Quando il passato si incrocia con il presente. O teatro, moda senza tempo e bene comune. Questi gli elementi della stagione di prosa 2019-2010 del Teatro Comunale di Ferrara, che nella scorsa programmazione ha registrato oltre 20.000 ingressi. Un successo di pubblico crescente. Nella ricca stagione che si aprirà il 10 Ottobre, dodici titoli, dai grandi classici alla drammaturgia contemporanea, senza rinunciare a episodi in cui confluiscono più linguaggi espressivi. Un progetto artistico composito, che ogni spettatore ha l’opportunità di declinare in base ai propri interessi. L’elemento che segna la nuova stagione è dato dall’evidenza con cui il cartellone privilegia quanto di nuovo è emerso e si sta consolidando nel teatro di prosa: una leva di autori ormai solidamente affermati; una nuova generazione di registi in grado di affrontare ogni repertorio; attori molto amati dal pubblico, interpreti eccellenti sul palcoscenico, al cinema e in televisione. Connubio interessante.

L’apertura del 10 ottobre avverrà con Madre Courage e i suoi figli, uno dei capolavori del teatro del 900, scritto da Bertolt Brecht già in esilio, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. A Maria Paiato, diplomatasi all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma, il compito di dare corpo e voce ad Anne Fierling, ambigua e straziante vivandiera che si sforza inutilmente di proteggere i suoi figli dalla guerra, mentre proprio la guerra è la fonte di guadagno a cui lei stessa non può e non vuole rinunciare. Un essere umano in grado di abituarsi alla sua stessa fine, una sopravvissuta tra i sopravvissuti. La regia è affidata a Paolo Coletta.

Si passa alla Russia di fine 800 con il dramma in 4 atti Platonov, Un modo come un altro per dire che la felicità è altrove (14-16 febbraio). La prima delle opere teatrali di Cechov viene proposta dalla compagnia torinese Il Mulino di Amleto. Pubblicata postuma, ma scritta da Cechov a soli 21 anni, l’opera esprime l’urgenza di mettere in scena la vita e l’impossibilità di raccontarla nella sua interezza in un testo teatrale. Temi legati a una società in crisi di valori - esistenze di uomini resi fragili dal loro “voler essere” -, ma proposti sul filo di un umorismo disinvolto e affilato, da Marco Lorenzi.

La messa in scena di un lavoro poco conosciuto come L’abito nuovo (20-22 marzo), che porta la doppia firma, nel 1935, di Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello, è l’occasione per presentare per la prima volta nella stagione di prosa del teatro di Ferrara, la compagnia pugliese La Luna nel Letto, un gruppo di talento attivo dal 2002, prevalentemente impegnato sul repertorio per ragazzi. Il regista Michelangelo Campanale, per il suo primo confronto con il repertorio “classico”, sceglie un testo legato intimamente alla poetica dei due autori: la difesa della propria identità contro la maschera fasulla che gli altri ci vogliono fare indossare unita alla follia che sola è in grado di percepire la verità (Pirandello), e la dignità, come supremo onore da difendere e da perdere venendo a patti con la vacuità del presente (Eduardo). Testo aspro per l’epoca, oggi di estrema e quasi tragica attualità.

Altro clima si respira ne La scuola delle mogli di Molière (19 e 20 novembre). Arturo Cirillo, qui regista e interprete, nel raccontare il sentimento malato di un uomo nei confronti di una donna, mette in luce la profondità di uno dei testi più moderni e contraddittori sul desiderio e l’amore.

Grande spazio della programmazione è poi riservato alla drammaturgia contemporanea italiana. Dal 28 novembre all’1 dicembre viene presentato per la prima volta a Ferrara un testo di Lucia Calamaro, una delle personalità di punta della scena italiana per la forza di una scrittura drammaturgica capace di esprimere, in modo leggero, le incongruenze, le fratture e le ridondanze della società contemporanea. Esemplare in tal senso è Si nota all’imbrunire. Solitudine da paese spopolato. Avvalendosi della personalità di Silvio Orlando, lo spettacolo segue quel tratto di vita inquietante ma frequente che porta molti individui a vivere in un progressivo isolamento, sino a rischiare la perdita del contatto con la realtà. Perché la vita può essere come uno decida che sia…

Dal 12 al 16 gennaio sarà di scena il fiorentino Stefano Massini, firma fra le più autorevoli del teatro contemporaneo, giunto alla fama internazionale con il poderoso affresco della Lehman Trilogy, uno degli ultimi spettacoli firmati da Luca Ronconi, andato in scena anche al teatro Argentina di Roma. A Ferrara vedremo Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco (16-19 gennaio), che ha calcato le scene anche al Teatro Eliseo di Roma, vincitrice, peraltro, nel 2004, del Premio Pier Vittorio Tondelli. Lo spettacolo è interpretato da un magnetico e imponente Alessandro Preziosi, bravissimo e intenso nel ruolo del pittore nel periodo della sua reclusione in manicomio. La regia è di Alessandro Maggi.

