C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo
quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini
e queste partorivano loro dei figli
sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.

(Libro della Genesi)

Tale storie si raccontano del re indiano Poro, e dicono che fosse il più bello del suo popolo, di statura quale nessun uomo ebbe dopo gli eroi di Troia, e giovanissimo combatté contro Alessandro.

(Filostrato, Vita di Apollonio di Tiana)

Anakim Skywalker è la figura chiave dell’epopea di Star Wars. Può una grande epopea non avere radici ancestrali? “Skywalker” sembra un cognome-epiteto, come nel mito greco: colui che cammina fra le stelle. Ogni vero eroe archetipalmente infatti fonda una stirpe e tramanda come secondo nome il suo epiteto iniziatico, di battesimo eroico. “Anakim” invece non è un bel nome inventato dallo sceneggiatore di Guerre Stellari ma viene dalla Bibbia. Sono i discendenti di Anak, citato nel Libro dei Numeri (Num. 13,33), che era un gigante, abitante nella terra dei Filistei (Gen. 23,2; Giosuè 15,13). Il nome forse indica il senso di ornamenti, di collane. Quando Israele entra con Giosuè nella Terra promessa manda dodici esploratori e questi tornando parlando di esseri giganteschi rispetto ai quali loro si sentivano delle cavallette! Uno di questi Anakim, l’ultimo raccontato, sarà il gigante Golia, ucciso da giovane Davide, altro tre metri e mezzo come Oreste, l’ultimo sacro re di Sparta, le cui ossa furono venerate dai Messeni e dai Lacedemoni, come Ettore, come si ricava in base alla lunghezza della sua lancia come indicata da Omero.

Come è riuscito Israele a sconfiggere questi titanici nemici? Con i poteri divini dell’Arca dell’Alleanza? Non lo sappiamo. Ma prima degli Anakim la stessa Bibbia ci parla di altri esseri, i Nephelim, a cui accenna Genesi e il termine, che sembra rinviare alla costellazione di Orione, viene sempre tradotto in italiano con il termine greco di “giganti”. Genesi ne parla nel contesto narrativo del diluvio universale. Il passo chiave l’ho citato in epigrafe a questo articolo, volutamente senza punteggiatura, per lasciare più aperta la decrittazione del testo. Proviamo a rifletterci sopra, in quanto l’interpretazione di tale passo non è facile. Si dice che “al tempo del diluvio” c’erano i Nephelim sulla terra (i giganti? di cui Anak e gli Anakim saranno discendenti?) e nel contempo si narra che esistessero pure altre figure date dall’unione dei “figli di Dio” con i “figli degli uomini”. A leggere bene infatti non vi è scritto che i giganti sono queste figure. Anzi si dice il contrario: nel citare i giganti quali connotanti i tempi del diluvio si parla di altre figure che vengono fatte corrispondere agli “eroi dell’antichità, uomini famosi”, cioè, possiamo dire ai protagonisti del Mito, greco ad esempio.

Abbiamo quindi un testo che sembra semplice ma invece si rivela molto ricco, e anche trans-culturale in quanto apre di sua iniziativa all’interpretazione-identificazione di tali personaggi, non denominati, tramite altre culture, tramite la loro percezione extra-ebraica. Caso unico in quanto la Bibbia accoglie altre culture solo in senso di denuncia radicale del tradimento idolatrico dei suoi re o del popolo e questo in rari casi come quando accenna agli altari o giardini di Astarte o di Baal. Qui invece si parla di un tempo in cui Israele ancora non c’era e di un qualcosa di universale, mondiale. Questo racconto genera notevoli problemi di comprensione. Anche pratici. Da dove vengono i giganti? Che esseri sono questi eroi? Cosa significa “figli di Dio” e “figli degli uomini”?

Evitando letture di tale testo eccessivamente fantasiose e azzardate (come pensare che degli angeli possa unirsi a delle donne e procreare) come pure evitando letture del passo che contraddicano teologicamente-narrativamente la Bibbia stessa, a cui comunque appartiene tale testo, possiamo porre due semplici e ragionevoli ipotesi. La prima è che i giganti non fossero esseri umani ma esseri animali di grandi dimensioni. La seconda è che gli “eroi” fossero degli uomini di grandi dimensioni, cioè “giganti” come comunemente si intendono. Il celebre passo di Genesi quindi parlerebbe di due tipi di essere di natura totalmente differente, accomunati dal tempo in cui sono convissuti e da certi connotati come la grandezza, come se prima del diluvio tutto fosse stato più grande, più vitale. La materia del Mito si ridurrebbe quindi a qualcosa di molto più realistico: alle vicende e gesta di uomini e animali di grande forza e di grandi dimensioni.

La prima ipotesi è data dal fatto che se fossero uomini non sarebbe spiegata l’origine dei giganti e la loro differenziazione dal resto dell’umanità. Se poi fossero uomini la Bibbia entrerebbe in contraddizione logica perché il diluvio non risparmia alcun uomo fuori dall’Arca (Gen.6,13). Ma in quanto animali i “giganti” sarebbero entrati nell’arca salvifica di Noè e quindi avrebbero potuto esistere anche “dopo”, cioè dopo il diluvio, come sembra dire il testo citato. Riguardo agli “eroi” il fatto che hanno un nome (anche successivamente: Anak e i suoi successori) e che siano chiamati “uomini illustri” ne conferma la natura umana. La specialità di tale natura, comunque umana, sarebbe data appunto dalla loro statura e forza poderosa. Va allora spiegata la loro origine.

