Forse è solo mal di mare è una commedia dai toni romantici, dove le vicende di un padre e della figlia si intrecciano tra l’amore per una terra straordinaria, l’isola di Linosa, la voglia di andare via. Il film ideato da Matteo Querci e scritto da Tommaso Santi vanta un cast eccezionale (Paolo Bonacelli, Francesco Ciampi, Maria Grazia Cucinotta, Barbara Enrichi, Annamaria Malipiero, Orfeo Orlando, Beatrice Ripa, Patrizia Schiavone, Cristian Stelluti) ed è in uscita nel mese di maggio. La regia è di Simona De Simone, nota anche con lo pseudonimo Nuanda Sheridan. Nata in Puglia De Simone ha cominciato a lavorare sui set cinematografici come aiuto regia, prima di scrivere e dirigere Satyagraha, mediometraggio con cui firma la sua opera prima premiato in diversi festival nazionali e internazionali. È proprio in uno di questi che le nostre strade si sono incrociate: così ho chiesto a Simona se fosse disponibile per una intervista. E così eccoci qua.

Come è nato il progetto di questo film, qual è grosso modo la trama e cosa dobbiamo aspettarci a maggio nei cinema?

Il progetto nasce durante un viaggio di Matteo Querci a Linosa, un’isola meravigliosa che l’ha rapito al punto tale da volerci ambientare un film. Girare un film scritto e ideato da qualcun altro è sempre una grande responsabilità, soprattutto se lo stile è molto diverso dal proprio. Forse è solo mal di mare è una sfida intensa, una parentesi del mio percorso, un film che ho nel cuore. Racconta la storia di Francesco e di sua figlia Anita, entrambi intenti a superare l’abbandono di Claudia, moglie e madre in fuga da una vita che la rende prigioniera. In questa bellissima isola di trecento abitanti emergono personaggi bizzarri, come Nino, Amedeo, il parroco e altri isolani legati alle particolari tradizioni del posto. Il tempo scorre inesorabile, scandito dalla pesca e dai “cineforum di strada”, fino all’arrivo di Laura, che altera l’equilibro di tutti gli isolani, compreso quello di Francesco.

Attori che diventano abitanti e abitanti che diventano attori per dar vita a una storia semplice, che possa guadagnarsi la piena fiducia dello spettatore e lasciarlo immedesimare sin dalle prime immagini. D'altronde, chi nella sua vita non si è ritrovato fermo e impaurito davanti al bivio andare-restare? Metafora di un attacco-distacco che non riguarda solo i luoghi, ma anche il lavoro, le amicizie, gli amori... E chi, nei momenti di vulnerabilità, non ha vissuto il dilemma con sfumature a volta tragiche e a volte comiche? Forse è solo mal di mare è una commedia romantica, proprio come la nostra vita.

Perché proprio Linosa?

Linosa è un’isola magica e selvaggia. Appena ho messo piede su quella roccia vulcanica sperduta nel Mar Mediterraneo ho subito vissuto e compreso le sensazioni che avevano spinto Matteo a credere in quest’ardua impresa.

Forse è solo mal di mare ha un cast di grande qualità. Come è stato lavorare con loro?

Sono molto grata alla Cibbè Film per avermi dato la possibilità di girare il mio primo lungometraggio con un cast dal grande valore umano e professionale. Abbiamo lavorato fianco a fianco, serenamente e incessantemente, vivendo insieme tradizioni, colori, sapori di un’isola che ci ha accolti per quasi due mesi. Un’esperienza costruttiva per il mio percorso, che ha dato vita a legami indissolubili.

Satyagraha è stato il tuo primo film. Come è nata l’idea di questo film e come l’hai sviluppata?

Definisco Satyagraha il primo risultato della mia ricerca artistica e spirituale. Il film inizia con una citazione di Brian Weiss, secondo il quale ognuno di noi, durante la sua esistenza, potrebbe incontrare e riconoscere un’anima con cui ha già condiviso altre vite. Satyagraha, che deriva dal sanscrito e significa “forza dell’amore” e “fermezza per la verità”, racconta il viaggio che un’anima compie, reincarnandosi attraverso i secoli, per ricongiungersi a un’altra anima a cui è legata. Il racconto si muove su diversi piani narrativi, che si avvalgono di un simbolismo dal contenuto a volte enigmatico. Un cortometraggio privo di dialogo, sostenuto solo dalla voce fuori campo della protagonista e da una colonna sonora originale, per condurre lo spettatore in punta di piedi nell’intimità dei personaggi, come a renderli testimoni dei loro silenziosi segreti. Sono molto felice della storia che ha avuto e continua ad avere, a distanza di anni, questo film. È stato selezionato in Italia, Portogallo, Argentina, Perù, Australia, Norvegia, Svezia, Russia e Nigeria, un traguardo al di sopra di ogni mia speranza e aspettativa.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Attualmente sono impegnata nella scrittura del mio prossimo lungometraggio dal titolo provvisorio Secondo Isaia. Non posso anticipare molto, se non che ritorno al mio genere, in una nuova importante tappa della mia ricerca artistica e spirituale.