Angelo Badalamenti, noto ai più anche con gli pseudonimi Andy Badale e Andy Badala, nasce a Brooklyn il 22 marzo del 1937 da una famiglia di origine siciliana.

È considerato uno dei compositori più cupi dell’attuale scena hollywoodiana.

Frequentare la Eastman School di Rochester, permise l’inizio della sua formazione musicale. Durante quest’ultima studiò composizione, corno francese e pianoforte alla Manhattan School of Music. Proprio durante gli anni di studio passati alla Manhattan, comprende la passione inestimabile provata nei confronti del jazz. Partendo dall’amore per il genere, Badalamenti riuscì a raffinare il suo stile passando, grazie alla sua curiosità, dalla musica New Age sino ad arrivare ai tempi moderni con l’utilizzo dell’elettronica.

Ancora una volta, compositori di un certo livello, ci permettono di comprendere quanto sia semplice, raffinato il salto attraverso innumerevoli e diversi generi, stili, passioni.

Appassionatosi, quindi, al jazz sin dai primi anni della sua carriera, Badalamenti, collaborò come compositore con diversi artisti sul palco della musica pop (si pensi a Shirley Bassey) e sempre per gli stessi compose arrangiamenti, prima di iniziare a comporre per il grande schermo.

La sua collaborazione come compositore per il mondo del cinema ebbe inizio con la scrittura della colonna sonora della pellicola firmata da Ossie Davis, Gordon’s War (1973). Nel 1974 firmò le musiche della commedia Law and Disorder diretta da Ivan Passer. Entrambe le musiche furono firmate con lo pseudonimo di Andy Badale. Questi lavori, poco significativi, furono la spinta iniziale per un lavoro che ancora oggi spinge il pubblico e la critica a indicare Angelo Badalamenti come uno dei compositori più talentuosi in scena.

La carriera di Angelo Badalamenti nel mondo della composizione per il cinema subì una positiva scossa nel 1986 quando, chiamato sul set di Blue Velvet per assistere nella composizione musicale Isabella Rossellini, gli fu affidata la composizione dell’intera colonna sonora della pellicola. Con questa composizione, conquistò il cuore del regista David Lynch, grazie a una delle tracce che maggiormente riuscì ad attirare l’attenzione, Mysteries of Love composta dal compositore e interpretata da Julee Cruise (con cui il compositore sancisce l’inizio di un’ulteriore collaborazione). Un pezzo magico, intenso, cupo ed invadente. Elementi fondamentali nel mondo ideato dal regista Lynch.

Proprio da questa passione per le cupe atmosfere, nasce la collaborazione tra il regista e Badalamenti. Nel 1989, questa venne rafforzata con l’album Floating Into The Night (album di esordio, scritto e prodotto da Lynch e Badalamenti, nel quale furono inseriti brani di Twin Peaks), ma ottenne un rilievo maggiore tra il 1990 e il 1991 con la composizione delle musiche per la serie Tv, I segreti di Twin Peaks.

Una serie Tv nota a quasi tutti, capace di conquistare con la sua aura di mistero gran parte del pubblico sino al punto di far di ciascun episodio una popolare anomalia. Una serie capace di divedere la storia della televisione tra un prima e un dopo I segreti di Twin Peaks.

Ambientata nella ricca cittadina montana di Twin Peaks (nello stato di Washington), la serie Tv, narra il ritrovamento del cadavere di Laura Palmer, una delle ragazze più popolari, nell’apparente calma piatta del paese. Le indagini circa l’omicidio sono affidate alla locale polizia e anche all'agente speciale Dale Cooper dell'FBI. Misteri e indagini che permetteranno di far emergere il vero lato oscuro dei cittadini e del paese stesso.

Un’opera, quella ideata da David Lynch, totalmente in linea con il suo modo di creare, impossibile ancora oggi da collocare all’interno di un genere ben definito. Molto spesso, all’interno dei lavori del regista emerge quel tetro, quell’atmosfera grottesca che richiama il cinema dell’orrore. Una chiave di lettura data all’intera serie Tv è quella della parodia della soap opera in voga negli anni di produzione. L’uso teatrale di atteggiamenti, l’eccentricità dell’abbigliamento e la melodrammaticità dei personaggi sono simboli messi in scena di questa parodia ricercata, e ottenuta dal regista.

Alcuni dei momenti più felici che abbia mai avuto sono stati mentre lavoravo con Angelo. Ha un cuore grande, lui mi ha permesso di entrare nel suo mondo e coinvolgermi con la musica.

