Ve lo dico sinceramente: preferisco quando la Rai si occupa di suore e preti, commissari e carabinieri. Almeno, nella sua povertà culturale, è più onesta nel promettere un prodotto televisivo diretto alle masse che miri sul puro intrattenimento ingenuo e non su un qualsivoglia o preteso apporto storico e culturale.

La serie dedicata a Leonardo da Vinci è fino ad ora, e temo che non cambi, un’operazione di pura falsificazione della realtà storica, peraltro del personaggio che più di ogni altro rappresenta la genialità assoluta del genere umano.

Se tale operazione metastorica fosse stata rivolta alla religione, al cattolicesimo in particolare, saremmo di fronte a qualcosa di sacrilego che la chiesa stessa avrebbe in qualsiasi modo impedito. Proporre questa serie come una sorta di monografia biografica del maestro dei maestri è un insulto ai valori stessi dell’umanesimo.

Assolutamente lecito, infatti, alterare e condire trame e vicende nel contesto di un dichiarato e annunciato romanzo o di un prodotto cinematografico, quando si esplicita in modo chiaro e inequivocabile il divertimento nel trasformare umane e storiche vicende in altro, che sia nel formato thriller, sentimentale o intellettualistico. Anzi, la rielaborazione della realtà, se annunciata, è tra i compiti dell’autore e dell’artista quando questa trova il senso in sé, quando la sua formulazione crea quei voli pindarici tra realtà e fantasia nei quali è bello infiltrarsi, incunearsi e lasciarsi sommergere, quando l’evasione crea nuovi respiri, sentimentali o mentali è uguale, a loro modo sono sempre formativi oltre che divertenti se ben eseguiti.

In questo caso “l’operazione Leonardo” è esattamente agli antipodi. È stata da tempo annunciata come la rappresentazione cinematografica della vita del da Vinci, peraltro in onore al noto 500esimo anniversario della sua scomparsa.

Tale annuncio ha creato un’aspettativa tale da divenire un successo di pubblico sicuro e garantito. Peccato che lo strano personaggio in questione non sia Leonardo da Vinci. Neppure lontanamente. Se non venissero rappresentati volta per volta alcuni suoi capolavori che ne hanno segnato la carriera, il Leonardo televisivo potrebbe essere scambiato per un qualunque pittore cinquecentesco connotato da una vita scabrosa, pericolosa e dannata.

Il Leonardo televisivo, castronerie storiche a parte, ricorda più Caravaggio che Leonardo, per esempio. L’idea di inventarsi la “dannazione” del personaggio ne è un esempio plateale. Il ricorso al maleficio profetico della vecchia strega è stratagemma da fantasy di quart’ordine.

La vecchiaia del Verrocchio, nonostante il buon Giannini, ricorda più che il grande artista di Firenze un tremolante mastro Geppetto col suo Pinocchio.

Il rapporto con Caterina da Cremona, stravolto nella sua realtà, si motiva con una scusa per pubblicizzare il galoppante successo della pur brava Matilda de Angelis.

La libertà, principio cardine dell’ancor giovane Leonardo sia per quanto riguarda i nuovi canoni estetici artistici, sia per quelli riguardanti la continua e appassionata ricerca scientifica e naturalistica, sia per quelli sessuali che non distinguevano tra maschile e femminile, viene sostituita da un Leonardo un po’ ebete e un po’ fesso, imbarazzato e imbarazzante, dannato e ingenuo, bambinone e vagamente autistico.

Non parliamo del falso storico dell’omicidio di Caterina da Cremona: il ricorso all’invenzione di un Leonardo galeotto, carcerato, accusato della morte dell’amata (e non consumata), è qualcosa che neanche i fan di Montalbano accettano di buon grado. L’operazione di falsificazione di Leonardo, cioè del più grande personaggio storico di tutti i tempi, di colui che per primo e come nessun altro riunì arte, scienza, cultura, poesia, musica, ingegneria in un solo mondo a disposizione dell’uomo moderno, rappresenta riassumendo una delle più orribili operazioni commerciali targate mamma Rai negli ultimi trent’anni.

Non per le invenzioni stesse (che non oso chiamare letterarie o da romanzo, bensì da telenovela o poliziesco all’italiana), ripeto, ma per la disonestà di non dichiararlo apertamente.

Le invenzioni di Leonardo continuano a farci sognare, dopo sette secoli. Quelle della Rai sono morte già nel momento in cui vengono rappresentate. Peccato, un’occasione enorme, storica e culturale persa. Ma noi italiani, in questo, siamo sempre un modello inimitabile.

Potevamo poi pensare che le fake sparate dalla serie tv Rai su Leonardo si limitassero agli anni “fiorentini” del grande genio, o ai primi anni della sua vita, più scarni di altri per quanto riguarda le notizie biografiche? Ma no, ma no…

La seconda puntata, dedicata al suo arrivo a Milano alla corte degli Sforza, è pure peggio e il fondo, temo, non è stato ancora raggiunto.

