Abbasso tutti gli stereotipi, soprattutto quelli nei confronti delle donne. Elisa Montin, in arte Helly 25 anni di Noale (Venezia), incoronata migliore batterista donna nel 2017 dal contest sul web “Hit like a girl”, lancia la sua offensiva tutta musicale alle discriminazioni di ogni tipo. Il primo passo nel suo progetto “umanistico-musicale”, che coinvolge anche arti visive e testi poetici, “Helly” lo ha fatto per l’8 marzo, Festa della Donna, con il video I’m okay incentrato proprio sulla violenza di genere e poi con la splendida Closer, open your eye.

A fine aprile è in uscita il suo secondo video con un brano contro la discriminazione di identità e orientamento sessuale. Fisico asciutto e muscoli affusolati, look androgino, Elisa Montin suona con energia la batteria da quando aveva 6 anni e insegna da quando ne aveva 19. Oggi, da professionista della musica, propone un sound potente di matrice elettronica che mescola varie influenze che spaziano dal rock, alla dance alternativa, synthpop, drum and base, metal e trip pop. Abbiamo incontrato virtualmente Helly, data l’emergenza _Coronavirus, ma stare a casa decisamente fa bene alla musica perché può diventare un momento di riflessione e di ispirazione creativa visto che Elisa compone e produce i suoi brani completamente al pc con incursioni di cantanti e collaborazioni come turnista.

“A casa posso comporre e realizzare il suono che preferisco – racconta - sono poi affiancata nella realizzazione delle visuals da due giovani artisti: Linda Borina e Toy Graph che di volta in volta plasmano dal nulla, attraverso le immagini i temi trattati nei brani affidandosi alla dinamica dei suoni”. Nei due pezzi compare anche la voce di una cantante che, però, preferisce mantenere l’anonimato.

L’attenzione ai temi sociali e l’impegno a sensibilizzare i giovani su tutte le forme di violenza, è un mantra che Elisa Montin ha interiorizzato e declinato nel suo progetto artistico e musicale.

“Voglio dare un messaggio chiaro – ha spiegato ancora – stop a tutte le forme di violenza e bullismo che avvengano nel mondo reale o nella virtualità ambigua dei social. Il mio progetto parla delle forme di violenza evidenti, come appunto i femminicidi e di quelle invisibili, una fetta di un’immensa sfera oscura che fatica ancora a venire alla luce. Con la mia musica vorrei richiamare l’attenzione sull’ininterrotta campagna di stereotipi che riguardano le donne e che influenzano in modo negativo la società”. Uno spettro a 360 grazie per Montin che include non solo minoranze di ogni tipo, ma ogni forma di vita senziente. “Sono interessata a tutti i soggetti vittime di violenza – evidenzia ancora - ad esempio, il bullismo che colpisce i giovanissimi sui social, un tema sottovalutato capace di creare danni catastrofici. Ma toccherò altri temi che vedono altre forme di violenza, come sull’ambiente, sul mondo animale, di genere, di identità sessuale”.

Un fil rouge che appassiona Elisa Montin, dato che ha deciso fin da bambina di infrangere uno dei grandi luoghi comuni nella musica: quello della donna alla batteria. “Come batterista donna - sottolinea - ho sempre combattuto contro gli stereotipi che vedevano la batteria strumento esclusivamente maschile. In realtà, ci sono sempre più batteriste donne che superano per bravura gli uomini o che comunque non hanno nulla di meno dei colleghi maschi. La potenza non è per forza un must per suonare la batteria, ci sono moltissime altre variabili da prendere in considerazione come il tocco, la precisione, la fantasia, la tecnica, insomma tutti quegli elementi che rendono una performance non solo muscolare ma soprattutto artistica”.

Ed “Helly” a cui i luoghi comuni stanno stretti ha messo in piedi un progetto dove le arti si mescolano dando vita a una tessitura che diventa spettacolo visivo ed emozione a tutto campo. Non vediamo l’ora di vederla live, sarà emozionante.