prima volta il 28 dicembre 1895 al Grand Café di Parigi. Mantenendo il loro carattere filantropico e aperto, concepirono il cinema per tutti, senza esclusioni sociali. E fu un altro successo. A quel punto cominciarono a studiare il modo di colorare le riprese, ottenendo la fotografia a colori su un’unica lastra, e addestrarono operatori per girare film. Forniti di credenziali e di attrezzatura tecnica, vari personaggi vennero inviati in ogni angolo del pianeta per raccogliere immagini, portando a una vera e propria globalizzazione della nuova scoperta. La lastra autocroma venne brevettata nel 1903 e iniziarono a venderla nel 1907; era così sensibile che rimase l’unico modo di avere immagini a colori fino al 1935.

Ancora innumerevoli persone si recavano negli studi per avere la fotografia di sé da lasciare ai posteri, e non mancarono naturalmente personaggi illustri. Anche durante la Prima guerra mondiale le ricerche continuarono, malgrado le difficoltà del momento. La guerra fu anche la prima ad avere i reporter. Tuttavia, ancora una volta i due fratelli non si tirarono indietro in fatto di solidarietà e Auguste non dimenticò la sua vocazione di medico. Durante la Grande Guerra, infatti, disegnò apparecchiature ortopediche e garze per le bruciature dei soldati.