Un paradosso, spazio, pirati, un giovane re leone, un cavaliere oscuro. Eccoli dinanzi allo spettatore alcuni dei protagonisti delle pellicole accomunate da un piccolo, ma fondamentale, elemento: la musica. Una grande firma alla base, quella di Hans Zimmer.

Hans Florian Zimmer, nasce a Francoforte sul Meno nel 1957. Compositore e produttore cinematografico tedesco, oggi a capo del dipartimento musicale dello studio cinematografico DreamWorks. L’amore per la musica, lo spinge a suonare il pianoforte di casa sin da piccolo. Nessun corso sarà fondamentale, e quindi frequentato da Zimmer, poiché contrario alla disciplina e alla formalità all’interno della musica. La sua carriera musicale inizia dopo l’adolescenza, quando prende parte a diverse band, tra cui gli Ultravox e i Buggles, suonando tastiere e sintetizzatori. Proprio con i Buggles girerà Video Killed the Radio Star: il primo video trasmesso su MTV.

Nel 1985 collaborò con il cantante italiano, Claudio Baglioni, alla realizzazione dell’album La vita è adesso. Nel corso degli stessi anni, il suo mentore Stanley Myers lo spingerà a dedicarsi totalmente alla composizione di colonne sonore per il mondo cinematografico.

In un principio di carriera così frenetico per il giovane compositore, il punto di svolta e di nuovo inizio si ebbe con la richiesta del regista Barry Levinson per la scrittura della colonna sonora del suo film, Rain Man – L’uomo della pioggia (1988). Nella scrittura della musica, Zimmer inserì l’utilizzo di diversi sintetizzatori, tra cui un Fairlight CMI (il primo sintetizzatore digitale). La pellicola ottenne vinse quattro Premi Oscar, su un totale di otto candidature (tra cui quella per la miglior colonna sonora).

Nel 1989, il regista Bruce Beresford commissionò la scrittura della colonna sonora di A spasso con Daisy. Il lavoro del compositore per la pellicola fu quello di utilizzare sintetizzatori e campionatori. Nel 1991 compose la partitura di Thelma & Louise, diretto da Ridley Scott, per cui utilizzò la diapositiva della chitarra di Pete Haycock sul tema Thunderbird.

L’innovazione del suo lavoro, portò Zimmer ad essere assunto dalla Disney Animation Studios nel 1994 per comporre la colonna sonora de Il re leone, il primo film d’animazione per il compositore. Un lavoro intenso e magistrale che ancor oggi resta nel cuore dello spettatore con tracce come This Land, dotate di una forza e delicatezza invidiabili. Zimmer utilizzò per le musiche anche canti tradizionali africani e cori. La pellicola ottenne innumerevoli riconoscimenti, tra cui Premio Oscar per la miglior colonna sonora, un Golden Globe e due Grammy Award. Nel 1997 la partitura fu nuovamente posta sotto analisi per essere riadattata ad una versione musical per Broadway. Nel 2019, il film d’animazione torna sul grande schermo attraverso il film diretto dal regista Jon Favreau. Un film fotorealistico di animazione computerizzata, anche qui verrà utilizzata nuovamente la colonna sonora firmata da Zimmer.

Il primo Premio Oscar segna un nuovo punto d’arrivo per il compositore tedesco, che continuerà la sua corsa alla grandezza. Composizioni di livello iconico, quali la scrittura della colonna sonora de La sottile linea rossa (1998), per la quale incise circa sei ore e mezza di musica. Successivamente arrivò il secondo progetto per un film d’animazione, ovvero Il principe d’Egitto (1998) prodotto dalla DreamWorks Animation.

Immaginavo un film con uomini in gonna e sandali, una sorta di commedia. Ma lui ha detto [parla di Ridley Scott]: “No, non sarà così”. E ha iniziato a raccontarmi la storia. Durante la sua narrazione, ho capito la portata del progetto. Avremmo realizzato un film sui gladiatori a dir poco stupendo.

