While You Were Sleeping - il Robot Festival riparte da questo enunciato e lo fa con tanto cuore e tanta passione, basterebbe solo questa breve ma intensa frase a delineare questa decima edizione.

Il Robot ricomincia festeggiando il suo decennio di attività partendo dal concetto di club culture. Pierfrancesco Pagoda giornalista e autore del manifesto di RBTX ha moderato lui stesso uno dei talk di approfondimento del festival: “Che cosa è la club culture: perché la pista da ballo genera cultura”. Il concetto è: “Mentre il mondo dormiva, nelle ore in cui il sole non splende, esistevano posti che in tanti hanno chiamato casa. I club sono stati per decenni laboratori di creatività e snodi fondamentali nell’evoluzione della cultura pop. Luoghi dove vari linguaggi si sono contaminati: musica, moda, design. L’Emilia-Romagna ha avuto in questo processo, sin dalle prime fasi, un ruolo importante; ed è stata luogo di pellegrinaggio e innovazione. Nel club dove è nato tutto, il club è stato al tempo stesso rifugio, forma di escapismo, portale spalancato verso il futuro, laboratorio di forme e idee in costante evoluzione, catalizzatore di mutamenti cruciali i cui effetti si avertono ancora adesso”.

Il Robot è ripartito da tre location storiche: per la preview nella splendida cornice di Palazzo Re Enzo che si è illuminata e colorata di vibrazioni autentiche come quelle di Caterina Barbieri, assolutamente regina della e nella costituzione del suono - con un live immersivo, totalizzante e potente, di devastante bellezza. Emiliano Maggi invece, eclettico artista romano la cui ricerca si articola attraverso vari media tra suggestioni mitologiche, scultura e ricerca sonora, ha portato una performance live - connotata da forti suggestioni cromatiche e acustiche. Non per ultima l’informissima ed esplosiva Elena Colombi, nome di punta di NTS Radio, uno dei network radiofonici più seguiti in streaming - e affermerei giustamente - per qualità e proposte.

Le altre due location storiche dove si sono alternati una serie di artisti magnifici sono state l’Ex-Gam e il Link. Due nomi, due posti, due cuori di innovazione e sperimentazione e per la prima basterebbe ricordare gli anni di una Bologna ridente - un appuntamento su tutti quello che fu La Settimana Internazionale della Performance del 1977 capitanata da una studiosa e un’appassionata come Francesca Alinovi. Un prisma di nomi da far girare la testa tra la sala indaco, quella magenta e la terrazza. Nella prima giornata: Alessandro Brighetti, Chicco Nanni, Gino Grasso, Daniele Baldelli (il cui nome stesso significa “cosmic funk”, un genere che si è sviluppato nella discoteca Baia degli Angeli di cui non esistevano precedenti), Capofortuna e Uovo b2b Dino Angioletti.

Nella seconda giornata: un djset a otto mani che porterò sempre con me, un’anteprima assoluta e un’inedita collaborazione a due per un live che finora si è visto pochissimo: Nu Guinea con la crew di dj Napoli Segreta - ore di musica preziose, calde, di ricerca - di tradizione e innovazione sonora - dimostrando un gusto unico. Ancora Nu Guinea per un dj set esplosivo - OoopopoiooO - fuori da ogni possibile classificazione grazie anche all’utilizzo di uno strumento come il theremin - e ancora Dj Rou & Lite Orchestra, Young Marco - Do.Ma.Ni., The Delay in the Universal Loop, Fili Balou, Vladimir Ivkovic, Or:la, Claudio Coccoluto - altra presenza storica per la nascita e l’evoluzione della house italiana - in super forma con un’enorme mole di energia contagiosa- tanto da far girare sul piatto una scarpa femminile - e chi era con me nelle prime file sa bene di cosa sto parlando. Molto interessanti i già menzionati Vladimir Ivkovic - serbo e trapiantato a Düsseldorf - e Or:la da Liverpool, producer e organizzatrice di uno dei party incoronato da Mixmag - come una delle tre serate migliori al mondo: Meine Nacht.

