Chiara Viola è nata a Roma nel 1986, iniziò ad appassionarsi alla musica guardando Sister Act: il suo sogno era di avere la pelle nera, cantare e dirigere un coro. Non è riuscita a realizzarlo tutto, ma in gran parte sì.

Sin da giovanissima ha praticato musica, cantando in cori scolastici e chiese, studiando chitarra classica prima e canto moderno dopo, infine canto jazz. Tra lezioni private (Cinzia Spata, Bob Stoloff, Federica Zammarchi, Marco Tiso) e studio di Composizione e Arrangiamento jazz al Conservatorio Santa Cecilia (con Maria Pia De Vito e Danilo Rea, tra gli altri), si è dedicata completamente alla musica, allo studio della voce e del jazz, alla body percussion e al coro scenico, specializzandosi anche in didattica per bambini.

Dal 2009 ha cominciato a esibirsi con un suo repertorio jazz ma anche in ensemble come Rosse Renne Rumorose, DIXIELadies, World Spirit Orchestra – Coro della Casa del Jazz, Original Saxie Band. Ha partecipato a vari album (Milena Angelè, La Batteria, Ultimo), ha condiviso palchi importanti con Antonella Ruggiero, Claudio Rocchi, Max Gazzè, con Roma in Duo (insieme alla contrabbassista Flavia Ostini) ha partecipato a festival come Jazzit Fest, Gezz Night (Auditorium Parco della Musica, Roma). Dirige anche dei cori di bambini che hanno partecipato alla trasmissione House Party cantando con Laura Pausini e alla trasmissione 1,2,3 Fiorella cantando con Fiorella Mannoia.

A fine maggio 2019 Filibusta Records pubblica Until Now, disco d’esordio: otto brani tra jazz e melodia, ricerca e appunti di viaggi ed esperienze, con Harvest Moon di Neil Young, Within dei Daft Punk e la presentazione di Danilo Rea. Armonie e arrangiamenti moderni e melodie sofisticate che richiamano allo stesso tempo il jazz e la musica pop, testi che raccontano di persone, incontri, viaggi e paesaggi. Il jazz fa da filo conduttore dei brani che suonano contemporanei ma con forti richiami alla tradizione. Gianluca Massetti al pianoforte, Francesco Pierotti al contrabbasso e Valerio Vantaggio alla batteria, con le loro diverse personalità ed esperienze, donano a questo lavoro un sound complesso e denso, ma al tempo stesso piacevole e orecchiabile.

Come scrive Danilo Rea nelle note di presentazione, Until Now contiene sei brani firmati da te, sei pezzi che rivelano bene ciò che ti piace, è così?

Sì, è così, anche se una parte importante del mio mondo musicale è costituita certamente dallo swing e dal bebop, che non sono esplicitamente presenti nel disco ma fanno parte di ciò che ascolto e di ciò che canto continuamente. Ovviamente, dal momento della registrazione del disco, sono cambiata e anche la mia musica è già cambiata.

Il coinvolgimento di Rea ha un significato importante per te, vero?

Danilo Rea è un musicista che stimo moltissimo ed è stato un grande maestro per me, perché ha saputo aiutarmi a tirare fuori e a modellare quello che possedevo dentro di me, usando i mezzi che già avevo per esprimermi musicalmente e stimolandomi a cercarne degli altri. Danilo Rea è un grande Artista e un grande e generoso Maestro.

Gli altri due brani non sono a tua firma: di che si tratta?

Si tratta di Within dei Daft Punk ,che ho ascoltato tanto durante un periodo molto bello della mia vita, e Harvest Moon di Neil Young, che ascolto sempre quando voglio piangere. Sono due brani estremamente diversi, che avrei voluto scrivere io. Quindi, siccome lo hanno già fatto loro prima di me, ho voluto reinterpretarli a modo mio!

Il risultato finale di Until Now è anche merito dei musicisti che hai coinvolto: quanto è stato importante il contributo di Gianluca Massetti, Francesco Pierotti e Valerio Vantaggio?

Il risultato finale è per gran parte merito di Gianluca, Francesco e Valerio. Hanno fatto suonare il disco come piaceva a me, mettendoci dentro anche il loro gusto musicale e la loro personalità. Se c'è una cosa che non cambierei mai, sono proprio loro tre!

Nonostante la giovane età hai lavorato moltissimo nel corso degli anni, passando dal gospel al canto jazz, dalla didattica per bambini ai cori. Quanto sono state utili per Until Now queste tue esperienze?

Il gospel è sempre stato un sogno mai realizzato: avrei voluto nascere tipo Whoopi Goldberg in Sister Act, ma non ce l'ho fatta. Il jazz, invece, l'ho scoperto per caso a 20 anni e non ho più potuto farne a meno. Oggi oltre a cantare insegno anche musica ai bambini perché spero di contribuire alla creazione di buoni ascoltatori e, soprattutto, di dare loro uno strumento in più per rendere bella la vita. Ogni cosa che ho fatto nella mia vita è entrata a far parte di questa musica. Penso che valga per tutti.

Until Now non è certo un concept album ma c’è un tema forte, quasi un filo conduttore: il racconto di viaggi, persone, incontri e paesaggi.

Ho scritto anche dei testi quindi la musica assume inevitabilmente una dimensione di narrazione anche testuale, oltre che musicale. I viaggi, le persone, gli incontri e i paesaggi rappresentano semplicemente tutta la mia vita fino adesso. Li racchiudo nella musica così non potrò perderli mai!

Until Now dal vivo seguirà il percorso del disco o ci saranno delle sorprese?

Ci saranno sicuramente delle sorprese, anche perché altrimenti il concerto durerebbe solo 46 minuti! Scherzi a parte, ogni concerto, seppur con la stessa scaletta, è sempre diverso dal precedente perché raccontato e quindi suonato con uno stato d'animo nuovo.