Si è aperta sabato 23 novembre 2013 alle 18.00 con L'Africaine di Giacomo Meyerbeer la stagione lirica del Teatro La Fenice di Venezia. Un appuntamento assai atteso, che ha riscosso un grande successo di pubblico e della critica, anche grazie ad un nuovo allestimento per un'opera che si è svolta in cinque atti su libretto di Eugène Scribe, ultimo capolavoro postumo del compositore andato in scena per la prima volta all'Opéra di Parigi nel 1865.

L'Africaine, rappresentata per la prima volta un anno dopo la morte del compositore berlinese Giacomo Meyerbeer, è un'opera che presenta un “triangolo” amoroso, con un tenore “eroe” che lascia l'impressione esacerbante di essere “mobile – qual piuma al vento”, e a Venezia, nella splendida cornice de La Fenice, lo ha fatto con una forza, un dinamismo e un'energia che trova ben pochi altri esempi così calzanti e pertinenti.

La storia – la ricorda nel libretto dell'opera Anselm Gerhard – vede Vasco de Gama come il fiero esploratore portoghese che ama Inès. Solo che la figlia dell'ammiraglio don Diègo è costretta ad andare in sposa a don Pédro, un altro uomo alla corte di Lisbona, perché questo è l'unico modo per liberare lo spasimante dalle carceri dell'Inquisizione. Allo stesso tempo Vasco si sente attratto da Sélika, figlia di re africani (o indiani?) che ha acquistato come schiava durante un viaggio di esplorazione. Quando capisce che Inès sospetta una relazione tra lui e la donna esotica, cede quest'ultima alla rivale di Inès come a dimostrare un vero e proprio disinteresse.

Nella storiografia della lirica L'africaine è certamente un capolavoro che anticipa atmosfere decadenti, ma è anche un'opera della Monarchia di luglio su di una regina dell'Africa occidentale venduta come schiava. E' chiaro che un efficace contributo a quest'opera è stato fornito proprio da Meyerbeer, una figura di primo piano della cultura musicale europea ottocentesca. Nato a Berlino nel 1791, in Italia tra il 1815 e il 1824, diventa in seguito uno dei maggiori artefici del grand opéra parigino. Lo stesso teatro la Fenice gli dedicò l'inaugurazione della stagione lirica 2007, con la prima rappresentazione in tempi moderni del Crociato in Egitto, scritto nel 1824, subito prima di lasciare l'Italia.

Opera, incompiuta, di una vita, lungamente elaborata tra il 1837 e il 1864 e andata in scena postuma il 28 aprile 1865 all'Opéra di Parigi, L'Africaine sembra riunire in sé l'intera storia dell'opera francese nell'Ottocento - dalla monumentalità sontuosa del grand opéra all'intimismo del drama lyrique di fine secolo – sviluppando una trama legata a un soggetto esotico incentrato sugli amori della schiava regina Sélika e dell'esploratore Vasco de Gama.

Assente dalla Fenice dal 1892 L'africaine è stata diretta in questa occasione da uno specialista del repertorio francese quale Emmanuel Villaume (già interprete in Fenice del Crociato in Egitto e di Thais di Massenet), con un doppio cast formato dai tenori Gregory Kunde (Premio Abbiati 2012 per l'Otello verdiano alla Fenice) e Antonello Palombi nel ruolo di Vasco de Gama, dai soprani Jessica Pratt e Zuzana Markova in quello della portoghese Inès, dai mezzosoprani Veronica Simeoni e Patrizia Biccirè in quello della regina africana Sélika, e dai baritoni Angelo Veccia e Luca Grassi in quello dello schiavo Nélusko; il basso Luca Dall'Amico sarà Don Diégo, padre di Inès, il tenore Emanuele Giannino Don Alvar, il basso Mattia Denti il grande inquisitore di Lisbona, e Anna Bordignon, la confidente Anna.

E ciò che ha contraddistinto la rappresentazione di quest'opera, sono stati proprio questi grandi interpreti: davvero magistrale il ruolo di Veronica Simeoni nelle vesti di Sélika e nella sua straordinaria capacità di rendere ancor più moderna una figura dai risvolti complessi. Sembrano farle eco Inès, l'antagonista, rappresentata da Jessica Pratt e Gregory Kunde ossia Vasco de Gama, uno dei più interessanti tenori drammatici del nostro tempo, il quale più che focalizzarsi su di una funzione drammatica ha reso dinamica la sua presenza nella scena, contraddistinta allo stesso tempo anche da una posizione di rigore intellettuale. Una triade che, con il coro ha accompagnato con grande efficacia ed entusiasmo quattro ore di spettacolo, le cui scenografie hanno offerto continui colpi di scena e di straordinario movimento, con impeto e calore, per un'opera non certo facile, ma le cui soluzioni stilistiche sono state assolutamente pertinenti a un quadro moderno. Merito anche del regista Leo Muscato, che ha rappresentato con un taglio storicizzato ma allo stesso tempo nuovo e denso di suggestioni.

E allo stesso modo altrettanta efficacia va riconosciuta ai costumi di Carlos Tieppo,e all'essenzialità dell'impianto scenico di Massimo Cecchetto. Insomma un'opera davvero ben riuscita che non ha mancato di entusiasmare e di strappare vivi applausi tra il calore umano del pubblico che ha potuto apprezzare il lavoro e l'interpretazione, nonché la bravura dei protagonisti che hanno reso omaggio e onore ad un testo che sicuramente troverà altri nuovi momenti di soddisfazione per gli amanti della lirica ma non solo!

Le repliche de L'africaine, presentata in lingua originale francese con sopratitoli in italiano e francese, avranno luogo: martedì 26, mercoledì 27 e venerdì 29 novembre 2013 alle ore 18; sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre 2013 alle ore 15.30.