Rappresentante del sogno americano fino alla morte prematura, George Gershwin nacque a New York da un’umile famiglia di immigrati ebrei russi, il cui vero nome era Gershovitz.

La sua infanzia la trascorse nei quartieri più poveri della Grande Mela, assimilando così i ritmi popolari e le musiche dei neri, come il jazz allora emergente. Prese lezioni di pianoforte da Charles Hambitzer che gli insegnò la musica di Chopin, Liszt e Debussy. Così trovò lavoro, solo diciassettenne, come strimpellatore di nuove canzoni presso la casa editrice Remick di New York.

Cominciò anche a comporre canzoni, tanto che il 1919 gli diede la svolta della vita. La sua Swanee nel musical La-La-Lucille gli aprì le porte di Broadway, diventando uno dei più richiesti autori di musica, assieme al fratello Ira che scriveva i testi.

George continuò a studiare e approfondire la musica, affinando la tecnica pianistica e applicandosi sui ritmi contemporanei, cimentandosi in nuovi generi. Nacque così la famosissima Rhapsody in Blue, scritta per Whiteman, leader di un’orchestra jazz. La Rapsodia piacque a tutti, dai profani agli amanti della musica colta, e le porte del successo si aprirono completamente a Gershwin. Sempre con il fratello Ira, George mieté un successo dietro l’altro fino al poema sinfonico Un americano a Parigi.

La sua tecnica pianistica era così particolare da stupire Ravel, Prokofiev, Stravinsky. I suoi musical, interpretati anche da Fred Astaire, ebbero successo negli USA e in Europa fino al capolavoro Porgy and Bess. Nel 1937, a seguito di improvvisi svenimenti, George fu sottoposto a cure, e un intervento chirurgico rivelò un tumore maligno al cervello. Morì a soli 38 anni a Los Angeles.

Il debutto di Rapsody in Blue, avvenuto nel 1924 in presenza anche di Rachmaninov, all’Aeolian Hall di New York, era una musica per pianoforte e orchestra. L’assolo di Gershwin era parzialmente improvvisato, con l’orchestra che lo seguiva al suo cenno del capo. Prima ancora che il pezzo fosse finito, l’ovazione del pubblico fu unanime, consacrandolo come il migliore compositore di musica degli anni Venti. Il direttore dell’Orchestra Filarmonica di New York gli chiese, allora, una nuova composizione da eseguire alla Carnegie Hall, tempio assoluto della musica e dei musicisti più capaci. Ne nacque Concerto in Fa per pianoforte e orchestra che ottenne un ennesimo successo di critica e di pubblico. Lavorò invece per un anno su Un americano a Parigi, del 1928, poema sinfonico con inserimento di clacson di taxi appositamente acquistati. A Parigi, dove aveva conosciuto Ravel, un impresario russo gli propose di creare il lavoro come balletto, fatto che si realizzò nel 1950 per Gene Kelly. Nella raccolta di canzoni dei Gershwin, cantate da Sinatra, Ella Fitzgerald e altri, spiccano The Man I Love, Lady Be Good!, Somebody Loves Me.

Del 1932, anno in cui conobbe Arturo Toscanini, è invece Cuban Ouverture, scritta dopo una vacanza sull’isola di Cuba: si tratta di un miscuglio di melodie e di ritmi latino-americani, molto vicini al jazz, con l’inserimento dei bongos cubani, delle maracas e delle claves. Rimase incompiuta la stesura dell’opera in 24 preludi, come fece Chopin: i tre pubblicati costituiscono un’opera completa, dalle note di blues che vanno dal brillante al cupo, per dare all’ascoltatore una dimensione onirica indimenticabile, cullata da note di ninnananna.