Al Teatro Comunale di Vicenza, il prossimo 7 dicembre prende il via la XXIV edizione di Vicenza Danza – sotto la consulenza artistica di Loredana Bernardi – con compagnie e formazioni raffinate della coreografia del XXI secolo che calcheranno il palcoscenico del teatro: 11 i titoli in programma, di cui 7 in Sala Grande e 4 al Ridotto, da dicembre 2019 ad aprile 2020.

L’apertura, infatti, è sabato 7 e domenica 8 dicembre con la prima regionale della nuova produzione del Balletto di Roma per la coreografia e regia di Fabrizio Monteverde, con “Io, Don Chisciotte”, su musiche di Ludwig Minkus e altri autori. Monteverde rilegge in chiave coreografica uno dei grandi capolavori della letteratura mondiale, in un modo assolutamente originale: se la lotta contro i mulini a vento continua ad essere la metafora della ricerca dell’identità, il cavaliere errante è rappresentato un homeless che vive attorno alla carcassa di un’auto, accompagnato da uno scudiero donna; la versione contemporanea del balletto, è accompagnata da un sapore flamenco e pervasa da una sottile nostalgia, così come la danza, non trova mai un fine e neppure “una fine” in senso assoluto.

II secondo titolo “Venezuela” in programma il 31 gennaio è l’ultima creazione di Ohad Naharin per la Batsheva Dance Company (colonna sonora di Maxim Waratt), frutto di una collaborazione artistica feconda; si caratterizza per il vitalismo dei danzatori, che partecipano a pieno titolo alla creazione artistica, come spesso accade con Naharin, ideatore di un nuovo e acclamato linguaggio coreografico basato sul movimento e le sue evoluzioni. In “Venezuela” - in prima ed esclusiva regionale per il Veneto - è lo sguardo inclusivo dello spettatore a fare la differenza; la stessa coreografia viene rappresentata più volte, con luci differenti, con musiche diverse con i danzatori, avvolti nei costumi total black di Eri Nakamura. Dalla prima parte, a tratti malinconica, si passa alla la seconda più forte, e con temi musicali diversissimi, come il canto gregoriano e la musica rock, quasi a dire che la convivenza è possibile, e la danza è un momento di condivisione unico e irripetibile.

L’8 febbraio sarà la volta del Recirquel Company Budapest con “My Land”, il nuovo show Recirquel, un viaggio alla ricerca del mondo primordiale. Ideato e diretto da Bence Vági, direttore artistico e coreografo della compagnia, a calcare un palcoscenico ricoperto di terra saranno i più talentuosi performers della compagnia che con le loro straordinarie abilità fisiche, creano quadri immaginifici e potenti evocazioni; danza contemporanea, circo, teatro e musica folklorica, creeranno un’opera totale. . È prima nazionale, è il quarto appuntamento con l’Alonzo King Lines Ballet, una delle più affermate compagnie statunitensi, che il 25 febbraio sarà in scena con due coreografie del suo creatore, diverse per ispirazione e contesto narrativo, accomunate però dall’importanza della partitura musicale: “Händel”, costruita elaborando l’espressione barocca in un brano che riecheggia il valore nobile della musica e la sua capacità di trasfigurarsi attraverso il movimento dei danzatori e “Common Ground”, ideata con la musica del quartetto d’archi Kronos Quartet di San Francisco, per esaltare e celebrare (oltre che farle conoscere alle giovani generazioni) la danza e la musica d’archi.

E sempre in prima regionale è “Cenerentola” del Nuovo Balletto di Toscana, in scena il 7 e l’8 marzo, un balletto a serata per 14 danzatori coprodotto dal Maggio Musicale Fiorentino, ispirata all’omonima fiaba dei Fratelli Grimm, su musica di Sergej Prokof'ev, coreografia, regia, e drammaturgia di Jiři Bubenicek, già principal dancer all’Hamburg Ballet.

Ma raffinatissimo e di grande impatto scenografico – una prima ed esclusiva nazionale - il 4 e 5 aprile, è il balletto “Marie-Antoinette” del Malandain Ballet Biarritz per la coreografia di Thierry Malandain, con scene e costumi di Jorge Gallardo, e la musica di Haydn e Gluck. Una storia tragica raccontata attraverso il codice formale della danza: la regina è in scena nelle giornate a corte a Versailles, in cinque raffinatissimi quadri musicali, a partire dalla sua prima apparizione al teatro dell’Opéra Royal, fino al suo ritiro da una commedia di cui era diventata “la stella sfortunata”.

E ancora il 16 aprile è l’affascinante “Dance Me” proposto da Les Ballets Jazz de Montréal, un appassionato omaggio dell’ensemble canadese al loro illustre concittadino Leonard Cohen con la coreografia affidata a tre autori di rilievo internazionale, Andonis Foniadakis, Annabelle Lopez Ochoa e Ihsan Rustem. Lo spettacolo, evoca in “cinque stagioni” i grandi cicli dell’esistenza attraverso le canzoni di Cohen, in ognuno con sentimenti e stati d’animo differenti, associati ai colori delle stagioni e ai luoghi fisici che hanno attraversato l’opera dell’artista, presentati con video e proiezioni multimediali, in uno straordinario intreccio tra poesia, musica e danza, reso unico e indimenticabile dalla colonna sonora, oltre che dal talento dei danzatori. E di chiara impronta italiana è la rassegna di Danza al Ridotto, con quattro appuntamenti volti a presentare coreografi e autori emergenti tra i più noti del panorama nazionale. Si parte il 21 febbraio con lo stile irriverente, della coreografa Silvia Gribaudi che sarà in scena con tre danzatori in “Graces”, la nuova performance, già un cult, ispirata alla scultura e al concetto di bellezza e natura che Antonio Canova realizzò. Il progetto segna un incontro felice e ironico tra il maschile e il femminile, interrogandosi su chi sarebbero oggi le tre grazie.

Il 14 marzo, è Nicola Galli che presenterà “De rerum natura” in cui l’artista è ideatore del concept, coreografia e costumi, interpretato da sei danzatori, ispirati dal celebre poema latino di Tito Lucrezio Caro; la natura delle cose e il loro divenire, diventano il desiderio di muoversi dei corpi, con la loro gestualità che compone e scompone forme e azioni, sceniche e di vita.

Il 28 marzo è la volta di “Ballades”, della compagnia Fabula Saltica, per coreografia di Claudio Ronda. Uno spettacolo raffinato ispirato al film di Ettore Scola “Ballando Ballando” ambientato nelle atmosfere poetiche e sensuali delle balere.

Mentre Francesca Foscarini, nome di punta della scena coreografica nazionale, insieme a Cosimo Lopalco, chiuderanno la rassegna il 23 aprile con “Punk. Kill me please”, una nuova creazione di cui l’ autrice (in scena con Melina Sofocleous) presenta una sorta di manifesto che racconta di coraggio, forza, ironia e libertà: i protagonisti sono due corpi femminili e le loro trasformazioni ad alto tasso di provocazione, proprio come nel punk delle origini degli anni ’70.