Queste le parole del compositore durante il concerto Hans Zimmer: Live in Prague (disponibile anche sulla piattaforma Netflix), inerenti al progetto firmato con Ridley Scott, la pellicola Il Gladiatore. È proprio nel 2000 che firma la colonna sonora di quest’ultima, celebre nel mondo del cinema. Una colonna sonora disarmante, storica, di una portata immensa e ricca di empatia. Una composizione accompagnata dalla splendida ed evocativa voce della cantante Lisa Gerrard. La traccia più famosa dell’intera colonna sonora resta ancor oggi, Now We Are Free, percorsa a tratti dal tema portante dell’intera composizione. Tracce come Honor Him e The battle, rendono alla perfezione l’idea che il compositore, in accordo con il regista, voleva impostare sulla scena e su quella che poi sarebbe stata l’emozione traslata nell’animo dello spettatore. Lo schermo vibra assieme alle note, frenetiche e danzanti della traccia The Battle, lo spettatore è partecipe di quella battaglia che sta avvenendo dinanzi ai suoi occhi. Allo stesso modo diviene partecipe della scena finale, del corpo trasportato del gladiatore, mentre riecheggiano le note di Honor Him. Il rispetto, l’emozione, la profondità di una fotografia impressa nello sguardo di chi è dinanzi allo schermo.

Nel 2001, Zimmer firma la colonna sonora di una nuova pellicola Pearl Harbor. Nuovo scenario di guerra, la Seconda guerra mondiale. Una nuova opera ricca di temi portanti, impressi ormai nella storia della musica del cinema. Zimmer ancora una volta, riesce senza limiti a riportare sul grande schermo quelli che sono i veri sentimenti provati dallo spettatore. Quest’ultimo è protagonista, ama e soffre, ritrovandosi nelle pieghe della storia d’amore durante quello che fu uno degli attacchi più dolorosi per l’America durante il secondo conflitto mondiale.

Quando inizi un nuovo progetto, devi scordarti tutto quello che hai fatto prima.

Il lavoro del compositore continua ancora con progetti sempre più ambiziosi. Nel 2003, firma le musiche per il primo capitolo della serie Pirati dei Caraibi - La maledizione della prima luna. Nel 2006, Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma, Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo (2007), Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare (2011) e il capitolo finale nel 2017 con Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar. L’intera saga ha come protagonista Capitan Jack Sparrow, interpretato da Johnny Depp.

Voglio raccontarvi un ultimo aneddoto. Circa 12, 13 anni fa, Chris Nolan mi ha telefonato chiedendomi se volesse comporre un film per Batman. Ovviamente lo volevo e soprattutto volevo lavorare con Chris Nolan. Ma c’era un problema. Non sapevo come essere Batman, come sdoppiare la mia personalità e diventare il soave ed elegante Bruce Wayne. Così Chris mi ha suggerito di chiamare James Newton Howard, uno dei più bravi e raffinati compositori che ci siano. Siamo andati a Londra col mio amico Mel Wesson. Tutti e quattro abbiamo lavorato a Batman Begins. Non ci aspettavamo un sequel. Trascorsi alcuni anni, Chris si è presentato nel mio studio e ha iniziato a parlarmi della storia di Joker. Era una storia di anarchia, uno stile punk per la musica e la recitazione. Io ho risposto: “Chi sarà ad interpretarlo? Che attore interpreterà il Joker?”. Lui ha detto: “Heath Ledger”. Heath ha dato vita a un’interpretazione fantastica, coraggiosa, all’avanguardia, senza restrizioni. Ogni volta che guardavamo i giornalieri, dicevamo: “Fantastico”. Poco prima di finire il film, abbiamo scoperto che Heath era morto. Avevo deciso di attenuare la musica, mi sembrava eccessiva, ma poi ho capito che il solo modo per rispettare la sua performance e Heath in quanto uomo, era lasciato tutto com’era. Lame di rasoio, acciaio e vetri rotti compresi. Dopo qualche anno Chris mi ha detto: “Dobbiamo finire la trilogia. Lo dobbiamo a noi stessi”. E così è nato Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno. Anche in quel caso ci siamo divertiti. Abbiamo sperimentato e rivissuto le stesse sensazioni. […].

Così nasce la meravigliosa trilogia di Batman, diretta da Christopher Nolan. Così, è raccontata da Hans Zimmer durante il concerto a Praga, poco prima di spiegare al suo pubblico la nascita di una traccia significativa, disarmante, Aurora. Questa traccia nasce in un momento drammatico, dopo la sparatoria in una sala cinematografica durante la proiezione dell’ultimo capitolo della trilogia di Batman, proprio nella cittadina di Aurora, in Colorado. Una traccia che vede luce per abbracciare, per sostenere le famiglie delle vittime, poiché come sostiene lo stesso compositore, è quello il suo modo di parlare. Le note sono le sue parole.

Questa trilogia (Batman Begins nel 2005, Il Cavaliere Oscuro nel 2008 e infine Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno nel 2012), segna uno dei più grandi successi per il compositore, con la collaborazione dello stesso regista. Una trilogia all’insegna della grandezza, dell’anarchia, della caccia di un cavaliere oscuro.