Nella terza e conclusiva serata: Don Carlos - altro nome storico per l’Italia e l’house, che per l’occasione ha presentato Paradise House un’escursione nei trenta anni di IRMA Records - storica etichetta discografica bolognese che ha saputo dettar legge indifferentemente in ambiti come house, lounge, hip hop, acid jazz. Poi Luca Maria Baldini, Hu ovvero Federica Ferracuti - cantautrice, producer, polistrumentista - definita come la “nuova linfa italiana”, Obsqure & Suz, Neon Chambers - uno dei djset che ho preferito - la collaborazione tra Sigha e Kangding Ray, virtuosi della techno più sperimentale per la prima volta insieme - il live è stato presentato solo in selezionatissimi palchi in giro per l’Europa, ed è a tutti gli effetti un’immersione catatonica che riesce a unire techno - sound design e sperimentazione; Laurel Halo - altra presenza femminile - americana ma trapiantata a Berlino - attualmente pubblica per l’inglese Hyperdub (che ha plasmato l’intero genere dubstep) - e le ultime due chicche per la sala indaco: i magistrali Awesome Tapes From Africa e Andrew Weatherall - come da cs: “produttore e dj tra i pochi viventi di cui si possa dire che esisteva un prima, e da quando ha mosso i primi passi, un poi” (non a caso anche lui fa parte di NTS Radio) - il mio cuore è letteralmente esploso con il disco Drop The Gun (Extended mix) by Be Svendsen - tra atmosfere magiche e infernali. Il cuore del club. La culture club è viva e risplende di un rosso acceso.

Che dire invece su ATFA? Come racconta anche DLSO: “L’etnomusicologo Awesome Tapes From Africa aka Brian Shimkovitz è il selector di musica africana più famoso di sempre; cresciuto a Chicago, ha vissuto tanti anni a Brooklin ma la sua avventura è iniziata a LA. ATFA non è solo un alias ma è la vita intera di Brian; è in primis il blog che ha messo in piedi una volta tornato dal suo primo viaggio in Ghana, tramutatosi in seguito anche in label su cui ristampa in vinile o su formato cd alcuni artisti che ha scoperto durante le sue 'spedizioni' musicali. Una ricerca volta a riscoprire e tutelare il patrimonio di una terra vastissima e che al suo interno cela una miriade di suoni, sfumature e vibrazioni. Dal 2006 Brian ha attraversato il continente in cerca di vera musica africana. Proprio questo è il punto; Awesome Tapes From Africa raccoglie da oltre dieci anni cassette spaziando dall’african funk alla disco, passando dall’hip hop, dal rap senegalese e il jazz etiope fino a riproporre sonorità pop-folk nella loro versione originale. I suoi dj set con queste tapes sono enciclopedie musicali, mappature preziose per chi ama la musica e terreno fertile per curiosi che voglio scoprire i sottogeneri della fuji, benga, tsonga disco, soukous, ed ethio-soul”.

Finita la serata all’Ex-Gam il popolo della notte ha avuto il piacere di chiudere questa festa musicale al Link con, anche qui, una line up davvero speciale: Stomp Boxx, Midnight Conversation, RossFromFriends - Trentemøller e Levon Vincent direttamente da New York City.

Che dire su un Link pieno zeppo di cuori saltellanti e pronti ad accogliere il vero spirito della notte? Una notte che il djset di Trentemøller ha coronato come uno dei migliori di sempre: colto, magico, da vero appassionato del suono - ha alternato dischi di LCD Soundsystem, Soulwax, Tame Impala, Lou Reed, The Stooges e udite udite - il Bruce Springsteen di State Trooper. Solo per veri intenditori. Riecheggia un’urgenza, un urlo, alla Suicide. Lacrime, cuore e sudore. Senza voce e senza fiato si è conclusa anche la decima edizione di Robot Festival che se potesse essere racchiusa in un’immagine sarebbe sicuramente quella data dall’installazione all’Ex-Gam di Quiet Ensemble (progetto nato nel 2009 dall'incontro tra esperienze professionali ed espressive differenti; Fabio Di Salvo si dedica alla sperimentazione e l'ideazione di opere video interattive utilizzando moderni software di manipolazione audiovideo, Bernardo Vercelli si laurea in scenografia teatrale in Norvegia e successivamente lavora come light designer a Copenhagen, Danimarca) per Robot Festival hanno dato vita ad una creatura notturna d’impatto: una forma pulsante, tra respiro e sospiro, tra luce ed oscurità, capace di muoversi e modificarsi, evanescente come il fumo di un club, con una trasparenza lungimirante - verso un futuro incredibilmente sensuale e affascinante, tra vertigini e passione.

Questo è stato, è, e sarà Robot Festival - proprio mentre state dormendo.