Non è difficile incontrarlo in giro per l’Italia impegnato nei suoi tanti progetti professionali sempre circondato da un ampio seguito di fan ancora affezionati al ruolo del primo Thorne di Beautiful, la soap più longeva che lo ha reso celebre. Stiamo parlando di Clayton Norcross, personaggio tra i più amati del cast che, a sessantacinque anni, mantiene ancora un fascino immutato e una bellezza autentica che non teme il tempo. Da Roma a Milano Marittima, da Matera a Bassano del Grappa, in questo periodo la sua agenda è stata fitta di appuntamenti, attualmente sta lavorando sia come attore sia come produttore ed è alle prese con un nuovo progetto top secret che si chiama Beautiful Wedding.

Ama la storia, l’arte, pratica yoga, ama i cibi proteici e salutari, confessa che la sensibilità è una qualità importante, mentre l’amore è al momento un aspetto critico della sua vita, anche se ciò che lo rende felice è la forte passione per il suo mestiere. Di questo e molto altro abbiamo parlato in questa intervista che rivela tanti aspetti del suo lifestyle.

Da attore a produttore. Qual è stato l’input che l’ha portata a fare questa scelta?

Mi sto occupando ancora di entrambe le cose partecipando a telefilm e progetti televisivi; infatti, sto lavorando sia come attore sia come presentatore in tutti e due i miei due progetti: uno si chiama Beautiful Wedding e l’altro Brutal Angels che è una fiction che coinvolge figure poliziesche e che riguarda fenomeni spirituali, una sorta di mix tra Ghost e Arma Letale. Dopo tanti anni di recitazione mi sono reso conto che sarebbe stato importante crearmi un’eredità alle spalle, ho capito che i film e la televisione in generale sono mezzi di comunicazione potentissimi, in grado di controllare la mente e i pensieri ovunque, di trasmettere messaggi positivi o negativi e personalmente vorrei avere un’influenza positiva sul mondo, così ho pensato che avevo bisogno di avere il controllo sul modo in cui vengono realizzati i progetti stessi diventando così produttore e regista.

Lei è uno dei produttori del format Beautiful Wedding, di cosa si tratta?

Siamo in una fase preliminare di Beautiful Wedding e non posso parlarne molto adesso, sto collaborando con una grande compagnia di produzione a Roma e presto avverrà la distribuzione.

Dopo oltre trent’anni il personaggio di Thorne di Beautiful viene ancora identificato con lei. Che emozioni le suscita questo? Che ricordo conserva degli anni di lavoro nella più celebre e duratura soap?

Mi lusinga molto, tanti miei fan mi hanno persino detto che hanno smesso di guardare Beautiful quando ho lasciato la soap. Adesso, dopo trent’anni, c’è un quarto attore che interpreta Thorne e non so neppure il suo nome, personalmente ero riuscito a creare un personaggio molto amato dal pubblico, un perfetto bravo ragazzo amato dalle donne che sognano un uomo gentile, amorevole, affidabile che torna a casa ogni sera e le aiuta a crescere i bambini, diverso dal fratello Ridge, un enigma, una bella sfida per il pubblico femminile, c’è chi ama Thorne chi ama Ridge. Il mio personaggio ha lasciato una sorta di eredità come quella di James Dean, la gente spesso quando mi ferma per strada mi chiama ancora “Thorne”, prendo questo come un complimento. Ho lavorato anche in sessanta episodi di Milagros che è una telenovela argentina in cui ho recitato in spagnolo ed è stato davvero difficile per me, ho avuto il ruolo di un prete in La donna del mistero, ci sono poi alcuni film come Ciao Brother prodotto da Minerva in cui ho avuto una parte secondaria, mentre in Brutal Angels ho il ruolo principale e vesto i panni di un poliziotto americano che lavora per l’Interpol, organizzazione internazionale dedita al contrasto del crimine internazionale, una storia romantica e spirituale che riprende molto dalla cultura italiana.

Qual è stata l’esperienza professionale più significativa per Lei? E perché?

Se devo scegliere, la risposta è sicuramente Beautiful perché è stato un meraviglioso tirocinio per un nuovo giovane attore che non aveva fatto molto prima di allora, fatta eccezione per la commedia Sky High e Laura, una produzione greca. Essere tutto il giorno davanti alle telecamere per diversi anni è stato un modo per imparare un mestiere difficile che richiede disciplina e grande preparazione. Sono stati anni di sacrifici, perché in realtà per realizzare ogni volta ventidue minuti di filmato c’è tantissimo lavoro dietro, ricordo che mangiavo, dormivo e imparavo le mie battute. Devo dire che è stata un’ottima scuola.

