Prende il via a Vicenza, il prossimo 19 settembre (ore 21,00), il 72° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico, sotto la direzione artistica di Giancarlo Marinelli. Protagonisti dell’evento, lo stesso Marinelli e alcuni degli interpreti che si avvicenderanno negli appuntamenti del programma fino al 27 ottobre, con produzioni che saranno presentate in prima assoluta, concepite appositamente per lo spazio palladiano. “Muoiono gli Dei che non sono cari ai giovani” è il titolo della nuova edizione, che risuona come una evidente inversione semantica della citazione di Menandro “Muore giovane chi è caro agli Dei”.

Il titolo, infatti, richiama il grande tema della ribellione all’interno del rapporto tra gli uomini, il Fato e gli Dei, l’umana e profonda necessità di abbattere e travalicare quella sorta di “cortina di ferro” che è il confine fra gli uni e gli altri. “Muoiono gli Dei che non sono cari ai giovani” sottende anche ad altra scelta. Abitare il Teatro Olimpico, significa sostenere la sua monumentale bellezza ed unicità, con una proposta di prime assolute pensate per questo luogo, capaci di entrare in dialogo con lo spazio e con la classicità.

Così ad aprire Il 72° Ciclo di Spettacoli Classici sarà l’omaggio ad uno dei grandi maestri della scena italiana: Giorgio Albertazzi. Alla sua figura e al suo “Memorie di Adriano”, il famoso regista Maurizio Scaparro, dedica questo evento unico - realizzato con la collaborazione di Ferdinando Ceriani - con Pino Micol interprete di “Frammenti di Memorie di Adriano” (19- 22 settembre). Si tratta di un testo originale costruito a partire dall’opera di Marguerite Yourcenar e dai commenti e dagli scritti personali annotati sul copione dell’ultimo imperatore del teatro. Frammenti di un discorso poetico e il senso dell’umano alla fine dell’esistenza si intrecciano profondamente in una messa in scena carica di significati, un omaggio unico a Giorgio Albertazzi.

Ed è una prima nazionale, il secondo appuntamento in programma (27 e il 28 settembre) ovvero , “Apologia di Socrate”, con l’adattamento e la regia di Alessandra Pizzi, e quale protagonista Enrico Lo Verso. Tra tutte le opere di Platone, “L’Apologia” è sicuramente la più ricca d’informazioni sul pensiero di Socrate e appare come un’incondizionata difesa della figura e degli insegnamenti del maestro di fronte alle gravi accuse che lo avevano portato al processo; e così, la condanna a morte di Socrate, diventa l’archetipo dell’errore giudiziario, dramma di tutti i tempi.

Tragedia al femminile con il terzo appuntamento – anche qui una prima nazionale - con “Medea” (4, 5 e 6 ottobre) in un progetto che vede nascere il confronto artistico tra Romina Mondello, giovane e talentuosa attrice, ed Elena Bucci, regista nota per la sua originale interpretazione dei testi classici. A loro, e al nutrito cast di attori, è affidato il compito di dare voce alle parole attualissime delle tragedie, parole che “bruciano ancora di emozione e verità, nonostante le corruzioni dei testi, nonostante i necessari tradimenti delle traduzioni, le mutazioni del costume, della politica, delle culture. Esse evocano la grande nostalgia per la catarsi, la collettiva condivisione di pensieri e sentimenti che diventa comprensione e sollievo, trasformazione e crescita verso la saggezza: proprio quello che manca in questa epoca” come comunica la regista nelle sue note per l’allestimento dello spettacolo.

E in prima nazionale anche “Ecuba” - uno spettacolo prodotto dal Centro Teatrale Bresciano. Si tratta di una rivisitazione del testo di Euripide della drammaturga irlandese Marina Carr (nella traduzione di Monica Capuani), per la regia di Andrea Chiodi (11, 12 e 13 ottobre). Rivive in questa versione - mai rappresentata in Italia - tutta la tragedia degli antichi e dei contemporanei: c’è l’universale disperazione di una madre, la lotta dei figli, la crudeltà del potere, la solitudine e l’umiliazione dei vinti. Dominante e ineluttabile resta il tema della guerra, non più come fatto storico o mitologico, ma come scontro diretto e feroce nella mente dei personaggi, un conflitto che diventa sempre più privato e interiore.

E una visione off, fuori dagli schemi classici e dallo spazio performativo del Teatro Olimpico, è la quinta proposta - “Medea per Strada” - in programma dal 1° al 13 ottobre, alle 18.00 e alle 21.00, uno spettacolo on the road, per le strade di Vicenza. Il lavoro, già presentato in altre città – con l’ideazione e la regia di Gianpiero Borgia, e la drammaturgia di Elena Cotugno e Fabrizio Sinisi - è una performance itinerante che si svolge in un furgoncino (sono previsti 7 spettatori a replica), un’immersione totalizzante nel degrado. Il dramma al femminile è quello dell’emigrazione forzata e della prostituzione, la miseria del Sud del mondo che vive nelle nostre città; il furgone, allestito come un teatrino o un postribolo viaggiante, parte e percorre tutte le strade della prostituzione, a volte vicine a quelle delle nostre case. Il lavoro nasce dopo un lungo e intenso approfondimento con assistenti sociali e associazioni di volontariato che si occupano del recupero delle vittime di tratta; è una condivisione intensa e dolente della realtà, 70 minuti accanto ad una persona vera, interpretata con grande forza e convincimento da Elena Cotugno.

E ancora un omaggio e una dedica al genio di Andrea Palladio, che del Teatro Olimpico fu il creatore, sono previsti per il settimo e ultimo titolo del Ciclo di Spettacoli Classici, una celebrazione che prenderà vita nelle parole di Vittorio Sgarbi in una esclusiva Lectio Olimpica, una lezione-spettacolo su “Palladio e l’ordine del mondo”, in programma il 26 e il 27 ottobre.