A seguire, troveremo altre firme emergenti. Partendo da un testo di Carlo G. Gabardini, Giuseppe Battiston si confronta con la figura di Churchill (Winston vs Churchill, dal 24 al 26 gennaio), soffermandosi sul suo privato, quello dell’eccesso, còlto con un potente senso dell’ironia, piuttosto che sulla personalità pubblica di grande statista. Dal 30 gennaio all’1 febbraio, Isa Danieli e Giuliana De Sio, formidabili interpreti del teatro verace partenopeo, si trasformano ne Le signorine, una coppia di sorelle incattivite da una faticosa convivenza, provocatorie e dispettose, creata da Gianni Clementi con la regia di Pierpaolo Sepe. Infine il 14 e 15 marzo vedremo Giacomo Poretti, per la prima volta al Comunale in scena senza Aldo e Giovanni, impegnato in Fare un’anima, un monologo costruito dallo stesso Poretti. “Anima, una parola strana misteriosa e sconosciuta ma dal suono gentile e impalpabile, leggera come un soffio”. Tema “serio”, ma sviluppato con l’ironia e la simpatia che contraddistingue l’artista, che ha affidato la regia ad Andrea Chiodi. Ultimo episodio legato alla drammaturgia contemporanea è Le verità di Bakersfield, dello statunitense Stephen Sachs. Firmato da Veronica Cruciani, regista diplomatasi alla scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano, formata a fianco di personalità come Arturo Cirillo e Giorgio Barberio Corsetti, la pièce, a tratti anche esilarante, è un confronto senza esclusione di colpi fra una donna ai limiti dell’indigenza (Maude) e un noto critico d’arte (Lionel), intorno a un presunto quadro di Jackson Pollock: pretesto per raccontare un’America dai forti divari sociali. Verso un ribaltamento di ruoli…

Completano il programma di prosa 2019/20120 due spettacoli che, per le loro caratteristiche, vengono proposti in modo trasversale su più stagioni. Al pubblico della prosa e della danza viene proposta Eins, zwei, drei di Martin Zimmermann, divertentissima performance in cui confluiscono teatro, circo, danza e musica (2 e 3 novembre) nella quale si gioca sul tema dell’estraneità di chi tende a vivere fuori dalle regole in una comunità governata da imposizioni di ogni genere. Assurdo, magia e umorismo sono il potente mix di questo spettacolo.

In collaborazione con Ferrara Musica, dal 6 all’8 marzo, Fabrizio Gifuni sarà protagonista del Concerto per Amleto, frutto di una drammaturgia teatrale e musicale scritta a quattro mani con il direttore d’orchestra Rino Marrone che a Ferrara dirigerà la Mitteleuropa Orchestra. Lo stesso Gifuni ha costruito la partitura vocale selezionando brani della tragedia shakesperiana e intrecciandoli al potente affresco sonoro che Dmitrij Shostakovich dedicò al testo in due occasioni: la prima, del 1932, per l’edizione teatrale di Amleto firmata dal regista Nicolai Akimov; la seconda, del 1964, commissionata dal regista Grigori Kozintsev per il film Hamlet, adattato da Boris Pasternak.

Si tratta di due eventi particolari, voluti fortemente all’interno della stagione di prosa per la loro indiscutibile qualità, ma anche perché raccontano in modo esemplare la concezione che il Teatro Comunale di Ferrara ha dello spettacolo teatrale: “laboratorio” in cui si confrontano passato e presente per sperimentare il futuro, territorio dell’inclusione e della condivisione.

Come in passato, la Stagione di prosa del Teatro Comunale sarà affiancata da numerose attività di incontri di approfondimento sui vari temi realizzate con le associazioni del territorio: ai progetti seguiti dall’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea, dal Centro Documentazione Donna e dall’Istituto di Storia Contemporanea, quest’anno si aggiunge il prezioso contributo del Dipartimento di Studi Umanistici - Università di Ferrara.

Proseguono le attività di laboratorio sulla scrittura teatrale e sulla traduzione rivolte agli istituti superiori della città e programmate a cura della Biblioteca Archivio del Teatro Comunale di Ferrara.