Vive tra Roma e Los Angeles, cosa apprezza di più dell’Italia e cosa della California?

La California è il luogo in cui sono nato e amo quella terra, è molto diversa dall’Italia, ma è stato davvero interessante venire qui, è un Paese bellissimo e ricco, malgrado il forte carico fiscale che molte persone devono sostenere. Tuttavia è una terra ricca di storia, di arte, patria di personaggi del Rinascimento come Galileo, Michelangelo, Leonardo Da Vinci, solo per citarne alcuni, che sono stati fondamentali per lo sviluppo della scienza e della fisica. La cultura occidentale ha origine da questo Paese.

Ha dichiarato di aver ereditato da sua madre la sensibilità. Essere sensibili è una forza o una forma di fragilità?

La sensibilità è una grande forza, specialmente per un artista. Devi avere sensibilità altrimenti non riesci a percepire il mondo nello stesso modo in cui fanno le altre persone sensibili e soprattutto devi esserlo per un pubblico femminile: quello di Thorne, ad esempio, era un personaggio molto amato proprio perché sensibile, ma non per questo un uomo che si fa mettere i piedi in testa.

Oltre allo sport e a un sano regime alimentare, pratica molto yoga. Quali aspetti della sua vita ha migliorato questa disciplina?

Sono un salutista, non ho bisogno di molta pasta e crusca, la mia dieta è basata principalmente su verdure e proteine, molto pesce, che non contenga molto mercurio, ho un regime alimentare severo, non bevo alcolici, amo l’acqua e pratico yoga che è combinazione di spiritualità, respirazione e stretching. È una bellissima unione di corpo, anima e spirito che consiglio a tutti.

Qual è il suo rapporto con il mondo dei social media?

I social media sono un circolo vizioso. Trovo Facebook un po’ invadente, c’è gente da ogni parte del mondo che cerca di tenere traccia dei miei giri e provo delle sensazioni ambivalenti verso questo tipo di social, mentre considero Instagram più gestibile. Ciò che ho notato è che le donne in questi contesti sono diventate più aggressive degli uomini ed è un aspetto che ho intenzione di approfondire in Beautiful Wedding che è incentrato principalmente su come un amore “sostenibile” può essere rispetto alla vita matrimoniale. Tuttavia, in generale, per quanto riguarda i social non attribuisco grande valore all’avere migliaia di follower, diciamo che sono stato un influencer per venticinque anni, il personaggio di Thorne mi ha dato grandissima popolarità e andando all’estero sono entrato in contatto diretto, concreto con le persone e sono orgoglioso di questo.

Abbiamo parlato di lavoro e di stile di vita, l’amore invece che posto occupa?

Quello dell’amore è un aspetto critico della mia vita. Credo che il segreto per me sia amare ma senza consentire un attaccamento che porti alla dipendenza perché questo provoca sofferenza. Per esperienza so che quando leghiamo la nostra felicità a quella di qualcun altro siamo poi sempre soggetti alla sua approvazione. Credo che per me, ma per tutti in generale, sia davvero importante amare la nostra vita e i nostri obiettivi, ciò significa svegliarsi al mattino e iniziare la giornata con la passione per ciò che facciamo. Per me è così. Se ami qualcuno non puoi essere sicuro di quanto a lungo possa durare quel sentimento o per quanto tempo ci sarà attrazione. Non è semplice dire “ti amo, so che hai dei problemi in questo momento e se posso aiutarti, mi occuperò di te, non mi allontanerò solo perché stai attraversando un momento critico”, ma questo è vero amore.

Ha raggiunto con successo molti traguardi, ha nuovi sogni da realizzare?

Certamente. Sono un grande fan di due coach meravigliosi: Louise Hay e Wayne Dyer che insegnano come la qualità dei pensieri possa influenzare in maniera positiva il nostro modo di vivere, sono inoltre un grande seguace di Corey Wain, consulente di relazioni le cui sessioni sono su YouTube, molto utili anche ai millennial che purtroppo trascorrono tutto il tempo davanti al computer sin dalla più tenera età, dispensando consigli su come interagire meglio con le persone e in un modo molto più personale rispetto a quello dei social media che crea quelle che chiamo “relazioni sintetiche”. Per quanto riguarda i miei obiettivi, le produzioni alle quali sto lavorando sono molto adatte a me, credo che la strada migliore da percorrere sia sempre quella che fa capire chi sei, a cosa credi, ciò a cui dai valore nella vita.