Proviamo a fare una brevissima carrellata di alcune (e non certo di tutte) le schifezze che rischiano di rimanere impresse nella mente di chi non ha mai avuto modo di conoscere a fondo la vita di uno dei più grandi personaggi mai vissuti.
- Il Verrocchio (interpretato nella fiction dal pur bravo Giancarlo Giannini) della cui bottega Leonardo faceva parte, non era certo un vecchio ma un uomo maturo capace di cogliere la genialità del suo apprendista non solo per disperazione d’esser ormai sorpassato e a fine vita, come ci fa credere la fiction. Ah, per inciso: Leonardo si allontanò dalla sua bottega e non fu certo cacciato dal Verrocchio preoccupato per le accuse di sodomia… (il Leonardo "sfigato" Rai è peggio di Fantozzi).
- Caterina da Cremona? È esistita eccome, ma non è mai stata la confidente a vita di Leonardo, non è mai stata l’eterna amante mancata per via di una presunta omosessualità del nostro. Capisco che bisognava far lavorare la bella e brava Matilde de Angelis, però inventare la spalla femminile del protagonista “perché in una trama che funzioni è essenziale la presenza della bella ragazza” mi sembra davvero un orrore, storico e culturale.
- L’omosessualità di Leonardo non è e non è mai stata provata. Anzi: tutto fa pensare ad un libertinismo assoluto dell’artista, amante del bello senza restrizioni e senza categorie. La fiction Rai lo fa passare invece per un perenne conturbato sessuale che sicuramente rende dal punto di vista cinematografico se si vuole fare dell’omosessualità una moda, un modello per il classico artista maledetto. Nella fiction Rai Leonardo passa da una storia omosessuale all’altra, tra cittadini fiorentini mezzi deficienti ed attori vanesi vittime di omicidi politici.
Per me, che la penso quanto più umanisticamente possibile, l’omosessualità è del tutto normale e neutra dal punto di vista morale ed etico ma se reale. Descrivere Leonardo come un Lord Byron ante litteram per farne un caso è abbastanza penoso, direi anche ridicolo. Leonardo libero anche sessualmente è così difficile da rappresentare e concepire?
- Stefano Gilardi, il presunto investigatore del caso di omicidio di cui è accusato Leonardo, è un personaggio totalmente inventato, pur essendo un altro cardine della fiction.
- L’accusa dell’omicidio di Caterina da Cremona fatta a Leonardo e la sua carcerazione “preventiva” è inventata, totalmente inventata. Buona ad arricchire la trama di un poliziesco ma è una boiata pazzesca, su cui peraltro si regge tutto l’andamento della fiction. In galera ci manderei gli sceneggiatori, se solo potessi.
- Belle le modelle senza vestiti, eh? Peccato che ai tempi non era neanche concepita la possibilità di averle a disposizione. Certo, i nudi alzano gli ascolti, però infilarli biecamente alterando il continuum storico è quantomeno ridicolo.
- La palla di bronzo sulla cupola del Duomo di Firenze? Bella costruzione ingegneristica, carrucola spettacolare sopra i tetti della città, senza dubbio. Però che sia stato il solo Leonardo a prendersi in mano di nascosto il progetto del Verrocchio e a rifarlo completamente per renderlo realizzabile è una balla pazzesca. Della serie: il "genio" lo rappresento come un "pirla" ma quando si inventano soluzioni "geniali", il "genio" lo rendo "geniale" anche quando non c’entra nulla, o molto poco nel migliore dei casi. Che dire… "geniale"! Signore, aiutaci tu.
- La "maledizione" di Leonardo, cosa dire di una castroneria simile? Il Maestro dei maestri, l’uomo amato e invidiato da tutti, uomini e donne, fra i pochi artisti con un carattere talmente solare da sapersi circondare di amici, discepoli fieri di essere al suo fianco, voluto e bramato da prìncipi e signori… Ficcarci dentro la trama, come se fosse l'asse portante della serie, la “strega” che lo maledice all’eterna sfiga e solitudine, beh… non posso aggiungere altro che un “mi fate pena”; così, con la malinconia che mi prende il cuore, nascondo l’acidità che mi provocano questi poveretti, nelle viscere…

Ci sono tante altre “antistoricità” nella serie ma non ho nessuna voglia di descriverle e nominarle tutte. Penso semplicemente che spendere decine di milioni di euro per una tale schifezza è un atto di disumanità che l’Umanesimo non merita.

Il risultato di tutto questo è che procedo ancora più convinto di prima nel portare avanti l’anima rivoluzionaria di Leonardo nei nostri tempi così idioti, così superficiali, così dediti al consumismo non solo materiale ma anche culturale. Dalle ceneri, rinascerà il vero spirito di Leonardo da Vinci.