La tesi di Sesto Giulio Africano e di sant’Agostino mi sembra interessante e può essere sviluppata. I “figli di Dio” sarebbe la stirpe santa, cioè i discendenti di Seth, terzo figlio di Adamo. Uomini rimasti vicini allo Spirito di Dio, come dimostra la lunghezza plurisecolare della loro esistenza terrena indicata dalla Bibbia, mentre i “figli degli uomini” sarebbero i discendenti di Caino, prima stirpe decaduta. Non a caso abbiamo un esempio molto interessante fra questi discendenti e molto simile ad una figura eroica: il cacciatore Nimrod, fondatore di Ur, Accad e Ninive (Gen. 10, 9-11) Figura potente, sacrale, simile a quella mitica di un altro cacciatore: Orione. Due “camminatori stellari”, due Skywalker.

Tradizioni diverse per un medesimo epos d’origine? Ebbene Nimrod è figlio di Etiopia, discendente di Cam, figura decaduta rispetto a Sem e Jafet, eppure viene descritto in modo positivo, come persona vicina a Dio. Gli eroi quale tipo di uomini che provenivano da unioni, sporadiche, fra la “linea sacra” dell’umanità e quella “decaduta”? La duplicità è propria dell’eroe in ogni tradizione, compresa quella del Mito greco. Odisseo, Heracle, Giasone, Perseo, Achille e tutti i grandi eroi hanno una madre umana e un padre divino o il contrario, o almeno una ninfa fra gli antenati. Gli eroi quindi quale stato già di decadenza rispetto allo stato più sacrale dell’umanità. Questo corrisponde alla visione greca di un progressivo decadere dall’Età dell’Oro (i discendenti diretti di Seth e le prime decine di generazioni umane) fino ad “un’età degli eroi” che appena precede l’eone storico e appare luminosa per le epoche successiva ma già indebolita rispetto all’origine. Questa lettura ci parla però non di una decadenza del tutto cronologica ma di una compresenza simultanea, anche se temporanea, di stirpe sacra (fra cui Noè e i suoi figli), giganti ed eroi. Mentre dei giganti non si dice nulla (se sono animali questo “non dire” appare logico) Genesi ci narra il dispiacere di Dio alla nascita degli eroi e questo corrisponde alla malvagità umana dilagante dei tempi del diluvio universale.

Il Mito quale ricordo di vicende pre-diluviane? Oppure l’incrocio fra le due stirpi avvenne proprio durante la navigazione dell’arca di Noè? Erano presenti in otto infatti sull’arca e tale numero potrebbe intendersi quale riferimento a otto capo-clan, quindi ad un numero superiore di persone umane, con una piccola rappresentanza anche della “stirpe di Caino”? Oppure gli eroi sorgono dopo il diluvio? Certo è che la sanzione divina appare chiara per punire tale ulteriore decadenza umana data dall’hybris eroica: l’abbreviarsi della lunghezza della vita terrena. Da Abramo in poi non si supereranno i centoventi anni. Anche Mosè, grande santo, non supererà i centoventi anni di vita! La colpa però è dei figli di Seth, non dei “decaduti”! La sanzione colpisce loro infatti! A questo punto allora Anak e i suoi successori (Anakim) che si stabilirono nella zona dei Filistei, fra Gaza ed Ebron, vanno considerati quali ultime espressioni della potente stirpe mitico-eroica, a metà strada fra la normale umanità storica e quella sacrale dei longevissimi figli di Seth. Stirpe che condivide con i Nephelim solo una simile grande forza e dimensione maggiorata ma al contrario di essi presenta una chiara natura umana, mentre quella dei Nephelim non essendo indicata non può che essere di tipo animale, se vogliamo restare dentro una complessiva coerenza narrativa biblica. Gli Anakim hanno una successione, una stirpe, mentre i Nephelim sembrano un fantasma e sono citati “di passaggio”. Il Leviatano quale il più potente fra i Nephelim? L’arca di Noè avrebbe portato quindi fra le molte specie anche due “specie” particolari: tra gli animali i “giganti” (Nephelim) e tra gli uomini gli antenati degli Anakim (giganteschi guerrieri), quindi due tipi di “giganti”; non a caso entrambi citati nello stesso passo inserito dentro il racconto del diluvio.

Questo nuovo approccio interpretativo che propongo troverebbe anche conferma nel Mito greco dove gli eroi combattono contro i giganti (come in ogni mito antico), fatto che si spiega se i giganti non sono eroi e se gli eroi sono uomini di natura più forte dell’umanità come la conosciamo. Allora tutto il mito greco assume una connotazione più reale. Allora comprendiamo meglio le fatiche di Heracle e la caccia al cinghiale calidonio, uno dei cicli eroici più importanti. Altrimenti cosa avrebbero di eroico? Ma se pensiamo ad animali giganteschi, potenziati e ad eroi titanici, allora lo scenario muta… La Bibbia è quindi un libro straordinario perché con poche parole ci permette di mutare la nostra prospettiva su tutti i miti dei popoli antichi e anche in quanto è l’unico testo al mondo che ci espone la genealogia completa dell’umanità dal primo uomo, Adamo fino all’epoca storica con Gesù Cristo. È Yoda è uno degli antenati israeliti della stirpe di Giuseppe, padre putativo, giuridico, di Gesù, secondo il Vangelo di Luca (3,23-28).

Quindici generazioni separano Giuseppe di Nazaret, discendente del re Davide, da Yoda, che, quindi, appartiene alla stirpe sacra dei figli di Seth, stirpe eletta, seppur decaduta in termini di longevità dopo il sorgere degli eroi, dopo la “contaminazione eroica! Yoda antenato di San Giuseppe! Una stirpe universale nei significati spirituali in quanto ricorrono anche donne non ebree e nomi di origine egizia quale Maat, che rinvia al nome della dea della giustizia. Il Mistero continua e, quindi il Mito, quale sua ricerca e racconto…