Nel 2010, Zimmer firma la colonna sonora di un nuovo capolavoro diretto da Nolan, Inception. La terza collaborazione con il regista segna un nuovo successo. Con l’utilizzo di suoni elettronici, Zimmer compone la nuova colonna sonora, inserendo successivamente una chitarra a dodici corde che ricordasse in un certo modo quello che era il tema portate utilizzato da Ennio Morricone nelle sue opere. L’obiettivo del compositore era quello di creare dei suoi che fossero semplici e al tempo stesso malinconici, che in un modo o nell’altro, potessero fondersi con quella che era la parte orchestrale formata maggiormente dall’utilizzo di archi. Così, l’atmosfera cupa prende vita all’interno della colonna sonora, caratterizzandola in toto. Anche l’utilizzo di Non, je ne regrette rien (interpretata dalla magnifica voce di Édith Piaf) ha un suon significato. Il suono, quasi reso sporco dalle note, delinea il passaggio come collegamento tra sogno e realtà, in seguito a quello che era il romanticismo che ne scaturiva.

Nel 2013, il compositore tedesco si dedica a diversi progetti, tra cui la composizione delle musiche per le pellicole L’uomo d’acciaio (diretto dal regista Zack Snyder), Rush (sotto la regia di Ron Howard) e il capolavoro 12 anni schiavo (diretto da Steve McQueen). In tutti i lavori di Zimmer, si riscontra, si riconosce, quasi si sfiora quella passione. L’empatia che pervade chi ascolta, il suono che avvolge, travolge.

La decima candidatura all’Oscar arriva nel 2014, con la composizione della colonna sonora per la pellicola Interstellar, sotto la firma, ancora una volta, del regista Christopher Nolan. Il viaggio nello spazio è accompagnato dalla danza delle note, di suoni talvolta elettronici, robotici, virtuali. Il mondo reale, quello che lo spettatore tocca, osserva, si perde in un mondo che sullo schermo è rappresentato da costellazioni, galassie, dal tempo. Lo stesso tempo che Zimmer riesce a scandire in tracce come S.T.A.Y. o Mountains. Ogni secondo è definito, ogni emozione è trasmessa attraverso una nota, quella stessa nota che delineerà come lo scorrere del tempo possa trasportare il tutto con sé. Anche e soprattutto un singolo fotogramma.

Nel 2017 un nuovo progetto cofirmato con Nolan, il film Dunkirk, il ritratto di quella che fu l’evacuazione di Dunkerque nel maggio del 1940. Ancora una volta, la musica con l’utilizzo d’archi e sinfonie, si confonde con la scena. Il silenzio riprodotto sul grande schermo viene spezzato da quelle note, che crescenti invadono il tutto. Lo fanno attraverso le onde che si infrangono, attraverso il suono di elicotteri che sorvolano spiagge, lo fanno mediante il rumore di una guerra che Zimmer riesce a riprodurre, totalmente.

Ancora un successo nel 2017 con la composizione delle musiche di Blade Runner 2049 (diretto da Denis Villeneuve). Nel 2019 firma ancora la colonna sonora di X-Men: Dark Phoenix (sotto la regia di Kinberg).

Tra gli ultimi lavori, Hans Zimmer ha composto anche la colonna sonora di una delle serie Tv di maggior successo degli ultimi anni, The Crown, dedicata proprio all’ascesa al trono dell’attuale regina del Regno Unito, Elisabetta II. Attraverso l’utilizzo di sinfonie regali e marcate in profondità, il compositore riesce a conferire quel ruolo diplomatico alla melodia. Trombe, tintinni, note si dissolvono lentamente proprio nella traccia Duck Shoot, una delle più famose dell’intera composizione.

Chiunque conosce, ad oggi, le musiche composte da Hans Zimmer. Ogni amatore del grande schermo, ha fatto sue quelle che sono le note utilizzate nello scontro di Massimo Decimo Meridio, un tempo soldato di Roma. Tutti hanno viaggiato all’interno del paradosso con Dom Cobb, nel disperato tentativo di estrapolare il “segreto” nascosto all’interno della mente. Ogni nota, riporta alla mente una scena, un’emozione. Questo è il segreto per un vero compositore, lasciare traccia di sé in chi ascolta quelle note. Non si hanno parole a disposizione, l’unico strumento è la musica. E se parliamo di Zimmer, non ci resta che dire, che strumento!