Queste le parole del regista circa la sua collaborazione con il compositore italo–americano. Le musiche di Twin Peaks vennero composte con la supervisione del regista nello studio del compositore, in New Jersey. La loro collaborazione è sempre stata punto d’ispirazione poiché quello che Lynch ideava, si pensi a una immagine suggestiva, uno stato d’animo o un’atmosfera, era realizzato in musica dal compositore attraverso un Fender Rhodes (un pianoforte elettrico il suo suono viene utilizzato nell’ambiente jazz).

All’interno dell’intera colonna sonora è possibile riconoscere due brani particolari (durante il settimo episodio della seconda stagione di Twin Peaks), The World Spins e Rockin' Back Inside My Heart entrambi interpretati dalla splendida voce di Julee Cruise, ed estratti dall’album di esordio Floating Into The Night. Il primo è descritto dal compositore come il suo pezzo preferito, notizia che si apprende all’interno di Were We're From: Creating the Music, il corto documentario, contenuto nel disco 10 di Twin Peaks - Definitive Gold Box Edition.

Nella serie Tv in questione, la colonna sonora assume un’importanza rilevante, al punto tale da occupare circa trenta minuti all’interno di ogni singolo episodio. Cosa mai accaduta in precedenza nelle altre fiction Tv. Grazie anche al tema centrale, Laura Palmer’s Theme, la serie Tv acquista una popolarità senza precedenti. Un tema dal ritmo tormentato, come l’animo dello spettatore nel momento in cui porta all’orecchio quel semplice giro di accordi messi in essere con l’utilizzo di un sintetizzatore. Tutto è contrasto, il tetro avvolge l’ambiente semplice della cittadina, trascinandola con sé. Un giro d’accordi che ruota nella mente, inebriandoci.

Sempre per Lynch, nel 1990 Badalamenti comporrà le musiche per la pellicola Cuore Selvaggio, all’interno della quale riecheggeranno note di una sinfonia spagnola, che faranno da motivo portante dell’intera colonna sonora. Continuerà la collaborazione con la scrittura delle musiche per Strade perdute (1997), un horror metafisico nel quale la composizione dell’italo–americano sarà affiancata dalla riproduzione di brani appartenenti al mondo rock.

A partire da questi anni, la carriera di Badalamenti tenderà a evolversi sempre più con innumerevoli collaborazioni nel mondo del cinema. Nel 1987, comporrà le musiche per Weeds, pellicola diretta dal regista John D. Handcock. Per Paul Schrader firmò nel 1990 la colonna sonora del film Cortesie per gli ospiti, e nel 1992 quella di Forever Mine. Nel 1999, collaborò con la regista Jane Campion scrivendo le musiche per la famosissima pellicola Holy Smoke (Fuoco sacro). Nel 2008, si dedica alla colonna sonora del film The Edge of Love, trasformando in melodia l’amore del famoso poeta Dylan Thomas per due affascinanti donne nel contesto della Seconda guerra mondiale.

Ma ancora una volta il vero successo, per Badalamenti, arriva con le scritture delle musiche per le ultime due pellicole di David Lynch, ovvero The Straight Story (1999) e Mulholland Drive (2001). Nel primo, il compositore si lascia ispirare nella scrittura dall’atmosfera country, lasciando all’anziano protagonista nel corso del suo viaggio il retrogusto di un tema sentimentale, lo stesso che accompagnerà lo spettatore nel corso della visione. Nel secondo film, il viaggio visionario messo in scena da Lynch assume con la musica del compositore diverse sfumature: swing, cool jazz, blues e sonorità industriali. Tutti stili diversi che ruotano attorno a un unico centrale tema, melodico e inaspettatamente dolce.

Il fascino delle musiche composte da Badalamenti ci conquista, ci avvolge. È così semplice parlarne, ma così difficile da replicare. Ogni nota racchiude in sé un’atmosfera unica e irripetibile. Forse è proprio questo a rendere lo spessore di un compositore come Badalamenti, inestimabile. In una persona sola, è nascosto un nido ricolmo di meraviglie. Dal pianista classico si passa all’arrangiatore, da quest’ultimo al direttore d’orchestra sino al leader di ensemble jazz. Un giro di coesistenze, le stesse che il compositore mette in essere con i suoi giri di accordi.

Un compositore che diviene un’anima, un’anima che si fa carico di una popolarità resa solo dal successo delle musiche di Twin Peaks. Distrattamente si ricordano le musiche di nicchia, sbagliando.

Angelo Badalamenti racchiude in sé una forza, una meraviglia come poche. La sua è un’arte che sintetizza (si ricordi il suo strumento per eccellenza, il sintetizzatore). Vi sono stili diversi, raggruppati. Atmosfere diverse, rappresentate. Mondi che senza il compositore italo-americano, ora, risulterebbero così nuovi al nostro ascolto. L’arte di Badalamenti è ben udibile, nelle creature musicali che ci si presentano così bizzarre, ma decisamente meravigliose.